La mia lettera al mondo: Emily Dickinson

Esiste un linguaggio capace di creare uno spazio intimo e di trasportarci in un altrove? Si, secondo alcuni: la poesia. Se ci pensiamo, da secoli, versi e rime accarezzano l’anima.

Sono memorie di un tempo senza tempo; straordinario il suo potere evocativo, non è un caso che sia nata prima della scrittura con le sue forme orali.

Cuori sensibili, attenti osservatori, rendono possibile quest’arte poetica.

Così i poeti incantano e traghettano in esperienze uniche: come la sacerdotessa della poesia Emily Dickinson, considerata tra i più grandi lirici moderni.

“ Un’autrice coraggiosa e innovativa e profondamente consapevole del proprio ruolo e dei propri mezzi. Una creatrice di linguaggio, insomma un’intrepida iniziatrice.”

Non si immagina di conoscerla così, quando per la prima volta si legge “ La mia lettera al mondo”, un concentrato di poesie, tradotte dalla mano sapiente di Andrea Sirotti.

“ Una traduzione che, come un taglio di luce, cerca di illuminare…Col fine ultimo di restituire una Dickinson magari meno fluente e musicale…Ma forse più vera, con tutte le sue reticenze, sospensioni, profondità, asperità o geniali bizzarie.”

Parola dopo parola, si viaggia tra silenzio e suono, tra spazi limitati e immense aperture che consentono di conoscere una Dickinson inedita, non più solo come quella donna fragile e schiva, nonostante la nota ritrosia nel pubblicare le sue opere, ma come “ vestale di un’arte” saggia, autentica e profetica.

Una poetica capace di essere e raccontare quello che solo la poesia sa alimentare dentro di noi, non esistono regole, ed è proprio questa la sua bellezza.

Ogni poesia percorre la propria strada, si avvicina, entra in contatto con noi e ci accompagna nel mondo rarefatto delle emozioni. In questa estate, cari lettori, l’augurio è di scoprire la vostra poesia che possa essere un incontro unico.

 

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Ci si abitua al buio –

quando la luce viene spenta-

come quando la vicina alza il lume-

segno del suo arrivederci-

 

E’ un momento-ci muoviamo incerti

per il nuovo della notte-

poi-adattiamo la vista al buio-

e andiamo incontro alla strada-eretti-

 

E’ lo stesso per-tenebre-più grandi

quelle notti della mente-

quando non c’è luna a disvelare un segno-

o stella-che spunti-da dentro-

 

I più coraggiosi-brancolano un po’-

e a volte sbattono contro un albero

proprio sulla fronte-

ma appena imparano a vedere-

 

Che sia l’oscurità a cambiare-

o qualcosa nella vista

si adatta alla mezzanotte-

e la vita s’avvia, quasi dritta.

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Autore: Il Covo dei Liberfili

Veronica Casciani, Simona e Moira Di Naccio, una "sorellanza" nata frequentando la scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione® (con Veronica almeno, Simona e Moira sono sorelle). Conducono presso la psicolibreria i Luoghi dell'Anima il Covo dei Liberfili, un incontro dedicato a tutti coloro i quali vogliono inoltrarsi in maniera insolita nelle pagine di un libro e nel cuore delle questioni della vita che racconta. Tra loro i libri sono diventati l'ennesima occasione di confronto e condivisione. Offrono specchi in cui riflettersi, conforto, esperienze che sarebbe impossibile vivere direttamente... Questo lo spirito degli articoli, non recenzioni, ma spazi aperti ai commenti di chi vuole aggiungere altre letture.

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