Il ritorno all’essenza: diario della psicovacanza in Cappadocia

Il ritorno all’essenza: diario della psicovacanza in Cappadocia

Il cielo arrossato dal tramonto, l’aria calda e avvolgente, il profumo di menta selvatica, ed io sono già avvinta, sin dall’atterraggio nel piccolo aeroporto di Nevsehir. Nessun panorama speciale ancora, solo qualche collina oltre la pista d’atterraggio, ma già la terra, protagonista sin da subito, comincia a parlarmi, toccarmi, tanto che anch’io voglio toccarla, nell’urgenza di sfiorare un albero, o di assorbirne l’essenza dall’aria che sa di rosso quanto lei.

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Una coppetta di bontà

Una coppetta di bontà

  La ragazza esile dai capelli rossi mescola con calma meticolosa il gelato, lo lavora, lo ammorbidisce prima di riempire la coppetta di un bel blu oceano. Un gelato da Grom è un’esperienza indimenticabile. Per me che sono una cultrice del gelato e che migro, come un’anima in pena, da una gelateria all’altra in cerca di un sapore autentico, giungere in questo tempio del gusto è stato come giungere nella terra promessa. Il gelato di Grom...

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