Io la penso così. Intervista a mio figlio adolescente

Postato da on September 16, 2013 in la finestra. Storie di belle realtà | 2 commenti

Io la penso così. Intervista a mio figlio adolescente

Perché vuoi intervistarmi?”- Simone, mio figlio, mi guarda divertito. – “Non hai un argomento per il prossimo articolo?”

Sorrido per l’arguzia che mostra.

“Diciamo che m’interessa il punto di vista di un adolescente. Spesso, come adulti, riportiamo le frasi o i pensieri dei nostri figli ma tendiamo a interpretarli. In questo caso vorrei essere una semplice ascoltatrice”!

“Ok, allora. Fammi le domande” dice accomodandosi sul lettino da mare.

E’ il primo weekend di Settembre e l’ultimo prima dell’inizio della scuola. E proprio pensando a questo gli chiedo, con tono professionale “Qual è, oggigiorno, la maggiore difficoltà per un quindicenne?”

Simone ci pensa un attimo e poi mi risponde, senza esitazioni: “Penso sia avere uno scopo nella vita, un’ambizione. Si vedono sempre più ragazzi che non sanno cosa fare, che non appaiono interessati del loro futuro e di dove saranno tra qualche anno. I loro unici pensieri sono il telefonino o una macchina particolare. Come realizzare queste cose non è argomento d’interesse!”.

“La tua ambizione invece?”

“Diventare uno chef pluristellato! Prima, però, devo studiare e imparare molte cose”.

“A te – lo punzecchio – non piace molto andare a scuola mi sembra”.

“E’ vero! Afferma sincero- t’insegna molto di più vivere la vita ogni giorno, specialmente in questa professione”. Il tono è solenne e mi chiedo quanta disillusione abbiamo arrecato a questi ragazzi per portarli a giungere a queste conclusioni.

“Gli adulti non aiutano gli adolescenti a trovare uno scopo nella vita. “- continua Simone, quasi mi leggesse nel pensiero – “Un genitore dovrebbe far capire l’importanza del lavoro, della determinazione, dell’impegno.”

“Non credi che un genitore cerchi di fare tutto questo? Che s’impegni, con fatica, per riuscirci?

“In generale non c’è comunicazione tra adolescenti e adulti.” Sorride – “non è il mio caso!”

“ Quali sono i lati positivi dell’adolescenza?”

“Ti dico prima i negativi “ – “La scuola, per esempio. Non aiuta per niente perché non è professionale quanto dovrebbe. Non è in grado di far rispettare le regole; mostra solo debolezze invece che forza. Dovrebbe operare affinché la vita, all’interno, sia un momento di unione tra i ragazzi, di divertimento e non di angoscia.”.

Simone, si gira verso il mare, quasi a riflettere e poi continua: “ La società è un altro aspetto negativo. Noi adolescenti non vediamo persone amorevoli, cortesi o gentili. Ci imbattiamo, invece, in gente maleducata, in drogati, ubriachi. Quindi, anche se un genitore s’impegna con il proprio comportamento, il ragazzo s’immedesima nella società che predomina e si adegua. Quasi dovremmo evitarla la società – aggiunge borbottando.”.

Lo ascolto attenta a trascrivere ogni parola, ogni pensiero.

“Poi c’è lo stato, il maggior responsabile perché gestisce tutto. Da lui parte il riferimento ed è di totale disinteresse.”.

“Il lato positivo dell’adolescenza – mi dice abbandonando quel tono adulto – è che l’adolescente ha ancora la fantasia e anche se il corpo cresce e lui prova a nascondere la parte da bambino, il cuore dolce c’è sempre.”

Sorride e riprende il discorso sul futuro.

“Se la famiglia è rispettabile in termini di qualità e di atteggiamenti, l’adolescente ha una possibilità in più, anche se dipende, comunque, dal ragazzo scegliere e anche commettere errori. Gli adulti continuano a rimproverare gli adolescenti dimenticando di essere stati essi stessi tali. Si beano della loro esperienza che, in verità, potrebbe essere stata sbagliata. Continuano a dire di non fare errori ma è proprio da questi che s’impara. I genitori, gli adulti in generale, pensano che un bambino non sia all’altezza di un adulto. In verità gli assassini, i ladri, i politici sono solo tra gli adulti che hanno il cuore corrotto mentre i bambini hanno un cuore puro e sono sinceri e autentici. Gli adulti, inoltre, caricano gli adolescenti di problemi che non li riguardano e li appesantiscono. E’ anche vero che un ragazzo può cercare di non farsi coinvolgere.”. Riflette.

“Non tutti hanno gli strumenti o la capacità di far questo” osservo.

“L’atteggiamento dei figli è consequenziale a quello dei genitori” mi dice, alzandosi improvvisamente. – Vado a giocare a pallone! “

“E l’intervista?” “Finita!” – mi grida da lontano.

Meravigliosa adolescenza



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2 Commenti

  1. grazie sabrina, hai un figlio speciale!!

    • Grazie Stefania,
      è uno specchio mirabile e un maestro di vista straordinario.

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