La danza delle grandi madri

C’è un libro che mi ha trovato di recente (i liberfili sanno riconoscere la sensazione di essersi imbattuti in un libro per via di una coincidenza significativa) a cui ricorro spesso in questi giorni come gesto consolatorio. Acquieta il mio senso di impotenza di fronte a certi eventi, mi ci immergo come in una preghiera…

L’autrice è Clarissa Pinkola Estés, la stessa del celebre Donne che corrono coi lupi, studiosa di fama internazionale e psicanalista junghiana specializzata in disturbo post traumatico, ma anche poetessa pluripremiata, che, infatti, ne La danza delle grandi madri adotta un tono quasi lirico.

Il libro si dispiega a volte come un dialogo diretto con il lettore, anzi la lettrice, altre come una narrazione intorno al concetto ancestrale della madre saggia.

“Forse sei giunta alla mia porta perché sei interessata a vivere in modo tale da essere benedetta dal miracolo, come lo definisco io, di essere giovane da vecchia e vecchia da giovane, ovvero di essere ricolma di una graziosa varietà di paradossi in stabile equilibrio. […] Se sei interessata a queste divine contraddizioni, sei interessata anche all’archetipo misterioso e irresistibile della donna saggia di cui la grande madre è una rappresentazione simbolica. L’archetipo della donna saggia appartiene a donne di tutte le età e si manifesta con forme e modalità uniche nella vita di ogni donna.”

Con un linguaggio magico e suggestivo, l’autrice ci prende per mano e ci accompagna in un excursus che passa dalla sua esperienza personale alle fiabe di tradizioni diverse per evocare le caratteristiche della vecchia saggia, grande madre, donna sapiente del mito. Il libro si chiude con un capitolo che raggiunge una forza poetica: un compendio di benedizioni dedicate alle vecchie donne pericolose e alle loro figlie sagge e selvagge che suona come una legittimazione ad usare il genio innato appartenente alla natura più profonda di ogni donna.

“E per tutte le figlie e le anziane donne che sostengono ciò che è buono, e che rifuggono la cieca obbedienza a qualsiasi sovracultura che gratifica soltanto forme appiattite e denigra il pensiero … […] per quelle che hanno calderoni sempre più grandi, che sono lenti d’ingrandimento per la luce del faro, che si offrono come solido appoggio dove un tempo non esisteva nulla … per quelle che sono infervorate da insegnamento e apprendimento, per quelle che stanno semplicemente riposando prima di risollevarsi nuovamente con entusiasmo … per quei fiori nella notte che effondono nell’aria le loro intense e persistenti fragranze anche se i fiori non si vedono … per tutte quelle figlie e anziane donne che tengono le mani non solo sulla culla, ma anche sul timone del mondo alla loro portata … […] per le figlie e le anziane donne che prediligono sempre più essere amorevoli che aver “ragione” … Per loro … possano cogliere quanto le loro vite sono preziose, quanto, nonostante le mancanze, siano il baluardo perfetto, la pietra di paragone, la nota di base e l’esempio di cui abbiamo bisogno.”

Una lettura che è un inno ai valori del femminile, che mai come di questi tempi sembrano necessari per riequilibrare le conflittualità degli uomini.

 

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Autore: Il Covo dei Liberfili

Veronica Casciani, Simona e Moira Di Naccio, una "sorellanza" nata frequentando la scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione® (con Veronica almeno, Simona e Moira sono sorelle). Conducono presso la psicolibreria i Luoghi dell'Anima il Covo dei Liberfili, un incontro dedicato a tutti coloro i quali vogliono inoltrarsi in maniera insolita nelle pagine di un libro e nel cuore delle questioni della vita che racconta. Tra loro i libri sono diventati l'ennesima occasione di confronto e condivisione. Offrono specchi in cui riflettersi, conforto, esperienze che sarebbe impossibile vivere direttamente... Questo lo spirito degli articoli, non recenzioni, ma spazi aperti ai commenti di chi vuole aggiungere altre letture.

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