Un poco di zucchero…

 

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, canticchiava Mary Poppins nella bellissima storia di Walt Disney, mentre dalla sua borsa straordinaria tirava fuori oggetti di ogni specie rispondenti all’esigenza del momento.

La borsa, elemento inseparabile e metafora meravigliosa delle infinità di risorse che possiamo trovare all’interno di noi stessi.

Risorse che sono lì, sotto cumuli di polvere, fin quando un evento inatteso, una coincidenza le rispolvera, le lucida e le propone nel loro splendore, offrendoci una prospettiva più ampia della nostra esistenza.

Questa, è la storia di un mediatore creditizio e una cake designer.

Uno lavora con le parole, la persuasione, chiede, ascolta, valuta e poi trova la soluzione finanziaria più idonea; l’altra lavora la pasta di zucchero con le mani, la plasma, la disegna, la fa vivere, secondo la sua creatività ed estro.

Il primo lavora rivolto al mondo dell’imprenditoria, quasi per lo più maschile, la seconda con le donne.

Cosa li lega, allora,  in questa storia? Il fatto di essere due facce della stessa medaglia o meglio della stessa persona.

Paola, quaranta anni, lavora da diciassette  come mediatore creditizio per un società che collabora con i Monti dei Paschi di Siena. Un lavoro duro, afferma, spersonalizzante, in un campo prettamente maschile, quello della finanza, dove le donne, a suo dire, non hanno la stessa attendibilità. Un lavoro a provvigioni, quindi feroce. Donna volitiva, abituata all’azione e a sbrigarsela da sola, si gestisce tra piani finanziari e un figlio dodicenne.

Separata da undici, sorride parlando del figlio Ludovico, giovane promessa della vela, mentre alza le spalle sul suo ex matrimonio : “ll matrimonio è un valore aggiunto e se non lo è, non c’è ragione che permanga!”

Mi guarda con aria divertita: “Incredibile, vero? Pensare che i dolci non sono mai stati la mia passione!”

Il mio è un lavoro maschile, ora particolarmente difficile, ed io avevo voglia di rientrare in contatto con la mia parte donna; di riscoprire un lato femminile che avevo accantonato per non soccombere in questa giungla di uomini.

Tutto è iniziato per caso, ma poiché niente accade per caso e tutto ha un suo significato, forse questa difficoltà del mercato è diventata un’opportunità!”.

Un’amica la invita a partecipare a un corso per lavorare la pasta di zucchero. Paola è scettica sull’idea che possa piacerle, ma decide di andare, consapevole della propria creatività. Deve, prima procurarsi un kg di pasta. “Non sapevo dove comprarla, – esclama – e poi scopro che un negozietto a pochi passi dal mio ufficio la vende!”.

Il corso è di un’intera giornata con Christian Giardinà, famoso cake designer siciliano, che spiega come realizzare un Topper a forma di Winnie the Pooh.

Otto donne, con le proprie storie e la voglia di creare qualcosa, intorno ad un grande tavolo, in modo che ciascuna possa avere lo spazio necessario.

Otto donne tutte over trenta, perché “questa è l’età della pacificazione con se stesse” ride Paola.

Al corso si sente spaesata. Le altre partecipanti hanno già un’esperienza precedente, mentre lei fa piani finanziari.

Poi comincia a toccare la pasta, a maneggiarla.  La pasta di zucchero (fondant) si presenta elastica dal colore bianco e può essere colorata con coloranti alimentari. E’ modellabile, dalla consistenza simile alla plastilina, ottenuta con zucchero a velo, glucosio, colla di pesce e acqua.

La consistenza le ricorda il pongo che ha tanto lavorato quando Ludovico era piccolo.

“Mi appassiona tutto ciò che mi mette in relazione con la manualità.  Ho prodotto piccoli gioielli, saponette. Mi piaceva tantissimo. A tredici anni volevo fare l’orafo, mentre i miei volevano che facessi la maestra. Ho capitolato, ho studiato per insegnare e così non ho fatto l’orafo ma neanche la maestra!”

Con il passare degli anni questo desiderio riemerge fino a condurla ad un corso di cake design dove scopre che le torte danno spazio alla sua creatività e manualità.

“Così, mentre maneggiavo la pasta, la scolpivo, la sorpresa nel vedere che prendeva forma è stata grande. Non pensavo di essere in grado di farcela!”.

Invece, Paola crea il più bel Winnie the Pooh del suo corso e Christian la sprona a non smettere.

Pochi giorni dopo, crea una torta per il compleanno del nipote quindicenne.

