Una coppetta di bontà

 

La ragazza esile dai capelli rossi mescola con calma meticolosa il gelato, lo lavora, lo ammorbidisce prima di riempire la coppetta di un bel blu oceano.

Un gelato da Grom è un’esperienza indimenticabile.

Per me che sono una cultrice del gelato e che migro, come un’anima in pena, da una gelateria all’altra in cerca di un sapore autentico, giungere in questo tempio del gusto è stato come giungere nella terra promessa.

Il gelato di Grom è fatto come una volta, senza semilavorati, prodotto solo con frutta rigorosamente di stagione proveniente dall’azienda agricola di proprietà “Mura Mura”.

Un gelato con una consistenza unica, dove il gusto nocciola sa di nocciole e la crema di crema, un gelato che appaga i sensi e rigenera lo spirito.

A far gridare al miracolo non è solo il gusto unico del prodotto, quanto la storia che vi sta dietro.

Una storia di passione, talento e amicizia tenuta insieme da una determinazione incrollabile e raccontata con entusiasmo e con sincerità, nel libro “ Grom – Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori”.

Federico e Guido sono gli artefici di questo successo planetario: manager d’azienda il primo, enologo, il secondo, decidono di diventare gelatai e produrre il gelato com’era fatto una volta.

Galeotto l’articolo di Carlo Petrini, patron di Slow Food.  Il giornalista rileva, con rammarico, l’assenza di una produzione di gelati dal sapore autentico e la presenza di semilavorati industriali anche nelle gelaterie artigianali.

Una folgorazione per Guido che comincia a fantasticare sulla produzione di un gelato dal sapore antico.

Con l’entusiasmo del visionario e di chi crede alle proprie intuizioni, coinvolge Federico che, superato lo shock iniziale, si presenta, alcuni mesi dopo, con un business plan ricco di previsioni, analisi, costi e un sonoro: ” Si può fare!”

E’ l’inizio di un’avventura fantastica che, nell’arco di dieci anni, li porta ad aprire più di sessanta negozi tra Italia, Francia, America e Giappone.

Tante le difficoltà incontrate nell’affrontare un settore completamente sconosciuto ma questo aspetto diventa  il punto di forza: essere all’oscuro significa poter affrontare l’argomento privi di condizionamenti e pregiudizi, muniti solo della determinazione nel voler raggiungere l’obiettivo che ci si è posti, in questo caso un gelato del tutto naturale: quindi perfetto!.

Per il mondo del lavoro sempre uguale a se stesso, che non corre rischi e chiede solo rassicurazioni attraverso una conoscenza ormai routinaria e un’esperienza del settore consunta, la lezione è reboante: Federico e Guido sono l’esempio di come la verginità in un mercato rappresenti il valore aggiunto, la possibilità di vedere strade e direzioni diverse.

La regola numero uno?  Assenza di esperienza, perché “Tutto s’impara nella vita, mentre è molto difficile abbandonare le vecchie abitudini”; da qui, al primo posto, la ricerca di persone con passione, entusiasmo e voglia di far parte di un progetto diverso.

“Che significa far parte del mondo di Grom?” chiedo a Daniele, responsabile del negozio che in Luglio ha aperto sulla via Tuscolana, il quarto di Roma.

“Il mondo di Grom è bello e faticoso. L’azienda è di tipo familiare, anche se è cresciuta moltissimo, forse troppo in fretta. Nonostante questo, la filosofia non è cambiata: è un’azienda assolutamente meritocratica che premia l’impegno, la dedizione e la professionalità e che resta presente e vicina ai suoi dipendenti. Federico, ieri, era a Roma, dove ha fatto scalo tornando dalla Cina, e ha organizzato un pranzo con noi responsabili dei negozi. Ogni mese ci incontriamo su a Torino per confrontarci e discutere.”.

“La scelta di Grom di non ricercare nei futuri dipendenti l’esperienza, ma la passione e l’entusiasmo, perché ogni cosa si può apprendere, appare davvero controcorrente. E’ reale?”

Daniele risponde con un sorriso. “Si è reale, ma sia si abbia un po’ di esperienza nel settore, sia non si abbia, si parte sempre facendo il conista. Federico e Guido non transigono su questo. Tutti devono partire da lì, per comprendere bene il lavoro e la fatica. Guido dice sempre, riferendosi ai muri dei negozi, che se ci si avvicina, si sente l’odore del sudore che loro hanno versato per creare Grom”—.

Il primo negozio apre i battenti a Torino, in piazza Paleocapa, dove il papà di Guido parcheggiava la domenica per andare al cinema con la famiglia.

Una piazzetta del settecento, raccolta, elegante, idonea a ospitare un ricordo e un sogno.

