Riconsiderare l’idea di bellezza come modello unico

Essere belli è spesso confuso con l’essere corrispondenti al modello vigente nell’ambiente sociale di riferimento al quale si appartiene. Sottoposti ad influenze pubblicitarie pressanti, spesso dimentichiamo di essere consumatori attenti e non verifichiamo ciò che sta dietro al consumo di cosmesi, abbigliamento, integratori alimentari e tutto ciò che ruota intorno all’estetica.

In questa rubrica affronteremo la bellezza da un punto di vista alternativo, considerandola come espressione del sè autentico e dunque connessa alla natura e all’ambiente.

 

La cosmesi è generalmente considerata materia frivola che poco ha a che fare con il benessere interiore di ciascuno di noi. Eppure il nostro corpo è ciò che ci permette di entrare in relazione con l’altro, ciò che di noi per primo viene percepito e ciò che ci consente di esprimere, attraverso l’immagine, ciò che siamo. Lavarci, pettinarci, raderci/truccarci: siamo certi che siano gesti così frivoli?

 

In quanto animali sociali, sul corpo abbiamo costruito un insieme di regole scritte e non scritte che ci aiutino nell’interazione con i nostri simili. L’igiene è senz’altro una di queste regole.

Un corpo pulito, che non emani cattivi odori e che sia in uno stato di ordine, è la minima condizione richiesta quando si ha a che fare con l’altro.

Tali requisiti di base variano a seconda delle latitudini e dei momenti storici: i nostri trisnonni facevano il bagno una volta al mese, e nella stessa acqua si lavavano tutti i membri della famiglia. Maria Antonietta e la sua corte portavano parrucche appariscenti che sotto nascondevano chiome non lavate da mesi e spesso anche ospiti indesiderati.

Pertanto, il “volume” che regola l’igiene personale nella società di appartenenza, può variare di molto.

 

Oggi il volume è decisamente alto: ci è richiesta un’igiene quasi maniacale – tanto che moltissimi detergenti contengono anche sostanze disinfettanti – e la nostra estetica deve aderire ad un unico modello di riferimento magro, atletico,  vestito alla moda, con i capelli impeccabili, trucco, tacco dieci a qualunque ora del giorno e potremmo continuare.

Il risultato è che siamo sempre più distanti da noi stessi e dalle nostre specificità individuali, patendo un disagio che nei casi più estremi conduce a malattie come disturbi del comportamento alimentare, depressione, germofobia.

 

cosmetici che ci vengono proposti insistentemente, tramite messaggi pubblicitari sempre più invadenti, seguono queste regole non scritte. Ecco perché, ad un’artificialità del modello, corrisponde un’artificialità del prodotto, che mira a nascondere, disinfettare, mascherare ciò che la nostra pelle ci dice.

Il modo in cui può farlo è attraverso l’impiego di materie prime frutto di chimica inquinante e poco eudermica[1], che compongono un prodotto senz’altro molto profumato, molto liscio, molto piacevole al tocco, ma dannoso per l’ambiente e per la nostra pelle.

 

Da qualche anno però qualcosa sta cambiando. Complici la crisi economica, le mutate condizioni climatiche, il crescente dibattito sulle risorse energetiche, aumentano le persone che cercano di recuperare una visione olistica dell’individuo, come inseparato e inseparabile dall’ambiente in cui vive.

Ecco quindi che curare il proprio aspetto in modo ecologico va di pari passo col curare l’ambiente in cui viviamo. Rispettare la propria specificità equivale a rispettare la biodiversità ambientale. Corpo e pianeta sono un’unica cosa.

 

La pelle ci parla continuamente, solo che non siamo abituati ad ascoltarla.

Lavarci, pettinarci, raderci/truccarci possono diventare gesti di consapevolezza che contribuiscano a farci sentire sempre più in sintonia con la natura e con noi stessi come diretta conseguenza.

 

Il cosmetico ecologico è composto da ingredienti di derivazione vegetale, uniti ad altri sviluppati dalla cosiddetta  “green chemistry”, ovvero la branca della chimica che si preoccupa di elaborare soluzioni meno dannose possibili per l’ecosistema. Dunque anche per noi. Il cosmetico ecologico che non maschera, non disinfetta, non è fatto per attaccarcisi addosso per tutta la giornata, rappresenta l’alternativa alla cosmesi tradizionale.

 

Utilizzare prodotti ecologici ci porta a riconsiderare l’idea di bellezza come modello unico, per avvicinarci ad una bellezza che rispetti le naturali differenze di ciascuno di noi, vera ricchezza dell’essere umano. Una bellezza che mostri fuori ciò che si è dentro. Una bellezza non ansiogena, ma accudente, rilassata, felice.

 

L’essere belli, in questo senso, si lega al nostro benessere interiore, costituendo uno stato di “bell’essere” dove dentro e fuori si ricomprendono e sono uno lo specchio dell’altro.

 

Nei prossimi articoli affronteremo in modo non solo teorico, ma anche pratico, queste tematiche. Anche la frivolezza può essere profonda, e la profondità essere frivola: d’altra parte il bell’essere, è questione di equilibrio.

 

[1] dal greco eu-derma “buono per la pelle”.

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