Sulla Libertà

Caro amico,

vorrei riflettere con te sul senso della libertà, così scontato, così abusato, eppure così raro da vivere realmente. Amo partire dagli etimi per intendere il vero senso delle parole, di cui spesso ci riempiamo la bocca senza coglierne l’essenza. L’etimologia ci aiuta a comprendere l’energia che la parola contiene e la sua qualità evocativa. Pronunciare un qualsiasi termine è infatti un atto magico. Ogni volta che parliamo, muoviamo mondi invisibili  e dovremmo esserne consapevoli, poiché tanto si svolge al di là di ciò che vediamo o pensiamo. Realtà non è ciò che è visibile, tangibile o calcolabile. Reale è ciò che è sottile, che abita la nostra psiche o gli spazi vuoti tra le cose, dove non guardiamo mai. Reale è ciò che generiamo attraverso l’intenzione e la volontà, come anche ciò che richiamiamo a noi attraverso un linguaggio di cui spesso non siamo  pienamente coscienti.

Mi interrogo sul senso di libertà, che deriva dal latino liberus e che si contrapponeva alla parola servus. In passato, come d’altronde in molti posti del mondo oggi,  non era fatto scontato nascere liberi, né conservare tale condizione per tutta la vita. Quindi libertà era prima di tutto uno stato civile e sociale, che implicava l’avere dei diritti, oltre che dei doveri.

Ma un aspetto rivelatorio e rivelante si cela proprio nella sua radice etimologica lib, da libère, che significa far piacere. Non a caso così cominciano parole che racchiudono il senso di godimento come libagione o  libidine. Pertanto libero è chi gode di sé, determinando a suo gradimento il proprio pensiero e le proprie azioni.

La condizione di libertà è quindi una conquista. Direi un percorso per recuperare uno status originario. Da un punto di vista interiore nasciamo liberi, con la potenzialità di diventare qualsiasi cosa vorremmo,  e ci sovrastrutturiamo con i condizionamenti che provengono dalla nostra reazione al contesto. Cominciamo infatti a rifiutare della parti di noi e a considerarne giuste altre in base al risultato che producono nella nostra vita fin da bimbi. La perdita della libertà è pertanto provocata dalla necessità di adattarsi all’ambiente cui apparteniamo. Più abbiamo bisogno di essere accettati e amati, meno siamo liberi. Se l’adeguamento è un fatto naturale, l’eccesso di adattamento diventa la perdita di noi stessi e della nostra libertà, un prezzo caro da pagare, un compromesso subdolo, perché spesso non ne scorgiamo gli effetti deleteri, in quanto la sensazione di essere ben inseriti, accettati, riconosciuti dagli altri prevale sulla considerazione dei nostri veritieri bisogni…

Per essere liberi occorre prima di tutto sapere chi siamo, quali sono i nostri gusti, i valori che ci ispirano, il progetto che vorremmo realizzare. Ma libertà è anche la capacità di stare con le piccole cose e di goderne nell’attimo presente. Saper apprezzare… cogliere il prezioso senso del tempo. Essere liberi significa vivere anche le relazioni con un colore differente. Chi è libero, onora e rispetta la libertà altrui, lasciando al prossimo il piacere e la responsabilità delle sue scelte. Spesso invece la nostra paura della perdita ci induce ad attaccarci all’altro, a limitarne la possibilità di movimento, trasformando l’amore in ingabbiamento, piuttosto che investendo fiducia.

Pertanto libertà non è fare qualsiasi cosa, ma coscienza dei confini e dei limiti. Un essere umano libero non invade. Comprendendo il sacro valore del suo spazio, non nega spazio al prossimo, anzi difende il suo diritto ad averne, poichè così salvaguarda il proprio.

Per essere liberi, dobbiamo ripartire da noi, dalla scoperta del nostro potenziale, della creatività, della capacità di sognare. Dobbiamo abbracciare il piacere della nostra complessità ed avervi fiducia, quindi avere il coraggio di ricollocarci al centro della nostra vita, senza timore i essere giudicati.

Che ne pensi, amico? Ti consideri libero?

Che sia chiaro il tuo intento. resta sulla considerazione di te, perchè solo quando ti dai il meglio, ottieni e crei il meglio. la libertà è un sacro valore ed anche una medicina. E’ seguire ciò che ti dà piacere svincolandoti da aspettative di ritorno. E’ sciogliere i vincoli del timore del giudizio per realizzarti. in questo la magia si compie, il tuo polo si attiva e l’altro è irrevocabilmente attratto. Sii il centro della spirale che in maniera centripeta riconduce a te ciò che ti appartiene. quando guardi all’esterno, diventi centrifuga e l’altro è respinto. non basta infatti aver compreso di dover collocarsi al centro. occorre avere consapevolezza di che energia dal centro si attiva

 

Giorgio Gaber – La Libertà

Condividi...

Autore: Zuleika Fusco

Counselor Relazionale Supervisor ad indirizzo clinico (iscrizione n°43, Ancore, Ass. Naz. Counselor Relazionali), Scrittrice. Cultrice di discipline olistiche ed esoteriche, ha creato tecniche di Integrazione dell'inconscio attraverso l'interpretazione dei sogni e un laboratorio - Oniromanteion - in cui il gruppo le sperimenta. Ideatrice del modello di Counseling ad indirizzo mediacomunicativo, che trova la sua specifica nell'integrazione del maschile e del femminile, dirige la scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione®. Ha fondato Avalon Formazione, società di servizi che favoriscono il benessere psichico della persona in contesti privati e organizzativi.

2 thoughts on “Sulla Libertà

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Categorie

Commenti recenti

Da Avalon Giornale

Tag

Archivi