AFFETTIVITA’ MASCHILE E FEMMINILE. Stessi bisogni, linguaggi diversi? Cronache dal Café Philo (I parte)

Le medesime passioni hanno nell’uomo e nella donna un ritmo diverso:  

perciò uomo e donna continuano a fraintendersi.” (F. Nietzsche)

 

La sfera dell’affettività è uno dei temi più vivi e fecondi di ispirazione, sia a favore di riflessioni personali che per lo scambio di opinioni e vissuti che genera incessantemente. Quando poi il discorso si allarga al confronto tra uomo e donna, il dibattito si accende ulteriormente, così com’è successo ad uno dei nostri incontri del Café Philo, talmente ricco di scambi che abbiamo diviso in due parti il racconto che vi  proponiamo.

Chi non conosce la celeberrima affermazione secondo cui “gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”? Dobbiamo proprio rassegnarci al fatto che l’altro sesso sia di razza aliena quindi impossibile a capirsi? O non è forse grazie alla diversità che possiamo trovare nuove risorse e chiavi di lettura, a cominciare da noi stessi? Non sarà che ciò che consideriamo ‘ostacolo’, diventi l’opportunità di spostarci dai binari dell’autoreferenzialità e allargare le prospettive?

 “Dalle situazioni quotidiane ci balza facilmente agli occhi quanto siano forti i disagi di relazione tra universo maschile e universo femminile e come spesso nascano da una diffusa assuefazione a ragionare per differenze e per luoghi comuni. Tutti possiamo riscontrare facilmente che nelle chiacchiere di ogni giorno le donne vengono banalmente etichettate dagli uomini come deboli, lunatiche, pettegole, infide … e gli uomini definiti dalle donne superficiali, insensibili, immaturi, sfuggenti … Eppure, dietro linguaggi diversi e forme espressive goffe, si celano molte volte analoghi bisogni.[1]

Dalla nostra discussione sono emerse esperienze condivise in cui etichette, stereotipi e pregiudizi inibiscono  le relazioni diventando vere e proprie barriere.

  • “Solo le donne sanno mettere l’amore davanti a tutto, per gli uomini gli affetti non sono primari come per noi, non capiscono …”
  • “Per anni ho sempre pensato: ‘io sento l’uomo no’, che la sensibilità fosse una caratteristica solo femminile e che dagli uomini non potessi aspettare niente del genere, ma ho dovuto ricredermi. Ho capito che ero io a ostacolare la comunicazione; così mi sono aperta all’ascolto, senza aspettative e senza pregiudizi, ed ho constatato che quello era l’unico modo per lasciare spazio e libertà di esprimersi e far emergere tutta la ricchezza del loro mondo interiore”.

Un altro aspetto è la consapevolezza del cambiamento epocale in atto, del vivere sulla propria pelle il passaggio da un tempo, scandito da modelli genitoriali ed esperienze personali, in cui i ruoli erano chiari e distinti all’odierna crisi d’identità di genere.

  •  “E’ vero che noi uomini appaiamo diversi, soprattutto nelle esternazioni, anche per impostazioni educative diverse, ma nella sostanza siamo simili”.
  • “Credo che il bisogno d’affetto sia identico, quello che riscontro in noi uomini, è la difficoltà nell’esprimerlo e la differenza nel manifestarlo . Se penso a mio padre, ‘ti voglio bene’ voleva dire provvedere ai bisogni materiali, il ‘non far mancare niente’. Noi ci troviamo meglio nel fare e quando abbiamo a che fare con la concretezza”.
  •  “Mi accorgo che oggi c’è un malinteso senso di uguaglianza. Forse non è necessario ‘capirsi’ a tutti i costi e omologare il sentire, credo che occorra accettare la diversità per riconquistare il senso del mistero e recuperare il ‘ritmo’ come diceva Nietzsche per ‘sentire’ la vita, più che pensarla”.
  • “Al lavoro sono l’unico uomo con tutte donne, la relazione non è stata così immediata come avviene con gli uomini, poi ne ho colto le risorse e la necessità comune che era quello di completarsi
  • “Io invece, al lavoro e non solo, a volte mi trovo meglio con gli uomini perché sono più diretti, lineari. Sarà perché sono fatta così anche se sono donna …”.

