Riunione dopo le feste al condominio interiore: presiede l’amministratore sig. Ego Consapevole

Cari amici,

torniamo ad occuparci di noi dopo le vacanze natalizie, in cui siamo stati presumibilmente proiettati in giornate vorticose all’insegna del fare e nelle quali l’attenzione è stata catalizzata dal mondo esterno. Nel condividere impressioni e bilanci di questo periodo, in molti casi è emerso un sentimento di affanno misto a malinconia per la perdita della dimensione più intima e pacata e per la mancanza dei presupposti originari: la pausa e il distacco dall’ordinario, per dar spazio all’interiorità e alla ricerca dello straordinario. Oggi sembriamo aver dimenticato l’antica saggezza che distingueva l’otium (dedicarsi al mondo di dentro, la riflessione, l’essere), dal negotium (ciò che ci impegna fuori di noi, il lavoro, le relazioni, il fare) e che dava ad entrambi pari dignità riconoscendone la necessaria complementarietà nella vita di ogni uomo. E’ stato quindi paradossale accorgersi di quanto queste feste siano state percepite, in maniera sempre più diffusa, con angoscia, preoccupazione e stress, sia prima del loro arrivo che alla fine, con il desiderio di tornare quanto prima alla rassicurante normalità … del lavoro di tutti i giorni!

Cos’è cambiato? Perché abbiamo bisogno di fare tante cose, non sappiamo fermarci e approfittare delle pause per stare un po’ con noi? E se e quando lo facciamo, perché ci sentiamo in colpa? Come mai abbiamo così bisogno di riempire il vuoto: nei tempi, negli spazi e a tavola? Chissà che agitazione nel nostro condominio interiore, mi sembra di sentire le loro voci, tutte così cariche di aspettative: il sé pigro che finalmente reclama un po’ di spazio e che non vede l’ora di dormire fino a tardi; l’attivista che gli dà del matto con tutti gli impegni extra che ci sono; il sé responsabile che pensa alla lista dei regali e agli auguri da mandare e il sé mondano che ha voglia di uscire tutte le sere; il sé domestico che pensa a rendere la casa festosa e vorrebbe finalmente riordinare il garage e quello avventuroso che partirebbe subito per un’isola lontana; il sé salutista seriamente preoccupato che decide una dieta preventiva e quello goloso che non vede l’ora di sgarrare perché l’occasione lo concede.

Come vediamo, anche dentro di noi le cose si complicano e provocano stress perché ci sembra di volere una cosa e il suo contrario e di non riuscire ad assecondare tutti i nostri bisogni. Ad ascoltare bene, sembra di stare in una stanza piuttosto affollata dove tutti i nostri sé parlano allo stesso momento: c’è chi urla, chi litiga, chi critica ogni proposta, chi cerca di convincere gli altri, chi alza la mano in attesa del suo turno e chi si ritira offeso in disparte. Come facciamo ad ascoltarli tutti? Come facciamo ad ascoltarci e gestire le molteplici esigenze interiori con le circostanze esterne? In un articolo precedente [1] avevamo già esplorato il nostro mondo psichico in cui la parola ‘io’ rimanda ad un mondo al plurale, fatto di sé primari (i nostri punti di forza) e sé rinnegati (il disagio, la vulnerabilità), paragonandolo ad un condominio nel quale la convivenza non è sempre facile; avevamo poi concluso con la necessità di un amministratore, l’Ego Consapevole, ovvero un sé neutrale e conciliatore, con competenze di ascolto e mediazione. Si tratta di una parte evoluta che ognuno di noi può sviluppare attraverso un percorso di autoconoscenza;  i coniugi Stone lo chiamano Processo di Consapevolezza, ecco i suoi punti fondamentali.

