La vitalità al centro

 

In questo momento ci viene chiaramente spontaneo considerare gli elementi che determinano la condizione di benessere e di salute delle persone.

Inevitabilmente penso alla importante quantità di fattori che contribuiscono al nostro stare bene, ovvero alla stretta connessione tra lo stato del nostro corpo, i pensieri che ci caratterizzano e la gestione del nostro vissuto emozionale.

Non ultimo l’influsso del contesto in cui viviamo, su tutto ciò.

Osservando bene ci possiamo accorgere che ciascuno di noi rappresenta un sistema complesso, da cui è possibile trarre spunti eloquenti per capire quanto le funzioni e gli organi del corpo siano anche simboli meravigliosi.

Credo fortemente che la lettura del significato di questi simboli potrebbe essere un’ottima opportunità per comprendere meglio noi stessi in senso ampio.

Ho voluto approfondire ad esempio la funzione e il valore di una ghiandola, forse poco conosciuta, che è situata al centro del nostro petto, sotto lo sterno e vicino al cuore: il timo.

Gli studi scientifici la descrivono come una ghiandola attiva soprattutto durante l’infanzia, che tende a ridurre la sua dimensione in età adulta; è un organo primario del sistema linfatico ed ha una funzione fondamentale nel nostro sistema immunitario. Il timo produce infatti linfociti T, ovvero cellule che vanno a far parte delle nostre difese immunitarie, utili al nostro organismo per proteggersi da eventuali elementi esterni dannosi.

La massima espansione del timo è presente in età adolescenziale quando generalmente siamo in una condizione di grande entusiasmo, fantasia, gioco, poesia, esuberanza, voglia di vivere.

Quasi inevitabilmente, i vari ruoli che ricopriamo crescendo, le responsabilità, i doveri, le delusioni, le prove difficili, fino a eventuali traumi, ci inducono a modificare quell’approccio al vivere.

E trovo che il ruolo di questa ghiandola sia perfettamente definito dall’etimologia del suo nome: energia vitale (dal greco)

Infatti una delle prime risposte del nostro corpo ad una situazione di forte stress è la restrizione del timo, che diventa il primo organo ad essere influenzato da uno sforzo, un affaticamento psicofisico molto forte.

Ciò avviene ad esempio come reazione ad un trauma improvviso o uno stato di malattia, che richiede l’utilizzo di milioni di linfociti (che dal timo verranno indirizzati laddove necessario nel corpo, per la loro funzione difensiva), oppure ad una forte tensione mentale ed emotiva.

Accanto a quella risposta fisica, avviene anche una riduzione immediata della forza vitale, come è facilmente intuibile ripensando a momenti di particolare difficoltà vissuti, più o meno, da ciascuno di noi.

E il caro Platone aggiunge, secondo me, un pezzo davvero interessante.

Egli distingue tre facoltà dell’anima: una che ci serve a calcolare (la ragione), una con la quale desideriamo, che raggruppa fame, sete e appetito sessuale (l’istinto), e una terza intermedia che definisce thumos, e che nella sua scala di valori è collocata a metà tra la più nobile e la più vile (nell’ordine appena descritto).

Secondo lui la ragione si trova nella testa, i desideri sono nella pancia, il thumos è situato nel torace…e vicino al cuore si trova il timo, ci dice tuttora la scienza medica.

Semplificando molto, ma con l’intenzione di cogliere una lettura essenziale, l’area del cuore può essere associata alla sede del nostro sentire, il luogo delle emozioni, di ciò che ci appassiona, che ci muove verso l’altro e verso le esperienze piene, totalizzanti.

Al centro esatto del nostro corpo, con la funzione centrale di integrare gli aspetti dell’essere umano che non appartengono né alla ragione né all’istinto.

Rifletto quindi sull’enorme utilità, ora più che mai, di accogliere tutto quanto si sta muovendo emozionalmente in noi, per poi provare ad amplificare l’empatia, la tolleranza, la compassione, la gratitudine, il coraggio.

Con tenacia e determinazione, e con una eventuale gradualità, trovo necessario attivare la volontà di riaprirci alla vita, e ritrovare la nostra innata capacità di sentire dal “centro” di noi stessi. Da lì prenderci cura di noi al meglio.

Essere davvero sani prevede un livello alto di energia vitale, che tradurrei con vitalità, voglia di vivere, grinta e quindi un’ottima funzionalità del nostro  “ thumos”

 

“Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso”  F.Dostoevskij

 

 

 

 

 

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Autore: Alessandra Caroli

È counselor relazionale ad indirizzo mediacomunicativo ed educatrice professionale. Per Avalon si dedica da anni ad attività di counseling, tutoring e organizzazione di eventi. Coordina le attività didattiche ed è parte del corpo docente della Scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione. Si occupa di counseling e formazione in contesti pubblici e privati, con un’esperienza decennale in ambito sociale, attraverso progetti di riabilitazione per la disabilità psico-fisica di adulti e bambini e di sostegno alle famiglie. Da sempre ama approfondire la conoscenza di luoghi e culture diverse, unendo quindi il viaggio fuori al viaggio dentro di sé. Con entusiasmo, attraverso la rubrica “Il punto di vista del counselor”, si occupa di sostenere e divulgare questo approccio alla crescita personale e di favorire nel lettore un ampliamento delle prospettive nell’affrontare la quotidianità.

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