La mia autoradio è sintonizzata sempre sulla stessa stazione e ieri si parlava di lettere, epistole proprio, scritte di pugno sulla carta, una cosa retrò insomma … e nonostante il tono irriverente della trasmissione, sono stata sopraffatta da un sentimento di malinconia: che peccato non scriverle né riceverle più.
Così, mi è tornata voglia di rileggere le lettere attingendo a quel patrimonio vasto di cui è fatta pure la letteratura. È intrigante approcciare un romanzo epistolare perché si ha la sensazione di origliare una conversazione di nascosto. Il narratore si consegna al lettore offrendo uno sguardo intimo e diretto ai pensieri, alle emozioni e alle esperienze dei personaggi, e quest’ultimo non può che restarne coinvolto partecipando alla vicenda in tempo reale. E non c’è limite agli argomenti trattati, i romanzi epistolari possono offrire spunti di riflessione su temi universali come l’amore, l’amicizia, la famiglia, la società e la condizione umana.
Una forma stilistica che caratterizza i grandi classici della letteratura attraverso i secoli: da “I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang von Goethe a “Le relazioni pericolose” di Choderlos de Laclos, da “Frankenstein” di Mary Shelley a “Enrico IV” di Luigi Pirandello, e la lista sarebbe ancora lunghissima …
Guardando anche al panorama più contemporaneo e spaziando tra i generi, invece, ti propongo tre romanzi epistolari che ho particolarmente apprezzato.
“Che tu sia per me il coltello”, dello scrittore David Grossman, pubblicato nel 1998 è un romanzo che narra la storia di Yair, un uomo che, incuriosito da una donna sconosciuta intravista in una folla, le scrive una lettera appassionata. Attraverso lo scambio epistolare, tra Yair e Myriam nasce una relazione che si sviluppa esclusivamente attraverso le lettere. I due protagonisti si raccontano le loro vite, i loro sogni, le loro paure e i loro traumi. La loro corrispondenza diventa un territorio di intimità e di scoperta reciproca, dove si confrontano con il loro passato, il loro presente e il loro futuro.
“Lettere a un giovane poeta” di Rainer Maria Rilke è un’opera epistolare che trascende il tempo, offrendo una riflessione profonda sulla poesia, la vita e l’arte. Il libro si presenta come un dialogo tra Rilke, poeta già affermato, e un giovane aspirante poeta che cerca consigli e ispirazione. Attraverso le sue lettere, Rilke non fornisce solo suggerimenti tecnici, ma guida il giovane verso una più profonda comprensione del senso della poesia e del suo ruolo nella vita. Non è solo un libro sulla poesia, ma un’opera che ispira e motiva a vivere con intensità e a cogliere la bellezza del mondo. Le parole di Rilke sono piene di saggezza e il suo messaggio continua a risuonare nei lettori di tutte le età.
“Lettera aperta ad un apprendista stregone” di Aldo Carotenuto è un libro affascinante che offre una riflessione profonda sul mondo della psicologia e sul ruolo dello psicologo. Si presenta come una lettera immaginaria scritta da un affermato psicologo a un giovane che si avvicina a questo campo. Attraverso questa lettera, Carotenuto condivide la sua esperienza e offre consigli preziosi a chi desidera intraprendere questo percorso. Non solo un libro di psicologia, ma un invito alla riflessione e alla crescita personale che incoraggia il lettore a confrontarsi con le proprie emozioni, a investigare il proprio inconscio e a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé.
“Le lettere sono la storia del cuore; esse tracciano, conservano, e rivelano i suoi moti più delicati.” – Madame de Merteuil –
Auguri di un’estate di felici corrispondenze.