Abbiamo quindi compreso che essere donne o uomini non ci incanala in una uniformità di bisogni, linguaggi e sensibilità, piuttosto ci rimanda ad un’osservazione più introspettiva ed individuale, al cui interno ognuno ritrova le proprie componenti sia maschili che femminili.  La partizione del nostro cervello nei due emisferi dimostra fisicamente ciò che viviamo quotidianamente: ognuno di noi manifesta entrambe le caratteristiche. Per motivi storici e culturali assistiamo ad un eccesso di maschile sia nelle donne che negli uomini, da qui il nostro impegno per recuperare ed integrare quelle doti del femminile a cui l’uomo si sta aprendo e che continua a cercare come abbiamo sentito. Anche per la donna sarà importante restituire piena naturalezza alla sua essenza, spesso accantonata e coperta con abiti non suoi pur di guadagnarsi spazio e credibilità nel mondo degli uomini. Sarà così possibile realizzare la ierogamia, ovvero il matrimonio sacro tra maschile e femminile interiori, perché razionalità e capacità di focalizzazione sposino intuito e creatività.

Partire da noi dunque, cercare l’equilibrio e la riconciliazione, prima interiormente e poi nelle relazioni, come ci racconta una nostra amica:

  • “dopo anni ho finalmente capito quanto sia importante fare un percorso interiore per esplorare l’Amore, stare bene con se stessi e realizzare una comunione spirituale. Ognuno porta il suo fardello personale carico di schemi e ferite, solo con un percorso di autoconoscenza ci se ne libera e ci si riapre alla vita in modo sano , evitando, come spesso avviene, gli eccessi delle chiusure ermetiche o del buttarsi a capofitto in ogni relazione per compensare vuoti esistenziali”.

(… continua …)

 

 

Per ulteriori approfondimenti:

Z. Fusco, Viaggio nelle Energie del Femminile, Om Edizioni, 2008

Z. Fusco, Viaggio nelle Energie del Maschile, Xenia Edizioni, 2012

http://www.centroavalon.it/giornale/index.php/essere-donna-essere-uomo-oggi-fare-di-necessita-virtu/

http://www.centroavalon.it/giornale/index.php/il-cammino-delleroe-uomini-speciali-si-raccontano/

http://www.centroavalon.it/giornale/index.php/quando-luomo-si-svela-gli-uomini-che-cambiano/

http://www.centroavalon.it/giornale/index.php/cronache-dal-cafe-philo-maschile-femminile-alleanza-o-conflittualita/

 

 

[1] Z. Fusco, Viaggio nelle Energie del Maschile, Xenia Edizioni, 2012

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Autore: Stefania Nanni

Counselor relazionale in Media-Comunic-Azione® e docente di lingua e civiltà anglosassone. Umanista nell’animo per la propensione agli aspetti esistenziali e della socialità, da oltre un ventennio si occupa di crescita personale, tecniche olistiche e aggiornamento professionale, estendendo le competenze pedagogiche anche in ambito organizzativo, gestionale e formativo. Esperta di comunicazione e mediazione del conflitto, è membro di Avalon dal 2000, ove ha conseguito il titolo, e vi collabora come counselor, formatrice e blogger sul giornale “Cronache di un libero pensiero” nella rubrica “Il punto di vista del counselor”. Da sempre interessata allo sviluppo del potenziale e delle peculiarità del femminile, partecipa attivamente alle attività del “Cerchio di Sorellanza” e del “Caffè delle Donne”, coadiuvando la dott.ssa Fusco nella conduzione. Presso la Psico-libreria “I Luoghi dell’Anima” organizza e modera gli incontri pubblici del “Cafè Philo” sulle tematiche del vivere e delle relazioni, secondo i canoni della comunicazione ecologica e del dibattito aperto.

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