Ti racconto il mio Sogno / Sogni / sogni non di circostanza ma univers
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A-Team
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#0 2013-05-08 04:19:12 Ciao a tutti, mi chiamo Matteo e ho 20 anni. Evitando un infinito discorso sulla analisi che ho fatto sulla struttura del mio pensiero e dei miei sogni, spiego cosa intendo per "sogni di circostanza" e "sogni universali". Da sempre ho un'attività onirica molto vivace (sogni lucidi e viaggi astrali spontanei) ma a parte questo la cosa che più mi colpisce dei miei sogni è che siano totalmente diversi da quelli che sento raccontare dagli altri. In qualche modo i sogni degli altri sono "di circostanza" cioè presentano immagini di qualcosa di già vissuto, o di luoghi o persone conosciuti, per farci notare qualcosa nella nostra vita presente. I miei invece sono talmente "ampi" che insieme ad un mio amico li ho definito "universali". Ampi perchè spazi incommensurabilmente grandi sono sempre presenti nei miei sogni e poi perchè i messaggi (almeno quei pochi che ho trovato io con altre valide menti, che spieghino il sogno in ogni dettaglio) insiti in ogni sogno sono talmente generali o, appunto, universali, o complessi che è riduttivo ma molto più spesso impossibile assegnare l'interpretazione di un sogno ad uno specifico avvenimento, ad una giornata, un mese, un anno, UN periodo di vita. Basta con i preamboli ve ne racconto uno secondo me molto esplicativo di ciò che voglio comunicare. Questo sogno è ambientato nello spazio, o meglio, nel punto più remoto possibile nello spazio...addirittura oltre. 1 anno luce è la distanza percorsa dalla luce in un anno viaggiando a 300mila chilometri al secondo, i quasar sono i corpi più lontani di tutto l'universo, o meglio più vicini al confine dell'universo osservabile, dato che l'universo non ha un centro quindi non c'è niente più lontano di qualcosa da qualcos'altro. Il quasar più lontano è situato a 13 miliardi di anni luce dalla terra, quindi vuol dire che se partissimo ora viaggiando sempre a 300mila chilometri al secondo (velocità della luce e massima velocità possibile nell'universo) arriveremmo su quel quasar tra 13 miliardi di anni. Dalla terra la luce dei quasar si vede. Nel mio sogno ero ancora più lontano, in un punto remoto in cui non esisteva niente, nemmeno elettroni, neutrini o altre particelle subatomiche, solo lo spazio profondissimo e il buio, talmente lontano da ogni corpo celeste che non si vedeva nemmeno la luce di una stella, nemmeno la luce era ancora arrivata in questo punto. Il sogno inizia con me (visuale/telecamera dagli occhi) che riprende e segue un altro me (lo stesso) camminare su un pianetino di 10 metri di diametro più o meno. Il centro del pianeta coincide con una linea immaginaria del confine dell'universo, l'uomo siede nella parte del pianeta che sta ancora dentro l'universo io, invece, decido di sedermi da dove ero arrivato: dalla parte del pianeta esterna, che si trova fuori dall'universo. Mi accorgo di essere arrivato su questo pianeta di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, non conoscevo nemmeno l'esistenza di un posto così lontano, semplicemente perchè lo volevo, come se mi fossi teletrasportato di volontà per poter guardare le galassie da vicino (un mio desiderio del me nella veglia). Sul pianeta incontro un uomo. Le prime due cose che mi colpiscono sono l'abbigliamento e la calvizie perchè mi ricordano un attore di teatro della terra. Camicia bianca di lino con le maniche ripiegate e tenute larghe, pantaloni neri, e niente scarpe, ne calzette. L'uomo sembra essere sulla mezza età ed è seduto a gambe incrociate a terra. Ad un certo punto io penso a come faccio a vedere questa persona e quindi come fa ad esserci la luce, in un punto in cui non si vedono nemmeno le stelle. (Nello spazio se si vedono delle stelle o dei corpi significa che la luce emessa da quei corpi arriva ai nostri occhi e noi le possiamo vedere o percepire, altrimenti non vediamo il bagliore