Cambiare punto d’osservazione

Cambiare il punto di Osservazione permette di vedere strade diverse

Quando mi sono apprestata a cambiare rubrica, rivolgendomi al campo del nutrimento e del cibo, altra mia grande passione, non avevo riflettuto sull’ampiezza del titolo che avevamo dato alla nuova rubrica:”La Sublime etica del Gusto“.

La mia mente si era proiettata, immediatamente, verso il cibo, le sue proprietà, le credenze, verso, cioè, ciò che avevo, istintivamente, catalogato come spazio dedicato al food; d’altronde, la rubrica , in origine, trattava  questo argomento.

Quindi, ho fatto quello che tendiamo a fare normalmente, a guardare in un’unica direzione, magari perché  già tracciata o perché, presupponiamo, sia quella richiesta.

Qualche giorno fa pensando al nuovo articolo sul cibo, mi sono resa conto che, invece, guardando con occhi diversi, da un’altra angolazione, l’orizzonte si ampliava enormemente.

Avevo dato per scontato, infatti,  che il gusto fosse quello del palato, limitando,  il  campo d’azione al solo cibo, mentre avevo molte altre possibilità tra cui il più ovvio era quello di uno dei cinque sensi di cui l’uomo è dotato e attraverso cui riconosce un sapore. Osservando, però, in senso più ampio, potevo pensare al gusto come soddisfazione, come piacere.

“A cosa servono gli amici se non a ridarci il gusto della verità?” (Ennio Flaiano).

O al gusto come modo personale e soggettivo  di vedere le cose, con riguardo alle inclinazioni, ai desideri, ai capricci o, addirittura, per antifrasi, come disapprovazione: “Sai che gusto a lavorare così tanto”.

E tutto ciò, solo spostando il punto di vista.

Ho riflettuto su come tendiamo a seguire binari prestabiliti quasi inconsciamente, perché più comodi e facili o più noti. Abbiamo difficoltà a perlustrare al di là di confini che poniamo noi stessi, senza un reale motivo ma quasi per corredo genetico.

Assorbiamo i comportamenti collettivi, li facciamo nostri e, anche se ci limitano, non riusciamo a concepirne di diversi persino quando il disagio esplode totalmente.

Eppure, è sufficiente spostarsi, fare qualche passo, allontanandosi dalla zona paludosa ed ecco la nebbia diradarsi e l’orizzonte apparire più chiaro.

E accade che “La sublime Etica del Gusto” cessa di essere una rubrica dedicata solo al cibo e all’alimentazione e diventa la rubrica che canta “La sensibilità del Bello e del Buono” esplorando territori sempre più vasti.

E il viaggio ricomincia.

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