Il desiderio di sentirci amati e di apprezzati è qualcosa che accompagna le nostre relazioni. Ma avete mai pensato che i modi per esprimere l’amore e per sentirsi amati sono più di uno, più di quello che ci aspettiamo noi?
Ci ha sicuramente pensato il pastore Gary Chapman, counselor e antropologo statunitense, che ha scritto un libro nel 2008 intitolato “I cinque linguaggi dell’amore. Come dire “ti amo” alla persona amata“.
Cosa sotiene Gary? Che, appunto, noi esprimiamo l’amore in tanti modi e lo recepiamo in tanti modi – cinque, da lui individuati. Per cui se con l’altro siamo sulla stessa linea, ci capiamo, ma cosa succede se uno esprime l’amore in un modo e l’altro se ne aspetta un altro? Facilmente non ci si comprende e arrivano frustrazione e sentimenti di incomprensione.
Vediamo dunque quali sono queste 5 modalità di espressione dell’amore, che intendiamo come affetto perché, ricordo, non riguarda solo una relazione tra partner:
- Parole d’affermazione. Sono, detto in modo semplice, i complimenti. Quando esprimiamo a qualcuno l’apprezzamento per una sua caratteristica o per qualcosa che ha fatto. Per esempio “mi piace la tua intelligenza” o “cucini benissimo” o “sei sempre così elegante”…
- Tempo di qualità: dedicare un tempo di totale presenza insieme. Non vale stare insieme nella stessa stanza mentre uno guarda la tv e l’altro legge. Si intende stare insieme nel momento presente, facendo qualcosa insieme, parlando, avendo insomma un’attenzione dedicata.
- Regali: fare dei doni, che siano grandi o piccoli.
- Atti di servizio: azioni pratiche, dal buttare la spazzatura al portare una fotocopia al collega.
- Contatto fisico: abbracciarsi, posare una mano sulla spalla, piccoli gesti di prossimità se la relazione è più formale fino al contatto sessuale nelle relazioni intime.
Mettiamo quindi una coppia formata da A e B. A sente amore quando l’altro esprime complimenti. B esprime amore con i regali. A facilmente penserà “ecco l’ennesimo regalo ma non mi dice mai che mi ama”! B penserà “nonostante tutti i regali che faccio, non è mai abbastanza”!
Capito l’ighippo?
Noi leggiamo l’amore attraverso dei gesti che non sempre corrispondono alla visione che l’altro ha di questo sentimento.
Cosa possiamo fare quindi? Intanto è interessante chiederci come noi ci sentiamo amati e come esprimiamo l’amore. Proviamo a fare caso a come ci esprimiamo nelle relazioni, se vi viene facile avere un contatto fisico, se preferiamo metterci a servizio.
Naturalmente avremo un mix di tutte le cose, ma ce ne sarà qualcuna prevalente.
Una volta che abbiamo riconosciuto le nostre modalità, che quindi andranno a costituire la nostra mappa, proviamo a spostarci sull’altro e notiamo come si comporta. Forse scopriremo gesti di molto affetto che non avevamo compreso.
Sarebbe interessante anche parlarne, laddove ci sia occasione, disponibilità e il contesto lo consenta, per esempio tra partner o amici, magari leggendo insieme questo articolo.
Durante i miei setting mi è spesso capitato di invitare il cliente a porsi queste domande e le risposte sono state solitamente illuminanti per lui e anche per me.
Ora sono curiosa: qual è il tuo linguaggio dell’amore preferito? Scrivilo nei commenti!