E se l'amore non basta?

Cari lettori, quante volte abbiamo sentito dire che l’amore vince su tutto? Che, se è VERO  amore, ci farà superare qualsiasi difficoltà? Eppure nel quotidiano spesso costatiamo che la relazione non è solo questione di sentimento. Infatti , anche quando amiamo con tutto il cuore, non è cosa semplice da gestire e i buoni intenti non bastano. Dovremmo intendere il rapporto intimo come una grande ‘avventura in comune’, in cui l’amore è una premessa che può essere duramente messa alla prova o addirittura annientata da tante forze, soprattutto quelle inconsce. Di fatto, quando incontriamo l’altro, l’innamoramento ci consente di portare fuori degli aspetti di noi che magari neanche avremmo sospettato. L’amato diventa lo specchio di tutte le risorse che riscopriamo o sperimentiamo per la prima volta… eppure, questo sentimento che supera anche l’idea di morte ( dal latino a -mors , senza morte), ha il potere di rimuovere il velo che nasconde le nostre ombre e quindi fa emergere anche i nostri lati meno maturi, più bisognosi. Non dobbiamo infatti trascurare che nella relazione intima, se tutte le paure sembrano acquietarsi, ce n’è una che si esacerba. Quella della perdita.

L’amore di conseguenza da solo non basta. Occorre condividere, perché tutto funzioni, l’altro valore fondamentale della CRESCITA INTERIORE e tenere presente, soprattutto nei momenti di disagio e di crisi, che IL PARTNER È SEMPRE NOSTRO MAESTRO, sia quando ci è positivamente d’esempio, sia quando ci mette a dura prova. Infatti, quando ci crea disagio, dovremmo imparare a  guardarlo come una parte di noi che si muove nel mondo . In quei momenti chiediamoci  cosa di lei,lui non accettiamo proprio. Scopriremo ciò che di noi non vogliamo vedere, reputandolo un difetto. Invece lì c’è proprio qualcosa che ci occorre. Un riequilibrante naturale, quel veleno che, assunto in dosi omeopatiche, genera serenità e integrazione. Apriamo allora  gli occhi affidandoci alla saggezza della vita che ci offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno. A noi semplicemente il compito di gestire sapientemente le quantità.

La motivazione per cui accade di confrontarci nell’intimità proprio con quello che ammiriamo o ci da fastidio si chiama  ENTELECHIA, ossia la naturale propensione della psiche a cercare ciò che ci completa. Una sana relazione dovrebbe fondarsi quindi su basi paritarie, ma nel rispetto delle differenze, proprio perché l’altro generosamente  ci porta ciò che ci occorre integrare.

Quando siamo molto coinvolti, corriamo il rischio di perdere il confine tra individuo e coppia. Tendiamo a creare un gioco di simbiosi, dimenticando che la relazione è una terza entità rispetto agli individui che la animano e che per farla funzionare dobbiamo crescere prima di tutto come persone. Riusciamo infatti a trovare un equilibrio e a mediare con l’altro quando riconosciamo prima i nostri bisogni, per accudirli.

Pensiamoci un attimo! Come facciamo a soddisfare la persona che amiamo, se non sappiamo badare a noi stessi, a riconoscere le nostre necessità? Per renderla serena, quindi, non occorre obbedirle, accontentarla o essere sempre d’accordo , ma imparare ad ASCOLTARE e SENTIRE profondamente la sua situazione, pur sapendo mantenere una nostra AUTONOMIA.

Anche quando scegliamo una strada diversa dalle aspettative del nostro compagno, dobbiamo imparare a comprendere il suo punto di vista e sentire la sua sofferenza, rispettandola. Infatti essere autonomi non vuol dire attivare un gioco di potere (es. ribellione, fuga, forza, ricatto), ma saper badare a noi stessi e alle nostre vulnerabilità, evitando che l’altro diventi la nostra stampella. E, dato che entrambi le realtà vanno onorate, occorre percepire, riconoscere e accogliere la nostra  vulnerabilità per percepire, riconoscere e accogliere la vulnerabilità di chi amiamo.

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0 thoughts on “E se l'amore non basta?

  1. Rossella

    veramente toccante in profondità… difficile da comprendere fino in fondo, a volte, ci sentiamo così diversi dall’altro… ma dove ci fa da specchio? questa è la domanda principe.. e vai a fondo a guardare… possibilmente scevra dal giudizio… so hard work to do…

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  2. Zuleika Fusco Post author

    carissima Rossella, è vero… non è semplice vivere la relazione con questa saggezza, ma comprendere cosa l’altro ci rimandi ci aiuta molto 😉 puoi fare questa piccola prova. quando senti disagio nei suoi confronti, definisci con un paio di aggettivi due lati del suo carattere che davvero non ti piacciono (per esempio testardo, egoista, insensibile…) . quelle due parole rappresentano due parti di te che proprio non vuoi accettare e che reprimi molto, giudicandole. ovviamente, quando emergeranno in alcuni momenti della vita, proprio perchè di solito non hanno spazio, saranno difficilmente gestibili e ti creeranno complicazioni.
    quindi ‘altro è maestro in questo senso, perchè ci fa fare i conti con gli aspetti di noi che dobbiamo imparare ad accettare, sapendo che non dovremmo farli nostri completamente, ma assumendone strategicamente solo l’aspetto di risorsa.
    davvero buon tutto e grazie per la tua partecipazione 🙂

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  3. carmen

    Una bellissima riflessione….la mia domanda riguarda la difficoltá del considerare risorsa i limiti…e come arrivare alla condivisione serens senza farsi prevaricare

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    1. Zuleika Fusco Post author

      cara Carmen, i confini in una relazione sono sacri. ci ricordano che siamo prima di tutto individui e che crescere come persone porta ricchezza al rapporto, perchè evita stalli, abitudini, noie… sarebbe importantissimo per questo imparare a comunicare con l’altro in maniera assertiva, ovvero stabilendo un giusto mezzo trai suoi e i miei bisogni, per questo sapendo ribadire in maniera calma e consapevole le nostre posizioni. spesso infatti abbiamo paura di dire No perchè reconditamente temiamo che il nostro compagno si allontani, smetta di amarci. quindi facciamo sacrifici ad oltranza che ci depauperano e alla lunga ci fanno arrabbiare. sarebbe invece importante partire da ciò che sentiamo, comprendendo il bambino che è nell’altro, ma prima di tutto la bambina che è in noi… scegliendo quando è sano condividere perchè avvertiamo l’ambiente protetto o quando non ci sono le condizioni. la parola chiave è RISPETTO , che è prima di tutto verso noi stesse, perchè solo quando ci rispettiamo profondamente, comprendiamo l’altro, il suo valore, lo mettiamo nella condizione di riconoscere il nostro e di contraccambiarci dignitosamente 🙂 grazie e a presto risentirci 🙂

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