Tutte le esperienze producono un impatto.
A volte la prima impressione è piacevole e ci dispone favorevolmente ad un’apertura, altre, invece, risveglia sensazioni forti dalle quali vorremmo immediatamente fuggire. Ma spesso, dietro quello sgomento iniziale che un po’ ci mette alla prova, si cela qualcosa che ci riguarda e che, in modo del tutto inaspettato, ci restituisce un’idea di bellezza.
Arrivano come un pugno allo stomaco le prime pagine de “L’Arminuta”, il romanzo vincitore del Premio Campiello nel 2017, dell’abruzzese Donatella Di Pietrantonio, dentista pediatrico di professione, scrittrice per vocazione e talento.
Una scrittura schietta dà voce alla narrazione della protagonista e corpo ad una vicenda che entra subito nel vivo della sua drammaticità. Nell’abisso in cui ci rapisce l’arminuta, la ritornata in dialetto, risuonano corde così profonde ed essenziali che creano un’alleanza immediata: da lì si può solo scegliere di fare il viaggio di ritorno insieme.
La storia racconta di una ragazzina di 13 anni che viene riconsegnata alla famiglia naturale da quelli che credeva essere i suoi genitori. In un istante, insieme con tutte le certezze materiali, crolla ogni promessa d’amore: l’arminuta è abbandonata due volte.
“Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure.”
Eppure in un dolore così grande, il suo sguardo non perde la grazia di cogliere la speranza in un gesto di fraterna solidarietà e di cercare con dignità il proprio riscatto.
“Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate.”
Un libro che affronta tanti temi: dalla maternità alle sue contraddizioni, dalla ricerca dell’identità in un passaggio della vita delicato come quello dell’adolescenza alla sorellanza.
“L’Arminuta” è diventato anche un film per la regia di Giuseppe Bonito che sarà presentato alla Festa del cinema di Roma e uscirà nelle sale a partire dal 21 ottobre. Approfitta per leggere o rileggere il romanzo!