Ancora una volta la mitologia greca ci offre materiale importante per approfondire la conoscenza della nostra interiorità
Il mythos (dal greco: discorso, racconto) di Mnemosine, che potremmo definire dea Memoria, appare inizialmente tra le opere di Esiodo, uno dei poeti più antichi di cui la tradizione ci ha permesso di conoscere i versi. Questa dea, figlia di Gea (Terra) e Urano (Cielo), viene descritta come una bellissima e brillante giovane che fece invaghire Zeus, il quale dopo averla sedotta con uno dei suoi stratagemmi, giace con lei per nove notti, e dalla loro unione nascono le nove Muse. Il compito delle Muse era di ispirare e proteggere ogni forma di espressione artistica e di conoscenza, preservandole dalla minaccia del tempo, per essere anche tramandate. Secondo i Greci la “memoria” era un dono molto importante, che assumeva un valore sacro nella storia dell’Uomo, per cui fu personificata nella dea Mnemosine. Per ricordare è necessaria però una chiara volontà, è un esercizio che attiva tante nostre facoltà, coinvolgendo la mente e tutti i sensi (pensiamo come l’olfatto, il tatto, il gusto, ecc serbino una loro forte memoria, distinta dalla capacità razionale) Trovo che la memoria sia uno scrigno prezioso di cui prendersi cura, che contiene e tutela i nostri valori, le nostre parte essenziali, e che non dovremmo lasciare che si impolveri… Ricordare da dove siamo partiti, ripercorrere i nostri vissuti, poter vedere nitidamente esperienze, incontri, errori, prove, successi, punti di svolta del nostro passato, può diventare una possibilità straordinaria di comprendere meglio come ora ci poniamo verso gli eventi della vita. E se da un lato la memoria può evidenziare tante nostre capacità che ci sfuggono nel presente, rafforzando la fiducia in noi stessi e magari la determinazione verso scelte importanti (visto che, ad esempio, nel passato le abbiamo sapute sostenere), dall’altro ci aiuta a non trascurare il ruolo dell’umiltà nel nostro quotidiano. Tralasciando certi nostri vissuti difficili, o certe caratteristiche della nostra personalità, o ancora alcune particolari fragilità che ci hanno prodotto disagio nel passato più o meno recente, rischiamo anche di diventare presuntuosi o avventati, danneggiando noi stessi e gli altri. Può diventare ugualmente rischioso l’eccesso di umiltà: potremmo sentirci inadeguati, non all’altezza di determinate situazioni, svalutando alcune nostre abilità che forse nel tempo abbiamo dimenticato. Quindi l’archetipo Mnemosine ci dà la possibilità di dosare bene il rispetto verso di sé e verso chi e cosa ci circonda. Oltre a farci richiamare, con uno sguardo lucido, i nostri valori personali e la nostra etica, affinchè siano di importante riferimento per portare maggiore coerenza, e magari serenità, nel presente che viviamo. Mi colpisce che questa divinità sia la madre delle Muse, ovvero che la Memoria sappia letteralmente creare le modalità di onorare, preservare e tramandare quanto di più bello l’essere umano sa esprimere: il canto, la storia, la poesia lirica, la musica, la commedia, la tragedia, la danza, l’epica, la geometria, l’astronomia, ecc Le Muse rappresentano infatti la memoria culturale, non come semplice “archivio” ma con la funzione attiva di far accedere al ricordo, visto che facilmente dimentichiamo, lasciando volare via, nel tempo, creazioni ed eventi fondamentali. Ben altro, e con ben altra risorsa per il nostro equilibrio interiore, sarebbe affidarli all’Oblio…