E se la crisi fosse invece un’opportunità? I presupposti di una vera rivoluzione

La politica è una scienza che nasce dal bisogno reale dell’essere umano, quando sceglie di vivere in una comunità organizzata. Si basa, o baserebbe, su un concetto di buon vivere comune quindi e sulla coscienza civica, che dovrebbe essere il presupposto di una sana relazione tra le persone, lì dove anche dovesse mancare una consapevolezza individuale. Stiamo cioè dicendo, che principi morali condivisi dovrebbero sostenere anche l’individuo meno evoluto e , dunque, anello debole di un sistema in cui tutti dovremmo adoperarci per il bene comunitario.

La politica dovrebbe essere a tutela della cosa pubblica e giovare in termini concreti alla qualità della vita di ciascuno. Dovrebbe aprire menti e sostenere a un percorso di comunicazione, di scambio, di presa di coscienze, ma soprattutto dovrebbe rendere respons-abile il cittadino, ossia cosciente della condizione generale e adeguato a dare risposte concrete. È ormai retorica dire che di fatto le cose non stanno così e che siamo spesso delusi, amareggiati, lontani dalla essa, come fosse un fatto che non ci riguarda e che guardiamo con sospetto, perché feriti di tradimento e con una percezione in atto di grande precarietà.

Ma la realtà è che non c’è separazione tra noi e la politica o i politici, poiché politica è l’azione che ognuno di noi dovrebbe intraprendere sentendosi parte attiva della vita pubblica, invece trascorriamo il tempo a criticare chi ci rappresenta e che abbiamo scelto. Sostanzialmente indugiamo in una perenne condizione di lamentela, come a cantarci nelle orecchie continuamente una nenia assai pericolosa. Attività che svolgiamo individualmente o coralmente. Pur sempre lesiva…

Dimentichiamo appunto la nostra respons-abilità, non nel senso di colpa o di errore commesso, ma nel significato di nostra risorsa personale, di essere abili a dare una risposta consapevole alla situazione in atto, come se non potessimo niente e tutto dipendesse da altri.

In più sottostiamo ai messaggi inquietanti di una comunicazione di massa del terrore, che ogni giorno ci fa presente quanto siamo immersi in una crisi senza speranze. I dati che ascoltiamo quotidianamente sono infatti sconfortanti, a ribadire che la via d’uscita è inesistente o lontanissima.  Ingenerare  paura è un eccellente sistema  per controllare e assoggettare un popolo. Lo blocca, gli inibisce la possibilità di sognare, di avere fiducia nei propri mezzi, avendo una visione serena e costruttiva del futuro. E se la crisi fosse invece un’opportunità? Questa è la vera rivoluzione. Ripartire da se stessi avendo fiducia nel proprio intuito, nella propria creatività, incarnando l’esempio che vorremmo cogliere dall’alto e dimostrando qualità della vita semplicemente nel nostro metro quadrato. Tendiamo infatti a dimenticare che la società si compone degli individui di cui è lo specchio. La chiave della svolta è quindi una rinnovata coscienza personale.

La parola crisi diventa un subdolo tormentone, che racconta certamente di una situazione complessa con cui stiamo facendo i conti, ma che ci lascia inermi e manipolabili, perché ci rende talmente vulnerabili da non avere l’energia per far fronte alle difficoltà. Ci lacera raccontandoci solo dei disagi e ci impedisce di cogliere le risorse.

Diventa quindi estremamente attuale e importante dare risposte a questa condizione di crisi attraverso la ridefinizione di un’identità personale, resa possibile da un serio lavoro interiore. Più che mai torna in auge il socratico ‘conosci te stesso’ come porta di accesso alla conoscenza di ciò che ci circonda.

Il primo compito che ognuno di noi, ma soprattutto, l’uomo di oggi può assegnarsi è il cominciare a leggere nella crisi un’opportunità di crescita e di trasformazione, un’occasione da non perdere per abbandonare vecchi schemi ormai logori, trovare un nuovo baricentro e una condizione di benessere.

