Sebbene studi recenti affermino che il 70% dei processi comunicativi è costituito dall’ascolto, nel quotidiano notiamo quanto siano frequenti situazioni di incomprensione e conflittualità. Sembra che a tale quantità non corrisponda una qualità dell’attenzione e una capacità di accogliere punti di vista alternativi ai nostri o ai nostri sistemi valoriali. Cosa ci spinge a pensare di non essere ascoltati per davvero e non essere compresi nel profondo tanto da rifugiarci in comunicazioni e comportamenti sempre più stereotipati? Cosa possiamo fare per migliorare la qualità della comunicazione e di conseguenza le nostre relazioni? Un suggerimento arriva da Carl Rogers, psicologo umanista statunitense e tra i fondatori del counseling: “E’ sbalorditivo come certe cose che sembrano insolubili diventano solubili se qualcuno ci ascolta in modo sensibile, empatico, concentrato.”
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