Quali pensieri attraversano la mente di un uomo in punto di morte? C’è chi sostiene che in quel momento si ripercorrano i ricordi di tutta una vita e che da quello su cui ci soffermeremo dipenderà la nostra evoluzione successiva …
Monsieur Arthens è il più grande critico gastronomico del mondo, si trova nella sua stanza in Rue De Grenelle, nello stesso palazzo che diverrà celebre nell’Eleganza del Riccio, e gli restano 48 ore di vita.
“Morirò, ma questo non ha importanza. Da ieri, dopo le parole di Chabrot, solo una cosa mi interessa. Morirò, e non riesco a ricordare un sapore che mi frulla nel cuore. So che quel sapore è la verità prima e ultima di tutta la mia vita, e possiede la chiave di un cuore che da allora ho messo a tacere. […] Un sapore dimenticato, annidato nel più profondo di me stesso e che, alle soglie della morte, si manifesta come l’unica verità che in vita mia sia stata detta – o messa in pratica. Lo cerco, e non lo trovo.”
Muriel Barbery, nel suo romanzo d’esordio, Estasi culinarie, costruisce una storia corale che ripercorre la carriera di Arthens dall’infanzia ai fasti della maturità, come un viaggio gustoso e ironico tra piatti poveri e prelibatezze gourmet, alla ricerca dei sapori perduti.
“Esaltazione dell’infanzia: quanti anni impieghiamo a dimenticare la passione che profondevamo in ogni attività che ci assicurava piacere? Di quale impegno totale non siamo più capaci, di quale gioia, di quali slanci di affascinante lirismo? In quelle giornate al mare c’era tanta esultanza, tanta semplicità…rimpiazzate così in fretta, ahimè, dalla difficoltà sempre crescente di provare piacere…”
A fare da contrappunto alla voce dell’eclettico protagonista c’è una nutrita galleria di comparse: i familiari, l’amante, l’allievo e persino il gatto, che ne restituiscono un’immagine sempre netta che suscita solo sentimenti estremi, o amore incondizionato e ammirazione o odio feroce e terrore.
“Via col vento, il mio film feticcio, perché se fossi nato donna sarei stato Rossella: l’unica che sopravvive in un mondo di agonia”.
Un personaggio che sembra conoscere la differenza tra vivere ed esistere e un libro che in modo leggero ed inaspettato getta uno sguardo schietto sulla morte e su come questa ci riconduca inevitabilmente ad apprezzare i piaceri della vita, di cui il cibo si fa seducente metafora.