Di che Colore è la Paura?

Oggi mi sono concessa di guardare negli occhi la mia Paura, di osservarla.

E’ una signora slanciata, dai lunghi capelli neri e gli occhi profondi, che mi è sempre stata al fianco anche quando la ignoravo volutamente.

Ha uno sguardo penetrante che cattura.

La voce è roca, quasi suadente.

Parla sottovoce e racconta di storie antiche che si ripetono sempre uguali.

“La Paura – mi dice – è una sorella affettuosa che cerca solo di proteggere. Ama vivere e divertirsi, solo che è prudente.”

“Soffre di non essere amata e riconosciuta e così, tende a prendere degli spazi sempre più ampi, per far sentire il suo peso e per sentirsi viva.”

“Ha la capacità di nascondersi ovunque, per poi uscire all’improvviso. Se equilibrata, è un alleato prezioso ma se tende a strabordare, allora diventa un peso insopportabile.”

La signora dai capelli corvini ha una doppia personalità: Da un lato è signora Paura dall’altro Vulnerabilità.

Una doppia ombra che non può separare e che protegge fino allo sfinimento.

“Lo stato di ansia che senti, ogni tanto, “ ti parla del mio disappunto o la mia preoccupazione.”

“Mia grande alleata è la Mente. Con lei riesco a creare situazioni labirintiche, così complesse che, talvolta, anch’io ne sono affascinata.”

“Il nostro potere, insieme, è grande.”

“Proiettiamo situazioni future che non esistono, scenari che mai saranno e ti immobilizziamo.”

“Basterebbe che, quando queste architetture inizino ad assalirti, ti chiedessi: “Dov’è la prova?” che si sgonfierebbero subito. Invece – ride – il tranello è più forte di una semplice domanda e tu t’invischi ed io aumento la mia forza.”

“Ho un fratello, il Signor Controllo. Senza di lui sarei priva di valore e di peso.”

“Controllare tutto tranquillizza, ti fa sentire sicura, perché mette a riparo da eventuali sorprese.”

“Così tu pensi di tutelarti, di non mostrare la tua fragilità, la tua delicatezza e di non soffrire.”

“Però non capisci, perché poi, hai quello stato d’inquietudine continuo.”

“Faccio anche leva sulla Conoscenza. Più una situazione la conosci, più pensi di saperla gestire o, almeno, di poterla subire. Perché è questo che fai, subisci, pensando di ridurre al minimo gli effetti collaterali.”

“Dimentichi, sempre, che questi effetti sono piccole gocce, che scavano e diventano devastanti, nel tempo.

“Tu procrastini, grazie a me, ogni cosa.”

“Ti dico, occorre altro tempo, aspetta, non avere fretta”

“E’ divertente vedere come, tutti pensiate, di avere tanto tempo a disposizione e invece di viverlo lo lasciate scorrere”.

“Anche qui “ – sorride dolcemente – c’è una parte di me. Vi prendete più tempo possibile, come se ne aveste a disposizione all’infinito, per scacciare il pensiero  della fine, e impegnati, come siete, ad allontanare il più possibile questo spauracchio, smettete di vivere il presente e ogni attimo.”.

Getta indietro i suoi capelli corvini, gli occhi scintillanti e continua:

“ Nelle relazioni sono una maestra!”

“Sprofondate in rapporti stagnanti, zittite il malessere che vi assale, siete sorde a un corpo che vi parla d’indifferenza e continuate a restare.

“Qui lavoro con Signora Solitudine che si presta volentieri ad alimentare l’equivoco. Tutti voi pensate a lei come a uno stato d’isolamento, di malinconia e tristezza mentre il suo reale significato è quello d’interezza, di stare con se stessi per sviluppare e conoscere la propria identità.”

“Per ascoltarsi, sentirsi, vivere la propria autenticità e goderne. Invece, cavalcando l’equivoco di solitudine come isolamento, riesco a farmi sentire più forte, e voi v’immobilizzate.”

“Nella vostra mente, ma solo in essa, risuona la vocina antica che vi sussurra che senza un uomo accanto non riuscirete a cavarvela; che avete bisogno di un riferimento economico, succedesse mai qualcosa; il mondo del lavoro diventa più facile con un mentore vicino.”.

Mentre parla, riconosco ogni singolo fotogramma, ogni comportamento derivante dalla sua influenza.

Batte le mani gioiosa, come una bimba di fronte ad un gioco fantastico: “Soprattutto v’insinuo il dubbio che non ci sarà un altro lui o un’altra lei sul vostro cammino. E’ questo è l’argomento più potente. Lo sfodero sempre, all’inizio o alla fine, dipende da quanta resistenza mostriate nel darmi ascolto.”

Diventa seria, si tocca i capelli, incerta se continuare o meno.

“Talvolta, però, incontro il mio peggior nemico. L’unico, che riesca a non farmi ascoltare da te: Il Cuore.”

“E’ potente. La sua voce, quando alza il volume, riesce a sovrastarmi ed è per questo che, faccio tanto rumore, affinché tu non lo riesca a sentire.”

“Quando, però, tuona e tu gli presti orecchio, ecco, quella è la fine per me.”

“Perché lui ha il coraggio come alleato.”

“Mentre io ti cospargo la strada di bivi, di ombre ed illumino solo quella che già conosci, Lui accende i suoi riflettori su ciò che, veramente, è meglio per te.”

“Ti dice di smettere di controllare e di Lasciare andare, perché  è lì che  inizia il divertimento.”

“Quando lo ascolti vuol dire che la tua voglia di Vivere è  diventata più forte della voglia di Accontentarti.”

“Allora il mio canto incessante da Sirena, cessa.”

“Mi ritiro.”

“Perché tu hai avuto ciò che non mi appartiene.”

Hai avuto Cuore”.

 

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4 thoughts on “Di che Colore è la Paura?

      1. Sabrina De Federicis Post author

        Grazie a te, per avermi sintetizzato un sentire così importante.

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