Dire: amati! Non funziona.

Qualche giorno fa, pensando a S. Valentino, all’amore per sé, a quello per gli altri e di coppia, insomma all’amore in generale, osservavo che va molto di moda sui social parlare di auto-accettazione, di amor proprio e di amarsi per come si è.

Tutto legittimo, ma il modo di veicolare questo messaggio mi lascia, a tratti, perplessa.

Si parla di amarsi come di un dovere verso noi stessi e di conseguenza anche verso il prossimo. Come dire che se non riesci ad accettarti, se non ti piacciono delle parti di te, sarai destinata o destinato alla solitudine, a relazioni infelici, e comunque sei mancante di qualcosa, sei in difetto.

Come puoi non amarti quando esistono mille modi per farlo? Puoi applicare questa o quella tecnica, perché non lo fai?

Tutto ciò che in un dato momento ci riesce difficile e che sentiamo come un dovere è molto raro che ci induca ad una trasformazione serena dentro di noi.

Se mi vedo come una persona non amabile per qualche motivo e mi si dice “devi amare te stessa” con energia giudicante, minimo minimo mi sentirò ancora più sbagliata e fuori posto.

Guarderò gli altri e penserò che tutti si amano tranne me, che devo essere proprio un caso disperato.

Mi piacerò ancora meno.

Ma allora, come se ne esce?

Se ne esce, a mio avviso, cominciando a pensare che amare se stessi è un viaggio, non un dovere. Come affronteresti un viaggio al meglio?

Io credo con curiosità, apertura, voglia di scoprire, di sperimentare. Con un bagaglio leggero ma funzionale.

Cosa succederebbe allora se ti ponessi davanti a te come se tu stessi attraversando un paese a tratti sconosciuto?

Come ti sentiresti se pensassi che come ti conosci adesso è solo una parte di quello che puoi ancora scoprire di te?

Se quel viaggio lo iniziassi con gusto, con piacere, cosa cambierebbe? Se sapessi che potrai fermarti, potrai tornare sui tuoi passi a volte, potrai deviare da una strada e prenderne un’altra, potrai decidere chi e cosa portare con te?

Il fatto è che il verbo amare è allergico agli imperativi. Non si può dire “amati” e pensare che funzioni. Non funziona neanche dire “ama tizio” – che sia un partner o un genitore. Se siamo in un momento di disamore, non è questo tipo di esortazione che ci farà spostare e ritrovare un equilibrio, perché amore prevede libertà.

Amore è quindi una scelta, è la meta del nostro viaggio, quella che ci spinge a muoverci. L’importante è procedere gustandosi tutto il panorama, le soste, i momenti divertenti e quelli meno, perché non sarà un percorso lineare, ma sarà certamente appassionante se intrapreso con le premesse dette sopra.

Se ti trovi in una condizione in cui senti che l’amore per te è lontano, se ti rimproveri per qualcosa e questo ti fa sentire in errore e non sai davvero dove cominciare, il counseling può davvero aiutarti.

Non perché amarti sia un dovere, ma perché è possibile, è bello e dà sapore alla vita. Soprattutto, ad amarsi si può imparare.

Come stai tu in questo momento? Senti di volerti bene o sei in una situazione diversa? Commenta pure se ti va, sarò lieta di leggere la tua esperienza.

 

 

 

 

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2 thoughts on “Dire: amati! Non funziona.

  1. Claudia

    Babiiiiiiì…che bellooooo.
    Io sto! Lavoro per migliorarmi nonostante la fatica e le delusioni, al mio critico non cade una parola chiaramente, ma voglio fare il miglior viaggio che posso e grazie anche a voi sono fiduciosa che ci riuscirò.
    In questo momento sono certa di rompere tanti schemi e legami secolari in onore della capacità di sentirsi liberi nel profondo, per avere sempre presente la possibilità di rinascere e ricostruire.
    Voglio riappropriarmi della mia potenza e non perdere mai di vista il mio posto nel mondo.

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