In nome della madre

C’è un libro speciale da approcciare o a cui tornare in questi giorni di festa, poche pagine che raccontano la storia più famosa da duemila anni a questa parte, ma che Erri De Luca ha saputo trasformare in una narrazione intensamente umana, amalgamando poesia e realtà in un ritratto avvincente di Miriam (Maria) come donna, madre e protagonista.

In nome della madre”, uscito per la prima volta nel 2006, si focalizza su un dettaglio solo accennato nei vangeli: il miracolo generativo del corpo femminile, il più perfetto mistero naturale.

“In nome del padre”: inaugura il segno della croce. In nome della madre s’inaugura la vita.

Ma la storia di Ieshu, Gesù, comincia in anticipo rispetto alla sua venuta al mondo. Nella prima delle quattro stanze in cui si articola il romanzo, Miriam racconta del suo incontro con l’angelo, che mette fine alla sua adolescenza e la fa donna in un istante.

Gli angeli. Si sa che sono loro quando se ne vanno. Lasciano un dono e pure una mancanza.

E l’angelo travolge un altro destino oltre a quello di Miriam, quello dell’uomo che le resta accanto nonostante le critiche della comunità che lo denigra per scegliere di sposare una donna già gravida. Iosef, Giuseppe, è un uomo innamorato, coraggioso, devoto al mistero femminile di cui si fa paladino.

Miriam, sai cos’è la grazia? […] Non è un’andatura attraente, non è il portamento elevato di certe nostre donne bene in mostra. È la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli, senza sforzo, sfidarlo a duello da solo senza neanche spettinarsi. […] È un dono e tu l’hai avuto. Chi lo possiede è affrancato da ogni timore. L’ho visto su di te la sera dell’incontro e da allora l’hai addosso. Tu sei piena di grazia. Intorno a te c’è una barriera di grazia, una fortezza. Tu la spargi, Miriam: pure su di me.

Fino a quando in una notte, nell’ultima stanza, il miracolo della nascita si compie.

È maschio, l’ho fatto io, sgusciato sano in mezzo all’acqua e al sangue, il corpo esulta insieme a quello di ogni donna che mette al mondo l’altro sesso, perché è un regalo che facciamo a noi.

E un istante dopo Miriam, in preda alle inquietudini, già rimpiange quel distacco e vorrebbe venire a patti con Dio purché il destino di suo figlio non si compia fino in fondo …

Fuori c’è il mondo, i padri, le leggi gli eserciti, i registri in cui iscrivere il tuo nome […] Ma finché dura la notte, finché la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo i soli al mondo.

Da leggere aspettando l’Epifania, perché “In nome della madre” si compie un piccolo capolavoro letterario che mescola abilmente storia, religione e umanità, offrendo un’esperienza di lettura coinvolgente e profondamente significativa.

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Autore: Il Covo dei Liberfili

Veronica Casciani, Simona e Moira Di Naccio, una "sorellanza" nata frequentando la scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione® (con Veronica almeno, Simona e Moira sono sorelle). Conducono presso la psicolibreria i Luoghi dell'Anima il Covo dei Liberfili, un incontro dedicato a tutti coloro i quali vogliono inoltrarsi in maniera insolita nelle pagine di un libro e nel cuore delle questioni della vita che racconta. Tra loro i libri sono diventati l'ennesima occasione di confronto e condivisione. Offrono specchi in cui riflettersi, conforto, esperienze che sarebbe impossibile vivere direttamente... Questo lo spirito degli articoli, non recenzioni, ma spazi aperti ai commenti di chi vuole aggiungere altre letture.

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