L’identità rinnegata

La forza del mito risiede nel raccontare storie che riguardano gli uomini di ogni tempo. Quella di Narciso narra di un ragazzo bellissimo condannato ad amare solo se stesso e ad inseguire la sua immagine irraggiungibile, riflessa nello stagno, fino a trovare la morte.

Un mito che descrive una condizione umana di grande sofferenza e che, a volumi elevati, si connota come una vera e propria patologia, codificata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali in Narcisismo, appunto.

Alexander Lowen, medico, psicanalista, fondatore dell’Analisi Bioenergetica,  un approccio psicoterapeutico che procede prendendo in considerazione sia il versante psichico, sia quello corporeo, dedica a questo tema un libro: “ll narcisismo – L’identità rinnegata”, edito per la prima volta nel 1983 e arrivato alla quindicesima edizione, proprio perché tratta un tema ancora di straordinaria attualità.

Nell’introduzione al suo lavoro, l’autore spiega che il termine “narcisismo” descrive una condizione sia psicologica che culturale. A livello individuale indica un disturbo della personalità, caratterizzato da un esagerato investimento nella propria immagine a spese del sé. A livello culturale può essere visto come una perdita di valori in cui manca l’interesse per l’ambiente, i propri simili, la qualità della vita in generale.

“ Quando la ricchezza occupa una posizione più alta della saggezza, quando la notorietà è più ammirata della dignità e quando il successo è più importante del rispetto di sé vuol dire che la cultura stessa sopravvaluta l’”immagine”, e deve essere ritenuta narcisistica.”

Il narcisismo dell’individuo corrisponde a quello della cultura e viceversa in un rapporto d interdipendenza in cui l’indagine psicologica non può prescindere da quella sociologica. Ma può una cultura essere folle?

“Se il mondo nel quale viviamo, cioè il mondo della civiltà, è irreale, l’incapacità di adattarsi non dovrebbe essere considerata follia. A mio parere i narcisisti si sono perfettamente adattati al mondo nel quale vivono, aderiscono ai suoi valori, ne seguono i modelli che cambiano costantemente, si sentono a loro agio nella sua superficialità.”

Attraverso il racconto di una serie di casi clinici, l’autore ci conduce alla scoperta della condizione narcisistica, capace di infliggere terribili sofferenze sia in chi ne è vittima sia in chi con lui (o lei) instaura una relazione profonda. Il trattamento di questi pazienti è diretto ad aiutarli ad essere in contatto con il proprio corpo, a recuperare le emozioni e le sensazioni soppresse perché non in linea con l’immagine ideale di sé e a trovare i canali per esprimerle.

Ma la chiave della terapia è la comprensione, precisa l’autore. Senza di essa nessun approccio terapeutico o tecnica ha senso o è efficace a livello profondo.

E se, al di là delle diagnosi, potessimo rivolgere quella comprensione e quello sguardo amorevole su di noi e utilizzarlo per accudire le “ferite narcisistiche” che inevitabilmente la vita e il mondo delle relazioni comporta? Non sarebbe forse l’occasione di scoprire una parte di sé rinnegata e rimandare un’immagine più autentica?

Una lettura che tratta un tema molto dibattuto in ambito psicologico e anche un po’ “di moda”, consigliata a chi ha voglia di esplorare oltre la superficie delle cose.

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Autore: Il Covo dei Liberfili

Veronica Casciani, Simona e Moira Di Naccio, una "sorellanza" nata frequentando la scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione® (con Veronica almeno, Simona e Moira sono sorelle). Conducono presso la psicolibreria i Luoghi dell'Anima il Covo dei Liberfili, un incontro dedicato a tutti coloro i quali vogliono inoltrarsi in maniera insolita nelle pagine di un libro e nel cuore delle questioni della vita che racconta. Tra loro i libri sono diventati l'ennesima occasione di confronto e condivisione. Offrono specchi in cui riflettersi, conforto, esperienze che sarebbe impossibile vivere direttamente... Questo lo spirito degli articoli, non recenzioni, ma spazi aperti ai commenti di chi vuole aggiungere altre letture.

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