La Visione Lucida, il viaggio inizia con la sosta. Per prima cosa è necessario prendere le distanze, fare un passo indietro e stare fermi ad osservare in modo distaccato e scevro da giudizi. Nel Voice Dialogue [2] rappresenta il primo passo, una fase di astrazione che non prevede alcuna forma di intervento                              ma serve ad imparare a guardare senza coinvolgimento emotivo per valutare la situazione.

L’esperienza dei Sé. Ora siamo pronti a sentire e ad incontrare tutto il nostro pantheon psichico. Non solo i nostri aspetti primari con i quali siamo identificati ma anche l’ombra di quelli rinnegati, che pensiamo non ci appartengano o di cui ci vergogniamo tendendo a censurarli. A differenza della stasi contemplativa della visione lucida, si tratta di un processo dinamico rappresentato a forma di lemnisco (una sorta di otto orizzontale, anche simbolo dell’infinito) che descrive il flusso energetico dei vari sé, finalmente riconosciuti e rispettati ciascuno per le sue peculiarità. Il lemnisco descrive perfettamente la caduta delle barriere tra ‘buoni e cattivi’, la possibilità per tutti di sentirsi a casa e muoversi liberamente dall’ombra alla luce e viceversa. 

 L’Ego Consapevole. Abbiamo compiuto il viaggio fin oltre le colonne d’Ercole, al di là dei confini del bene e del male, incontrato mondi lontani a volte così diversi imparando a non giudicare e a riconoscerne le qualità, ora siamo pronti per tornare ad Itaca. Equiparabile all’Ego Operativo tradizionale e potenziato dall’esperienza dei sé, L’Ego Consapevole, il nostro anelato amministratore di condominio, è un sé maturo e super partes che agisce come interlocutore nelle dinamiche psichiche. E’ l’unico che riesce a porsi al centro delle dispute (infatti viene rappresentato al centro del lemnisco), che non si identifica con nessuna delle parti, piuttosto le accoglie tutte favorendo il dialogo. Il suo compito è mediare tra le opposte istanze dei sé primari e rinnegati, integrare le risorse di ognuno per operare delle scelte armoniche e soddisfacenti, nel rispetto di tutti.

Non siamo soli, soprattutto dentro di noi c’è un mondo ricchissimo e, come abbiamo visto, densamente popolato. Imparare a fermarsi per osservare e sentire, allarga gli orizzonti, facilita l’apertura di mente e di cuore e ci rende consapevoli che le diversità sono opportunità, a partire dal nostro condominio. Sapere come dialogarvi, accoglierle ed integrarle, diventa strada maestra perché armonia e benessere illuminino anche il quotidiano e le nostre relazioni.

 

 

 

[1] Il Condominio interiore

[2] Chiamato anche Psicologia dei Sé, modello teorico sviluppato dagli psicologi statunitensi Hal e Sidra Stone.

Condividi...

Autore: Stefania Nanni

Counselor relazionale in Media-Comunic-Azione® e docente di lingua e civiltà anglosassone. Umanista nell’animo per la propensione agli aspetti esistenziali e della socialità, da oltre un ventennio si occupa di crescita personale, tecniche olistiche e aggiornamento professionale, estendendo le competenze pedagogiche anche in ambito organizzativo, gestionale e formativo. Esperta di comunicazione e mediazione del conflitto, è membro di Avalon dal 2000, ove ha conseguito il titolo, e vi collabora come counselor, formatrice e blogger sul giornale “Cronache di un libero pensiero” nella rubrica “Il punto di vista del counselor”. Da sempre interessata allo sviluppo del potenziale e delle peculiarità del femminile, partecipa attivamente alle attività del “Cerchio di Sorellanza” e del “Caffè delle Donne”, coadiuvando la dott.ssa Fusco nella conduzione. Presso la Psico-libreria “I Luoghi dell’Anima” organizza e modera gli incontri pubblici del “Cafè Philo” sulle tematiche del vivere e delle relazioni, secondo i canoni della comunicazione ecologica e del dibattito aperto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Categorie

Commenti recenti

Da Avalon Giornale

Tag

Archivi