Crisi deriva dal greco krisis e significa separazione, discernimento, decisione. Sebbene siamo abituati a connotare negativamente sia il termine sia i periodi che contraddistingue, dovremmo tener presente che la crisi è quella fase in cui cominciamo a riflettere su ciò che ci è accaduto o sul disagio che ci attanaglia per valutarne gli aspetti e le possibili soluzioni. In sintesi, quando siamo in crisi, ci troviamo già un passo fuori dal problema.

 

“Il termine greco crisis significa oltre a crisi anche decisione, separazione, conflitto, divisione, giudizio, scelta e prova. L’ideogramma cinese di crisi è identico a quello di pericolo e occasione. […] conosciamo infatti nella medicina il termine “crisi di guarigione” e definiamo generalmente come “crisi” la fase finale di una malattia. Da questo punto in poi, se le cose vanno per il verso giusto, ha inizio la guarigione, dunque la crisi è anche il punto di svolta per un miglioramento. Se interpretiamo questo termine anche come “decisione”, come accadeva per gli antichi greci, abbiamo la chiave dell’essenza di ogni crisi. […] Effettivamente ogni crisi ci pone di fronte alla condizione di decidere se accettarla consapevolmente o respingerla per quanto è possibile. Già in questo momento viene deciso se essa diventerà un pericolo oppure un’opportunità.” ( R. Dahlke)

 

Proviamo a pensare a quante volte nella nostra vita abbiamo vissuto un momento critico, un periodo in cui, a seguito di un dolore e di una delusione, tutto ci appariva nero e senza risposte. Paradossalmente oggi quel momento lo raccontiamo serenamente, e anche con un certo orgoglio, perché superare certe difficoltà ci ha messo nella condizione di attivare delle risorse che magari neanche eravamo consci di possedere. Inoltre abbiamo approfondito aspetti della nostra personalità. Se il disagio ci ha fatto conoscere le nostre vulnerabilità, la crisi ci ha dato maggiore capacità di vedere lucidamente e di attivarci per trovare nuove strategie. In altri termini da ciò che vivevamo con disperazione è emerso, grazie alla sforzo di volontà che abbiamo compiuto, il nostro lato migliore. Siamo cresciuti e diventati un po’ più consapevoli di noi.

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Autore: Zuleika Fusco

Counselor Relazionale Supervisor ad indirizzo clinico (iscrizione n°43, Ancore, Ass. Naz. Counselor Relazionali), Scrittrice. Cultrice di discipline olistiche ed esoteriche, ha creato tecniche di Integrazione dell'inconscio attraverso l'interpretazione dei sogni e un laboratorio - Oniromanteion - in cui il gruppo le sperimenta. Ideatrice del modello di Counseling ad indirizzo mediacomunicativo, che trova la sua specifica nell'integrazione del maschile e del femminile, dirige la scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione®. Ha fondato Avalon Formazione, società di servizi che favoriscono il benessere psichico della persona in contesti privati e organizzativi.

0 thoughts on “E se la crisi fosse invece un’opportunità? I presupposti di una vera rivoluzione

  1. carmen

    la crisi è sicuramente un’opportunità, un’occasione da non perdere sia nella propia vita individuale che collettiva, manca però in questo momento storico un autentico sentimento di solidarietà…non ci sentiamo più parte di una comunità, ci sentiamo traditi. Anche a livello individuale può accadere di “deluderci” diventa così più difficile ripartire. Credo fermamante in quello che hai scritto è l’unico modo per evolvere.grazie.

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    1. Zuleika Fusco Post author

      carissima Carmen, grazie davvero per le tue parole:-) in effetti concordo col fatto che stiamo facendo i conti con le nostre ferite. può essere quindi utile rimettere in discussione noi stessi e fare affidamento sulla nostra creatività e su un nuovo stile di vita. sono certa che in un momento complesso, la riscoperta dei nostri valori sia l’aspetto più interessante, pensando anche che questa trasformazione ci porta a fare scremature tra le relazioni. abbiamo insomma l’opportunità di scegliere per chi vibra alla nostra stessa frequenza, condivide gli ideali e vuole, come noi, una vita di qualità, soprattutto da un punto di vista sociale 🙂 Buon tutto

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