A Carnevale Smascheriamoci! Ma come? – mi direte – il bello di Carnevale è indossare le maschere, le più strampalate e creative e tu dici “SMASCHERIAMOCI?”
Proprio così! Lasciate che vi spieghi.
LE MASCHERE
Indossiamo ogni giorno una maschera e in questo anno bizzarro abbiamo, insieme alla maschera, indossato anche la mascherina! Ma è alla prima che faccio riferimento.
Ci diamo il permesso di stare nel mondo solo con determinati “volti”, quelli che noi riteniamo ci possano garantire l’amore degli altri e l’accettazione. Non importa, quindi, se quella maschera nasconde la nostra vera essenza, se ci allontana dall’autenticità, se paghiamo un prezzo altissimo per indossarla. La paura di non essere parte di un gruppo è più forte di ogni essenza e la paura, lo sappiamo , ha un’influenza notevole sui nostri comportamenti.
LA MASCHERA DEL GIUDICE
Quest’anno la maschera che è andata più di moda è stata quella del GIUDICE anche molto severo.
Abbiamo giudicato l’operato del governo, i ragazzi che non portavano la mascherina, quelli che la portavano, i negazionisti e i troppo “creduloni”; Gli inglesi, i Francesi e i Tedeschi. Quindi i governatori che aprivano le scuole, quelli che li chiudevano; il coprifuoco e la visita al parente stretto in non più di due.
Non paghi abbiamo continuato mettendo nel mirino le case farmaceutiche: vaccino si, vaccino no, metodologia troppo nuova anzi troppo vecchia. Le aziende che al solito si arricchiscono e quelle che, invece, non hanno investito milioni nella ricerca della terapia.
Insomma, per dirla tutta, la maschera del Giudice ce la siamo incollata sul viso che, nel frattempo, è diventato sempre più spento.
UN GIOCO NUOVO: SMASCHERIAMOCI E GUARDIAMO CHI SIAMO
Smascheriamoci, allora!!! Togliamoci questa maschera e magari anche quella che c’era prima e quella sotto ancora. Proviamo a vedere che viso abbiamo realmente!
Mettiamoci insieme davanti ad uno specchio e facciamo il gesto di toglierla. Come ci si sente ad eliminare l’inganno e a guardarci negli occhi con le nostre vulnerabilità e sopratutto paure?
LE PAURE
Le paure sono tante ma la più forte oggi, per quanto mi riguarda, è quella della precarietà: nei rapporti personali, nelle relazioni, nel lavoro, nella salute. Oggi tutto sembra essere messo in discussione da questo tsunami chiamato “Covid” che sembra aver cancellato le nostre certezze e i nostri punti di riferimento, permettendo al senso di precarietà di prendere uno spazio immenso.
LE REAZIONI
La Prima re-azione è stata quella di indossare una maschera per proteggerci e per non apparire inadeguati agli occhi degli altri. Ma gli “altri” siamo noi con lo stesso sentire e questo, se riconosciuto, ci rende più forti, perché nell’essere legati da un sottile filo d’argento, anche nelle emozioni, non avremo bisogno di giudicare e essere giudicati. E nel sentire comune e nell’accogliere la nostra fragilità possiamo far riemergere il senso della comunità, del sostegno e della presenza.
Quindi decidiamo, se valga più la pena VIVERE MASCHERATI in eterna finzione o piuttosto con il nostro vero VOLTO concedendoci di essere quelli che siamo e di mostrare la nostra ANIMA riconoscendo e onorando quella degli altri.
E allora, domani #IOMISMASCHERO# e tu?
I biscotti MASCHERATI : BRUTTI ma BUONI
Sotto l’aspetto grezzo e irregolare, si cela la bontà più dolce e genuina! Che li conosciate oppure no, ecco questo è il giorno giusto per cominciare a prepararli.
Ingredienti per 25 biscotti
- 2 Albumi a temperatura ambiente 75g
- Zucchero 100g
- Granella di nocciola 150g
- Baccello di Vaniglia 1
Procedimento
- Cominciate a montare gli albumi perfettamente a neve fermissima per almeno 5 minuti
- Aggiungete lo zucchero
- Aggiungete la vaniglia
- Continuare a montare fino ad ottenere una meringa fermissima e lucida
- a parte tritate le nocciole in una granella né troppo fine né troppo grossa.
- Unite le nocciole alla meringa amalgamando con una spatola dal basso verso l’alto per non smontare il composto. L’impasto deve essere denso e molto spumoso.
- Prendete una teglia e disponeteci sopra la carta forno
- Prelevate un cucchiaio di impasto e fatelo scivolare in teglia
- Cuocete a 140° per circa 15 minuti nella parte medio alta del forno
- Abbassate a 110° quando si sarà formata la tipica crosticina spaccata e i biscotti hanno cominciato a prendere colore
- Continuate la cottura per 30 minuti finché non si asciughino all’interno.
- Lasciate raffreddare fuori dalla teglia
Pillole di Curiosità:
Sembra che i Brutti Buoni siano nati nel 1878 a Gavirante nell’antica pasticceria di Costantino Veniani, che ottenne dal Ministero dell’Agricoltura, industria e commercio del Regno d’Italia, grazie a questa ricetta l’attestato di privativa industriale ( una specie di brevetto d’epoca).Nel 1896 i Brutti e Buoni ottennero la medaglia d’oro all’Esposizione campionaria di Roma e nel 1906 quella di bronzo all’esposizione internazionale di Milano. Tra i suoi estimatori Giuseppe Verdi, Giosuè Carducci e la Regina Elena di Savoia.