Capita, a volte, di attraversare certi dolori piccoli e grandi della vita in modo quasi automatico, con quel disincanto che ci risparmia dalle emozioni forti e un po’ ci anestetizza dalla sofferenza appagando solo il nostro Ego nell’amara consolazione di ammettere: “te l’avevo detto” o “lo sapevo”!
Altre esperienze, invece, per quanto comuni, ci fanno raggiungere profondità inesplorate e ci portano a contatto con una sostanza essenziale che ha la caratteristica di porci su un piano diverso da quello del conflitto che ci crea disagio, di rivoluzionare la nostra identità, di farci crescere insomma!
È la storia narrata ne “La profezia della curandera”, il best seller di Hernàn Huarache Mamani, scrittore peruviano di etnia quechua, divulgatore e sostenitore della cultura Inca.
Kantu, la protagonista, è una ragazza che vive a Cuzco, antica capitale del regno inca, secondo uno stile per nulla diverso da quello dei suoi coetanei occidentali, ignorando completamente le tradizioni del suo popolo. Un giorno, però, un evento inaspettato travolge il suo universo, fatto di amori e delusioni, di fatiche quotidiane e grandi sogni. Superata l’incertezza, Kantu accetta di incontrare vari personaggi che la inizieranno ad una conoscenza antica e profonda, capace di risvegliare in lei l’energia femminile della Pachamama, della Madre Natura.
“La voce della donna serpente, allora, risuonò nelle sue orecchie:”Sarai sufficientemente forte e padrona di te stessa da poter affrontare qualsiasi prova?”
Lei fece di sì con la testa. “Allora avanti. Sei arrivata a un punto dal quale non si può più tornare indietro. Domani cominceremo le prove per farti diventare una vera donna” disse la curandera. Fu così che Kantu offrì anima e corpo all’ignoto; sapeva che non sarebbe più potuta tornare indietro nemmeno se lo avesse voluto, ma era decisa ad arrivare fino in fondo, anche a costo di morire.
Grazie alle parole e agli insegnamenti di quell’anziana curandera, la giovane discepola stava riscoprendo i poteri che la natura regala ad ogni donna ma che poche sono consce di possedere”.
La fede come conquista, come esercizio di una volontà applicata ad un compito di cui magari non comprendiamo immediatamente il senso ma che ci fa fare dei passi in una direzione inesplorata.
Il libro è il racconto di un viaggio, fatto di tante tappe, alla scoperta di un potere proprio di tutte le donne. Un potere che ha la caratteristica di essere immanente, capace di riportare la pace e l’armonia nelle cose del quotidiano, di sostenere la realizzazione degli uomini, di trasformare anche le emozioni come la paura o l’ira in forme di energia che possono essere orientate in una direzione costruttiva.
Un potere che risiede anche nel tuo ventre se ci credi.