Tu, mio

Se ci fosse una stagione designata per perdere l’innocenza questa sarebbe l’estate. Chi di noi, ricordando un’estate da ragazzi, non riconosce quella sensazione di struggente ineluttabilità, in cui ogni momento vissuto è anche perso per sempre? Uno spazio lungo tre mesi, apparentemente vuoto, in cui, più che in ogni altro tempo, si cresce.

“Era l’estate dei miei sedici anni, stavo su un precipizio di sentimenti. In disparte dai coetanei non ero attento alle ragazze in età buona per me. Mi piacevano le più grandi, un desiderio impossibile. Però quell’estate riuscii, unico dei miei coetanei a frequentarle. Fu grazie a Daniele, figlio di zio, che era più grande di me di quattro anni. Quell’estate si accorse di me. Non so trovare una ragione per quell’attenzione, però ci fu. Forse mi vide più grande o capì che in quel suo cugino si stava accumulando una valanga.”

“Tu, mio”, di Erri De Luca, è un romanzo di iniziazione, la storia di un adolescente che, come ogni anno, torna alla sua amata isola (il testo è disseminato di indizi che lasciano indovinare Ischia senza nominarla mai) per trascorrere le vacanze nel primo dopoguerra.

Quell’anno, però, l’incontro con una ragazza è destinato a segnare una serie di passaggi significativi.

“Ci si innamora così, cercando nella persona amata il punto a nessuno rilevato, che è dato in dono solo a chi scruta, ascolta con amore. Ci si innamora da vicino, ma non troppo, ci si innamora da un angolo acuto un poco in disparte in una stanza, presso una tavolata, seduto su un gradino mentre gli altri ballano.”

Per il protagonista sarà l’estate della nascita dell’amore. L’estate del contatto con il mare, che svela l’essenza degli uomini. L’estate della scoperta del corpo, canale di un’energia urgente, vigorosa, sottile. L’estate della ricerca delle risposte, che non si possono eludere se si vuole restituire significato all’esperienza, benché dolorosa. L’estate del coraggio di sporcarsi le mani.

Una lettura breve, a tratti poetica a tratti amara, autentica, in cui sarà facile risuonare con la malinconia che sempre accompagna la fine di un’estate.

E tu, che cosa hai lasciato andare in questa estate e che cosa, invece, hai inesorabilmente trasformato?

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Autore: Il Covo dei Liberfili

Veronica Casciani, Simona e Moira Di Naccio, una "sorellanza" nata frequentando la scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione® (con Veronica almeno, Simona e Moira sono sorelle). Conducono presso la psicolibreria i Luoghi dell'Anima il Covo dei Liberfili, un incontro dedicato a tutti coloro i quali vogliono inoltrarsi in maniera insolita nelle pagine di un libro e nel cuore delle questioni della vita che racconta. Tra loro i libri sono diventati l'ennesima occasione di confronto e condivisione. Offrono specchi in cui riflettersi, conforto, esperienze che sarebbe impossibile vivere direttamente... Questo lo spirito degli articoli, non recenzioni, ma spazi aperti ai commenti di chi vuole aggiungere altre letture.

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