Ride sonoramente al ricordo: ” Quindici anni, l’età degli ormoni e dei cambiamenti. Come torta gli ho fatto… un seno femminile e gli ho detto – queste sono le uniche due tette che puoi toccare -! Era imbarazzatissimo, ma la torta era uno spettacolo.  Pan di spagna, cioccolata e nutella ritagliata a forma di corpetto blu mare, con il merletto, alla marinara, con un seno che faceva l’occhiolino. – Il viso si illumina – Non volgare, ma divertente. Ci vuole un po’ di leggerezza, di ironia; io, almeno, ne ho bisogno.”.

Successo assicurato!  E così arriva la seconda torta per una ragazza che ha una sala da ballo e che la commissiona per un saggio. Il Topper della torta è Trilly, la fatina che volteggia!

“In verità, è uscita un po’ provocante….”

Durante l’estate sforna torte per amici e conoscenti, rispondendo alle richieste più strane.  La più insolita? Una torta di compleanno per un ragazzo appassionato di internet che voleva come Topper un NERD!

Ad Ottobre Paola frequenta il corso gestito dalla cake designer Valeria Gioia, per imparare a fare una Trilly perfetta.  La nuova occupazione comincia a riempire ogni spazio libero.

“La parte più complessa è l’ideazione, la progettazione, combinare le idee del cliente e le mie, preparare un bozzetto, disegnare, riflettere su come possa venire e poi realizzare. Raramente le torte sono come le ho immaginate, perché mi faccio prendere la mano, aggiungo, tolgo, man mano che l’esecuzione va avanti. Creo chiusa nella mia cucina e vivo dei momenti magici. Talvolta il topper si rompe e allora occorre rimediare e così nasce, un personaggio nuovo, diverso.”

Gli occhi le brillano, la voce ha un tono caldo! Difficile immaginarla mentre spiega uno sterile piano finanziario ad un cliente.

“Le torte per bambini, anniversari, compleanni, sono, al momento, la mia specialità mentre le Wedding Cake sono ancora lontane: le torte per i matrimoni sono una grande responsabilità ed io sono una perfezionista; mi stresserei, mentre è la piacevolezza, il gioco ciò che cerco.Per affrontarle voglio prima fare il corso della Ghiaccia Reale. E’ bellissimo, impari decori che sembrano pizzo e merletti.”.

S’infervora nel raccontare il mondo del design dello zucchero e delle tante cose che si possono realizzare.

In questo periodo il giro degli affari di Paola è costituito, dagli amici degli amici. Il bar sotto l’ufficio le ha permesso di esporre i DHUY (basi di polistirolo rivestite di pasta di zucchero) e i proprietari la sponsorizzano.

“Sono fantastici! “ Hanno un laboratorio all’interno e mi hanno messo un tavolo a disposizione, ma io sono come un artista, ho bisogno di silenzio, di star sola.

Qualche idea per Natale ? – le chiedo, incuriosita.

“Biscotti decorati, a forma di angeli, e soggetti natalizi, mini panettoni con glasse e colate di zucchero: sono una meraviglia – ne sono entusiasta!”.

Progetti?

“Tantissimi. Ho coinvolto mia sorella Katia, le ho comprato un kg di pasta di zucchero e le ho detto prova, dammi una mano e lei è partita con la realizzazione di rose e fiori. Guarda!”

Mi mostra una foto di un ramo di orchidee su una torta che trovo bellissimo.

“Così sta nascendo la nostra piccola società che ci vede realizzare le cose che ci piacciono. Ora intravvedo uno sbocco reale, un lavoro diverso.”.

Paola e Katia, hanno anche organizzato il loro primo corso di cake design a Celano, curandone tutti i dettagli, dalla brochure, agli strumenti da regalare come cadeaux, alle locandine. Un successo!

“Un’atmosfera magica dove si annullano le differenze di età, di storia, di professioni,  dove c’è solo la pasta di zucchero e la voglia di creare!”

“Mi sono affacciata ad una realtà diversa, ed è stata una sorpresa – una dolce sorpresa. Oggi lavoro fino alle sedici come mediatore creditizio e poi corro a casa ad infornare fino a mezzanotte e d oltre.”.

Le chiedo cosa le abbia portato questa esperienza inaspettata.

Mi guarda un attimo e poi esclama: ” Più naturalezza, più autenticità. Avevo bisogno di far parlare il mio cuore e con i dolci lo sto facendo!”.

PK cake studio (dalle iniziali delle due sorelle), aprirà i battenti prossimamente, per la delizia di tutti noi e per la gioia di Paola che sembra essere tornata indietro, a quel famoso momento della terza media, quando i suoi le chiesero cosa volesse fare. “Voglio fare l’orafo!”

Ci è andata molto, molto vicino.  Tu chiamale se vuoi “Coincidenze!”

 

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