Casa. Nido, risorsa…a volte disagio

Postato da on August 30, 2013 in a casa di Lori e Giò | 0 commenti

Casa. Nido, risorsa…a volte disagio

Abbiamo più volte in questa rubrica parlato del significato della “casa”, sia come bene primario, sia del suo significato simbolico, e oggi vorremmo affrontare anche quelli che possono essere gli eventuali aspetti di disagio, per esempio, potrebbe non essere così scontato che tutti abbiano una casa da abitare.

Sappiamo quanto sia dispendioso acquistare una casa, specie nelle grandi città , e quanto possa incidere l’onere di un affitto su uno stipendio, e così per tantissimi avere un luogo dove vivere può diventare davvero un problema. Ci sono tante persone che hanno un reddito particolarmente basso, gli anziani che percepiscono solo la pensione sociale, le giovani coppie e chi non ha nessuna fonte di reddito perchè non ha lavoro o lo ha perso.

Allora vediamo un po’ cosa offre lo Stato o il mercato immobiliare.

Per risparmiare sull’acquisto ci sono le abitazioni realizzate nei cosiddetti “Piani di Zona”, spesso si tratta di cooperative che usufruiscono di agevolazioni di vario tipo sia sull’acquisto del terreno che sulla fiscalità, specialmente se si tratta di prima casa, spesso anche di mutui particolarmente agevolati.

Per la locazione c’è la possibilità di avere affitti a canone concordato (e cioè stabilito in basa ad accordi stipulati tra i Comuni e le associazioni di categoria), o a cosiddetto “canone sociale”, che è poi quello delle abitazioni popolari; a questi si è poi aggiunto il canone calmierato (e cioè intermedio tra il canone concordato ed il canone sociale) tuttavia non molto diffuso perché le agevolazioni di legge non si sono rivelate particolarmente convenienti per gli investitori privati e la normativa di accesso ai finanziamenti è risultata troppo vincolante per gli Enti preposti.

Lo Stato Italiano, nel tempo, ha favorito la realizzazione di alloggi da concedere in locazione ai meno abbienti attribuendo appositi finanziamenti a vari Enti, poi confluiti nello storico IACP (Istituto Autonomo per le Case Popolari). Gli IACP hanno quindi realizzato ed amministrato alloggi concessi in locazione dai Comuni che si attengono a graduatorie tra richiedenti basate prevalentemente sul reddito.

A seguito della devoluzione dei poteri dallo Stato alle Regioni, c’è stata una differenziazione di leggi, costi e requisiti sul territorio nazionale, differenziazione ancora più acuita dopo la trasformazione degli IACP in ATER (Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale) e cioè una finta privatizzazione di uffici che invece di fatto svolgono funzioni assistenziali. Si sono create Ater che dovevano essere economicamente autonome, privandole dei canali diretti di finanziamento statale, ma non si è tenuto conto delle difficoltà che sono sorte per conseguire il pareggio di bilancio, né le stesse Aziende sono state dotate di una reale autonomia di funzionamento.

Chi ha un reddito molto basso e ha bisogno di aiuto nella ricerca di una casa si può quindi rivolgere prima di tutto agli uffici della Politica della Casa presenti in tutti i comuni. Lì si possono avere informazioni su quali siano i requisiti per accedere alle graduatorie comunali che permettono l’accesso all’edilizia sociale .

Le ATER possono essere utili in modo diretto solo se, nelle località dove si vorrebbe fare richiesta, dispongono di abitazioni a canone concordato, perché quel tipo di abitazioni non sono legate alle graduatorie comunali che sono gestite direttamente dai comuni e non dalle Ater che svolgono unicamente un servizio di manutenzione e gestione del loro patrimonio edilizio.

Un po’ più complicato può essere trovare punti di riferimento per tutte quelle persone come coppie giovani o famiglie numerose che hanno entrate non sufficientemente alte da consentire l’accesso al libero mercato, ma che possono essere troppo elevate per entrare nelle graduatorie per la casa sociale; per questo sarebbe bene che si istituissero luoghi di informazione e sportelli di ascolto in modo che possano essere meglio indirizzati.

Gli stranieri hanno a volte a disposizione appositi sportelli informativi. A tal proposito, noi conosciamo un’ottima iniziativa nata a Pescara: si tratta di un servizio di housing intercomunale chiamato “cerc@casa”, finanziato dal Ministero dell’Interno e dall’Unione Europea.

Questo servizio è nato con lo scopo di migliorare l’integrazione e la condizione abitativa degli stranieri nell’area metropolitana Pescara-Chieti, attraverso la sperimentazione di un sistema innovativo per il sostegno alle persone immigrate nella ricerca di soluzioni abitative dignitose a condizioni non discriminatorie e rispondenti ai loro fabbisogni di vita.

Purtroppo le abitazioni sociali, troppo spesso “ghettizzate” in quartieri periferici, in base a eccessive logiche di mercato, sono spesso trascurate dalle istituzioni e si trasformano sovente da risorsa a vero e proprio disagio.

Sono i luoghi dove le problematiche sociali si mostrano in tutta la loro evidenza sotto forma di tensioni, prevaricazioni, ma anche vere e proprie sacche di delinquenza.

E’ qui che si sente forte l’esigenza di un intervento forte e risanante che aiuti chi abita questi luoghi a trovare le risorse per migliorare la propria esistenza.

In alcune città cominciano nascere interventi di questo tipo, si interviene su gli anziani e sui giovani e giovanissimi che rappresentano le fasce di popolazione più deboli e a rischio, aiutandoli a trovare spunti di creatività per mantenere alta la loro voglia di socializzare e condividere. Il problema dell‘integrazione, soprattutto sociale, resta il tema preminente dei quartieri popolari, quartieri nati in zone periferiche e ormai incorporati nell’area urbana, ma mai pienamente ad essa integrati. E’lì che diventa importante che ci sia la possibilità di recuperare  spazi reali  dove attivare eventi che coinvolgano gli abitanti, favorendo l’incontro  e la sperimentazione di attività tra i residenti. Si potrebbero promuovere  la creatività e il talento dei giovani nei diversi ambiti espressivi, fornire loro strumenti informativi e di conoscenza atti a strutturare le capacità di discernimento, concorrere in qualche modo ad espandere la cultura della legalità, favorire l’incontro sociale e rendere i cittadini protagonisti di un nuovo modello di riferimento urban, ambientale e sociale.

Questa è certamente la strada che si dovrà percorrere in futuro. Si dovrà fare in modo che le istituzioni possano attivarsi, oltre che per cercare le risorse materiali ed economiche per risolvere i problemi abitativi, nello fornire gli strumenti e le risorse umane per poter ascoltare chi ha tanti disagi per aiutarli a trovare in loro stessi le risorse per affrontare le eventuali difficoltà legate alla casa.



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