Meravigliamoci ancora

Credo che la capacità di meravigliarsi riguardi poco il pensiero razionale, e che invece abbia a che fare con il mondo variegato delle emozioni che si muovono in noi, accanto alle infinite sensazioni che possono attraversarci.

La nostra mente ci suggerisce probabilmente che in tempi così incerti, difficili per molti versi, quasi claustrofobici per altri, c’è poco che possa meravigliarci…

Direi invece che diventa necessario, prezioso, utile più che mai per una buona qualità del nostro quotidiano.

Saperci meravigliare descrive il nostro atteggiamento verso la vita, plasmabile dalla nostra volontà: non può essere soltanto un evento straordinario o uno stato d’animo eccezionale a stupirci, ma anche la capacità di soffermarci, di notare ciò che ci circonda e talvolta ci cattura, o ci fa vibrare.

Affinché accada serve innanzitutto alzare lo sguardo, spostando l’attenzione dalle nostre abitudini, dalla routine di certi pensieri, che appiattisce e fa sembrare banale il nostro vivere; spesso catturati dai soliti doveri e con un atteggiamento abbastanza passivo, che ci inducono alla chiusura.

Penso che ci si possa meravigliare quando osserviamo davvero, accogliamo con reale curiosità quanto accade intorno a noi.

In che modo?

Aprendoci agli altri, al contesto che ci circonda e alle infinite sensazioni che ci possono arrivare da dettagli in apparenza banali, con motivazione e fiducia nelle opportunità insite nel vivere.

Non significa aspettare quel qualcosa che ci suscita reazioni tipo “ Wow che bello!!” oppure  “ Che fantastica sorpresa!!”

Piuttosto notare, farci colpire persino da ciò che potrebbe produrre in noi sgomento, o rabbia, o disorientarci…purché non ci lasci inermi o indifferenti.

Credo che quel “dare per scontato”, che gradualmente si trasforma in sinonimo di “normale”, possa diventare davvero sminuente delle infinite risorse alla nostra portata.

Penso ad una canzone d’altri tempi, riproposta di recente con successo dal famoso gruppo Negramaro, che ci suggerisce che è molto strano “non esserci accorti di quanto sia meraviglioso il mare, il sole, o la luce del mattino” e invita a guardarsi intorno, appunto per apprezzare ciò che può sembrare ovvio.

Altra riflessione da “Meraviglioso”: non importa quanto estremo sia il malessere percepito in alcuni momenti, constatare la meraviglia può aiutarci a risalire, apprezzando a poco a poco, semplicemente, il Bello

Dovremmo soffermarci, e accogliere una sorta di alterazione, che magari ci pervade per pochi istanti, ma ci consente di lasciarci inebriare da un aroma succulento come quello del dolce al cioccolato appena sfornato, o ammirare le sfumature della petunia fucsia sbocciata sul balcone, oppure di farci catturare dalle espressioni di un amico quadrupede, o ancora di nutrirci dello sguardo grato del passante con cui siamo stati gentili.

L’effetto di quella condizione speciale, che coinvolge anche il corpo, è evidente osservando il comportamento dei bambini: ciò che li meraviglia gli toglie il respiro o gli fa sgranare gli occhi, in quanto insolito, attraente o stupefacente.

Grazie alla loro totale fiducia verso la vita, i piccoli si fanno coinvolgere ed entusiasmare da tanti dettagli, dalla conoscenza del nuovo che diventa scoperta, e dalla magia insita nelle sconfinate espressioni della vita.

E ci aiutano a ricordare che meravigliarsi diventa una esemplare iniezione di vitalità ed energia, ancor più per noi adulti.

 

E se poteste mantenere la meraviglia del vostro cuore dinanzi ai miracoli quotidiani della vita, il vostro dolore non sembrerà meno meraviglioso della vostra gioia”

Khalil Gibran

 

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Autore: Alessandra Caroli

È counselor relazionale ad indirizzo mediacomunicativo ed educatrice professionale. Per Avalon si dedica da anni ad attività di counseling, tutoring e organizzazione di eventi. Coordina le attività didattiche ed è parte del corpo docente della Scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione. Si occupa di counseling e formazione in contesti pubblici e privati, con un’esperienza decennale in ambito sociale, attraverso progetti di riabilitazione per la disabilità psico-fisica di adulti e bambini e di sostegno alle famiglie. Da sempre ama approfondire la conoscenza di luoghi e culture diverse, unendo quindi il viaggio fuori al viaggio dentro di sé. Con entusiasmo, attraverso la rubrica “Il punto di vista del counselor”, si occupa di sostenere e divulgare questo approccio alla crescita personale e di favorire nel lettore un ampliamento delle prospettive nell’affrontare la quotidianità.

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