Il peso della leggerezza

Molto spesso ci capita di sentire qualcuno lamentarsi per i tanti impegni e la fatica del quotidiano (non importa quale attività occupa le nostre giornate e con chi condividiamo la gestione casalinga), così come conversiamo sull’attesa pausa estiva di relax, vacanza o riposo, in qualche modo, dall’affaticamento dei lunghi mesi trascorsi.

Sembra che si faccia sentire fortemente il bisogno di distrarci, dedicarci a ciò che ci piace molto, e alle persone a cui teniamo, oltre alla necessità di prendere distanza dalla routine del nostro vivere.

Magari per alleggerirci dalla stanchezza prodotta dai tanti doveri e responsabilità, dai ritmi sostenuti (spesso accelerati) che ci fanno sentire in una costante gara con un orologio che, implacabilmente, a un certo punto ci farà rimandare qualcosa a domani.

Ma forse non ci è proprio facile trovare un reale spazio per la leggerezza e la spensieratezza, con l’intento di cogliere occasioni concrete di distrazione, attività futili e di svago.

Negli ultimi giorni ho proposto ad una coppia di amici di vederci per un aperitivo all’aperto, per due chiacchiere e qualche sfiziosità da gustare; ho invitato un’amica che non vedevo da tempo, ad una serata a casa di amici che organizzano una festa nel loro bel giardino, e la loro reazione mi lascia perplessa.

Mi parlano di un momento difficile, molto pesante, per questioni familiari e importanti difficoltà nell’ambiente lavorativo, quindi affatto nel giusto stato d’animo per queste idee…

Forse non dovremmo farci sfuggire la possibilità di poterci dedicare un tempo frivolo, spensierato, senza scopi specifici se non la volontà di spostarci dalla impegnativa complessità dei nostri pensieri, anche a causa del peso delle responsabilità e dei doveri, talvolta eccessivo, che ci si accumula costantemente sulle spalle.

Questo nostro contesto sociale, però, ci fa sentire più “adeguati” e in numerosa compagnia, quando esprimiamo la scoraggiante fatica di vivere, le difficoltà che ci portano a profondi momenti di introspezione e pesantezza. Oppure la difficile molteplicità di esigenze quotidiane, che diventano necessità di sacrificare spazi di piacevolezza.

Di certo il concetto di leggerezza è invece generalmente associato alla faciloneria, alla superficialità, all’avventatezza.

Si dice anche “commettere una leggerezza”…

Mi sembra quindi che facilmente prevalga l’attenzione a non volere essere considerati inaffidabili, poco seri o incostanti, anziché voler esternare il bisogno di alleggerirsi

Per non soffermarci su cosa si intende comunemente quando una donna si definisce “leggera” e cosa può produrre in noi!

“Vi era anticamente una capacità di spensieratezza e di giocosità che è stata in buona misura soffocata dal culto dell’efficienza. L’uomo moderno pensa che tutto deve essere fatto in vista di qualcos’altro e non come fine a se stesso” B.Russell

Come ci ricorda questa citazione del filosofo matematico Bertrand Russell, dovremmo ridare spazio a quella capacità di prenderci un tempo per una banale chiacchiera sorseggiando la nostra bevanda preferita con una persona che ci piace, o riunire degli amici per una giornata diversa dal solito (visitare un luogo speciale, fare un pic-nic, godersi un concerto, ecc) e due sane risate.

Ancor più quando in noi prevalgono il tipo di emozioni che appesantiscono o le tensioni accumulate.

Molto probabilmente situazioni lievi e futili possono offrirci la possibilità di rilassarci o ricaricarci un po’, oltre a spostare la nostra attenzione da faticosi pensieri dominanti, per relativizzare e sdrammatizzare.

Inoltre credo che in qualsiasi momento potremmo soffermarci e mettere una buona dose di volontà (a volte con fatica, è innegabile) per notare le tante e preziose risorse che la vita ci mette sempre a disposizione, provando ad accettare più serenamente gli ostacoli che ci fa incontrare.

Magari in alcune circostanze, anche solo qualche dettaglio apparentemente banale ci può far cogliere l’opportunità meravigliosa del vivere e già questo merita un brindisi e il nostro sorriso più pieno.

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Autore: Alessandra Caroli

È counselor relazionale ad indirizzo mediacomunicativo ed educatrice professionale. Per Avalon si dedica da anni ad attività di counseling, tutoring e organizzazione di eventi. Coordina le attività didattiche ed è parte del corpo docente della Scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione. Si occupa di counseling e formazione in contesti pubblici e privati, con un’esperienza decennale in ambito sociale, attraverso progetti di riabilitazione per la disabilità psico-fisica di adulti e bambini e di sostegno alle famiglie. Da sempre ama approfondire la conoscenza di luoghi e culture diverse, unendo quindi il viaggio fuori al viaggio dentro di sé. Con entusiasmo, attraverso la rubrica “Il punto di vista del counselor”, si occupa di sostenere e divulgare questo approccio alla crescita personale e di favorire nel lettore un ampliamento delle prospettive nell’affrontare la quotidianità.

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