di quei corpi). Chiedendomi questo mi accorgo che su questo pianeta tra me e l'uomo c'è una specie di roccia a forma di osso di seppia alta poco meno di me. La roccia forma il vertice del triangolo scaleno me-roccia-uomo. La osservo e vedo che all'interno del bordo ha un contorno verde poi un altro dello stesso spessore del colore della roccia e un altro viola sempre dello stesso spessore. Questo schema si ripete uguale e in scala su tutti i sassolini che sono a terra. Allora capisco che queste rocce sono bioluminescenti ed emettono luce propria permettendo dunque a noi 2 di vederci, ma senza stupirmi più di tanto perchè sono più curioso di parlare con l'uomo. A questo punto c'è un salto, come un taglio di scena in un film, ma fluido, sfumato dalla scena in cui iniziamo a parlare fino a quando finiamo. Ma nello sfumare viene presentata solo una piccola scena del discorso, un momento in cui io rimango colpito, e alzo la testa, dal fatto che quest'uomo mi dà la conferma che effettivamente esiste un modo per influenzare gli eventi e conoscerli a distanza. (Tra l'altro ho capito nel primo momento in cui l'ho visto che quest'uomo è spiritualmente elevatissimo). Eravamo entrambi seduti a terra, quando finiamo io mi alzo ben consapevole di dover tornare sulla terra e conoscendo tutto quello che ci eravamo detti. Come se il film-sogno avesse deciso di saltare momenti-conferma di tutto ciò che sento e che credo esistere nella vita e nel creato perchè sono effettivamente Veri, come se non mi servisse nel sogno avere la conferma dell'uomo. Alla fine del discorso le parole che mi rimbombavano in mente erano "amore universale", "teletrasporto", "ma quindi si possono influenzare gli eventi con la mente". Ero felicissimo di essere stato nello spazio e più lontano di tutti da tutto, addirittura Fuori dall'Universo. La cosa più sconvolgente di questo sogno dettagliatissimo e vividissimo e nitidissimo, almeno per me, è stato svegliarmi e sentirmi stanchissimo e affaticato, ma ancor di più guardare l'orologio e capire che l'ho fatto solo in 2 ore di sonno, quindi senza essere entrato in fase rem: il periodo più attivo del sonno. Se fosse il vostro sogno?
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Barbara Righini
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#400 2013-05-08 08:31:30
Benvenuto Matteo -- Barbara |
Zuleika Fusco
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#404 2013-05-08 11:14:42 se fosse la mia esperienza, penserei che nel sonno ribilancio un sè molto razionale che esercita un forte controllo nel quotidiano, mentre la notte vive la mia parte magica e strega, quella che sa abbandonarsi. penserei che ho incontrato una parte di me che mi Guida nel mistero e che mi mostra quanto sia possibile STARE in semplicità (a piedi nudi) SENZA DOVER NECESSARIAMENTE SPIEGARE O ARRIVARE A CONCLUSIONI. mi insegna il seno di fusione col tutto, che chiama amore universale. se fosse la mia esperienza, la vivrei come un invito a dare importanza al sentire dare fiducia al cuore piuttosto che la ragionare. un abbraccio 😉
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giancarla
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#411 2013-05-09 19:01:15 se fosse il mio sogno posso dire di averla già vissuta almeno per quell'ipotetico luogo-no-luogo che descrivi t : "solo lo spazio profondissimo e il buio" l'ho vissuto in stato di veglia dapprima l'emozione fortissima che ho avuto è stata di terrore di sentirmi immersa nel buio e pace e beatitudine fuse insieme la mia consistenza era infinita e impalpabile e sapevo di essere dentro quel nulla, di essere quel nulla al di là di tutto lo spazio in un tempo prima della nascita degli universi e anche durante un tempo-no-tempo ovvero nell'hic et nunc... ed in quel nulla ci posso andare ancora ogni volta che ci penso intensamente...ogni volta che voglio davvero STARE (come dice Zuleika) ed è pace assoluta è sapere che sono pura essenza, che sono io-dio e che sono nulla-tutto... Grazie! 😉 giancarla |