Ci sono voluti decine di negozi visitati, e tanti supplementi di Tutto affari della Stampa consultati, prima d’imbattersi nel fatidico annuncio di cessione di un negozio proprio nella piazzetta settecentesca.

L’universo, si sa risponde a chi chiede e crede, anche se non offre tutto su un piatto d’argento.

Colpiscono  la determinazione e la volontà con cui sono andati avanti, non si sono arresi:

“Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e, se non le trovano, le creano (G. B Shaw.)

Più che un monito, un’esperienza diretta che trasforma le difficoltà in meravigliose opportunità di crescita.

Come l’incidente del loro direttore di negozio che li inchioda alla gelateria per settimane, costringendoli a turni massacranti e a rendersi conto della debolezza del loro progetto di espansione.

Come poter evitare l’interruzione nella produzione di gelato nel caso d’infortunio di qualsiasi altro direttore di negozio? Come garantire la medesima qualità nella miscelazione degli ingredienti se essa è affidata a mani diverse? Come salvare quel patrimonio di conoscenza e genialità messa a punto con tanta determinazione?

Dalle ventidue alle quattro e dalle quattro alle nove del mattino, Guido e Federico, stanchi, disarmati, hanno rotto migliaia di uova per preparare la miscela da trasformare in gelato, cercando la risposta a quelle domande!

La temperanza, se si abbraccia, indica la strada e, con essa, l’idea risolutrice: un laboratorio centralizzato in grado di preparare la miscela da spedire quotidianamente a tutti i futuri negozi, garantendo, così, la stessa qualità ovunque e salvaguardando il Know how.

Il passo seguente è stato breve, lo spazio occupato da una pesca Maria Bianca cresciuta senza cure e irrigazione nel giardino di casa e che diventa l’ispirazione per l’idea successiva: un’azienda agricola propria che produca direttamente le materie prime per i meravigliosi gelati di Grom.

Non ci sono muri che possano fermare l’energia travolgente dei due gelatai.

“ I muri non servono per fermare chi desidera davvero qualcosa. Servono per fermare quelli che non ci credono abbastanza.”.

E loro ci hanno creduto, raggiungendo un successo straordinario, all’età di soli trentotto anni ,che li ha portati ad  essere il simbolo dell’eccellenza del food italiano sulla scena internazionale.

Una storia bella dedicata a tutti quelli che hanno voglia di partire per un viaggio, di sognare, di insistere, di cambiare direzione, di osare, di rompere le regole creandone di nuove, di volare alto.

La dimostrazione che il mondo del lavoro può avere un sapore completamente diverso, come il gelato.

                                                                                             

Condividi...

0 thoughts on “Una coppetta di bontà

    1. sabrina de federicis

      Caro Simone,
      sono contenta che ora tu abbia un riferimento per un buon gelato. Il mio invito è, ogni qual volta lo gusterai, di ricordare la determinazione e il coraggio di non arrendersi davanti alle difficoltà. I muri, infatti, fermano solo chi non crede abbastanza di poter riuscire! Buon gelato e buona energia.

      Reply
  1. Sabrina

    Condividendo la passione per il gelato,ritengo che quello di Grom sia davvero unico!
    La storia che sta alle spalle poi,in un momento come questo la dice lungs sulle opportunita’ che la vita puo’ offrire,se le sai coogliere….

    Reply
    1. sabrina de federicis

      Cara Sabrina,
      grazie per il tuo commento che in quel “se le sai cogliere” sottolinea quanto sia importante assumersi la responsabilità di essere aperti, di essere presenti alle circostanze che la vita ci offre e che riteniamo casuali ma che casuali non sono. E’ proprio nell’essere disponibili a leggere quelle “coincidenze” che arrivano, nell’essere disponibili a riconoscere l’emozioni che ci procurano, la via per realizzare il sogno che abbiamo dentro di noi . Spesso prendiamo strade diverse, per paura, per inerzia, ma la vita che è madre, pazientemente ci offre delle opportunità che non sempre sono ecclatanti, come a Guido a cui ha fatto leggere un semplice articolo..
      Un caro salulto

      Reply
  2. Daniela

    Come sempre sai cogliere il sapore della vita dalle cose semplici. Anche nelgelato, nella sua preparazione si possono distinguere passione amore per il proprio lavoro, innovazione e tradizione. La differenza fra un banale gelato e il Gelato: la passione e la voglia di condividere qualcosa di nostro con gli altri..

    Reply
    1. sabrina de federicis

      Cara Daniela,
      nella passione e nella volontà ad essere presenti, con noi stessi e con gli altri, si cela la più grande ricchezza a nostra disposizione. Saperla riconoscere ed utilizzarla dipende solo da noi.
      Un caro saluto
      Sabrina

      Reply

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Categorie

Commenti recenti

Da Avalon Giornale

Tag

Archivi