La sai l’ultima?

Postato da on November 15, 2014 in la finestra. Storie di belle realtà | 2 commenti

La sai l’ultima?

L’altra sera ero a cena con la mia amica Emanuela e le confidavo lo stato d’animo che mi attraversa da un po’ di tempo; una sensazione di confusione, di non riconoscimento di me; la percezione che tutto ciò che, fino ad oggi, è stato pregnante e importante, quasi stia scomparendo, per lasciare posto alla voglia di un’energia totalmente diversa che più che fare, senta.

“Capisci?” – “.. come se avessi voglia di trovare, che dire, il principe azzurro”. Figura che, già a otto anni,ho sempre “classificato” come robetta da sciocche bambine che, di fronte alla sfida della crescita e del futuro, pianificavano un matrimonio, figli e una casa.

Mentre io, le guardavo sprezzante, e mi vedevo già proiettata nel mondo giornalistico, alle prese con un reportage importante, oppure alla presentazione del mio futuro libro. In ogni caso, nel bel mezzo di un successo planetario.

Emanuela mi guardava, interessata e attenta, come fa sempre, in attesa che finissi il mio ragionamento.

“Capisci? Per la prima volta nella mia vita, sono assente dal lavoro. Parlo con le persone con cui risolvere delle problematiche e mi scopro a pensare ad altro; ti dirò di più, – continuo, infervorata nel discorso – mi sento proprio come se avessi due metà separate, una è lì che ascolta e, in modo molto professionale, cerca di comprendere e superare i problemi lavorativi, l’altra  metà, invece, è lì che guarda le farfalle, si perde nei pensieri, immagina amori, notti romantiche, fughe.”

“Dottor Jekyll e Mr. Hide!!, io. Ti rendi conto? Ioooo!”

“Effettivamente, non sembri tu- “ Emanuela sorride, senza aggiungere altro.

“Ioooo!” continuo, quasi non sentendola. Ioooo che ho passato una vita ritenendo di dovermi conquistare il mio posto al sole. Iooo che ho elaborato strategie, piani, coinvolto persone, continuato a pensare anche mentre dormivo. Ioooo che non ho mai abbassato la guardia e perso il controllo… ecco.. non ci sono più.. non esisto più.”

“Forse è solo la voglia di far venire fuori quella parte istintiva di te, quella che non ha paura di mettere in gioco i suoi sentimenti, che si lascia trascinare, che non pianifica o ragiona. Insomma, non sei tu quella che parla del condominio interiore e degli stanzini dove confiniamo certe energie?” – mi guarda sorniona.

“Non sei sempre tu che dici che quelle energie, comunque, stando chiuse per anni, invece di perderli i loro poteri, li aumentano, acquisiscono forza e, a un certo punto, quanto meno te lo aspetti, fanno il loro ingresso trionfale in campo, scardinando tutta la struttura che hai faticosamente costruito?”

La guardo attonita.

“Quindi?”

“Quindi, caro il mio incubino rosso, è arrivato il tuo momento. La vita ha detto che è ora di imparare ad ascoltare quella parte di te che è capace di sentire le emozioni, di intuire, di lasciarsi andare.”

Si ferma pensierosa. Sembra che voglia dire qualcosa ma poi ci ripensa, terminando:” AUGURI!”

“ Come sarebbero auguri?” – la guardo, tra il frastornato e l’irritato.

“Sarebbe – continua accondiscendente Emanuela – che è tempo che fai venir fuori ciò che c’è dentro; che abbatti le tue spaventose resistenze e che accetti che anche tu, lo volevi un principe azzurro!”

Rido divertita.

Perché è vero. Lo voglio veramente il principe azzurro o meglio, voglio l’emozione di lasciarmi andare, di mostrare la mia fragilità; il bisogno di sentirmi protetta e, nel contempo, una principessa.

“Certo – continua Emanuela-  fa specie scoprire di volere il principe azzurro all’età dei datteri!!”

L’ilarità dilaga.

“Sicuro! Continua la Ema ( come si dice a Milano), dei datteri, ragazza mia. Anche se benvenuta confusione!! Ricordati, che rappresenta un momento in cui si muove qualcosa, l’opportunità di evolvere e di crescere!” – A te l’onore di cavalcare l’onda e l’onere di rimanerci sopra, però, forse è la tua sfida più bella!”

La guardo ammirata.

Emanuela è la mia migliore amica da ormai  20 anni. E’ la stessa persona che mi ha licenziata nell’azienda pregressa (era il direttore del personale) e che mi ha accudito nei momenti successivi. E’  una delle poche persone più autentiche che conosca e la più severa con se stessa.

“Ho però, una notizia non buona per te!” continua.

“Il sogno del principe azzurro è qualcosa che non dovrebbe mai essere infranto; che dovrebbe essere vissuto da tutte le bambine, sognato, agognato. Però, come tutti  i sogni, esiste un momento in cui si cessa di essere bambine e ….”

“e???” le vado dietro..

“ e si scopre che non è così facile trovare quel principe azzurro, perché – prorompe in una grassa risata –  il principe azzurro è GAY!!!”

Benedetta amicizia!!.

 



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2 Commenti

  1. Sabrina, mi hai detto di non ridere quando avessi letto questo articolo, non rido sorrido e ti ringrazio,

    • Cara,
      ti ringrazio tanto; la scoperta della propria essenza talvolta lascia perplessi ma anche felici. Un abbraccio forte forte

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