Trezzo sull’Adda.
Due artiste che dipingono.
Due artiste e le loro opere: specchi reciproci di stati d’animo e vite vissute, guardate attraverso l’occhio curioso di Fabrizio Gatta.
Un battito di ciglia e l’idea prende forma.
La mostra “The Artist Style’s in Art” nasce così, dall’intuizione di Fabrizio che, in un attimo, ridisegna lo scenario e lo propone in un ottica differente, cogliendo ed esaltando una femminilità spesso nascosta, immortalando l’Anima celata.
Uno scambio sorprendente tra due mondi così intimamente legati che però non s’incontrano: quello dell’artista e della sua opera.
Fino a Fabrizio, che invece propone proprio questo scambio e permette all’artista di spogliarsi degli abiti usuali per diventare essa stessa “opera d’arte e musa”.
Una occasione unica per abbandonare una “maschera”, uscire dalla “zona di confort” ormai disegnata dal ruolo e dall’identità costruita e scoprirne una nuova, che esiste e che è celata dentro ognuno di loro.
Un mettersi in gioco per ri-trovare la propria autenticità, lasciando andare l’abito quotidiano.
In questo, la genialità di Fabrizio: nel rendere possibile per le artiste, attraverso una sequenza di scatti, l’inizio di un viaggio nella propria interiorità, lasciando affiorare un’altra se’: non migliore ma solo diversa da quella evidente, più vera.
Tante Persefoni che hanno accettato una discesa nelle profondità del proprio sentire regalandoci, attraverso le foto, le loro emozioni nel passare da essere “artiste” ad essere esse stesse “opere d’arte”.
Non facile, non scontato.
Abbandonare una pelle che ci protegge e ci fa riconoscere ed accettare e permettere alla propria sensibilità di essere messa in mostra non è da tutti.
Dalla partecipazione di ben quarantotto artiste a questo “cambio di prospettiva” , insieme alla capacità straordinaria di Fabrizio di vedere attraverso l’ obiettivo ciò che non è evidente allo sguardo, nasce un capolavoro unico nel suo genere: una mostra fotografica che parte da New Y ork e che presenta l’arte nell’arte. Un viaggio itinerante, che inizia dalle “profondità”, da quattro stazioni metropolitane, metafore di un viaggio interiore alla scoperta dell’Autenticità, “dell’Anima”.
“Amo le donne – mi dice Fabrizio – il loro mondo magico, quell’interiorità che noi temiamo e che, invece, rappresenta una ricchezza unica. Mettermi al loro servizio è stato un modo per creare un ponte, un omaggio doveroso a tanta Bellezza.”.
Solo una particolare sensibilità poteva essere in grado di cogliere la potenza dell’interiorità.
Solo la follia e il genio potevano essere in grado di “immortalarla” attraverso una sequenza di scatti.
Solo il coraggio, la determinazione , l’entusiasmo e la fiducia nel “sentire” potevano creare ciò che non era mai stato fatto fino ad oggi.
Solo un grande Fotografo.
Solo Fabrizio