#0 2013-06-19 06:20:36

Sono in una specie di scuola all’aperto, posizionata sopra un ponte molto vecchio. I banchi sono sul lato destro del ponte, separati da dei bassi muretti in cemento il quale è diventato talmente vecchio da essersi scurito, sbriciolato in alcuni punti e da essersi ricoperto qua è là di muschio. Ci sono dei libri sul mio banco ma ad un certo punto mi alzo e vado dov’è la professoressa. Anche sulla cattedra ci sono dei libri ed io prendo in mano una copia del libro dell’ICHING uguale a quella che realmente possiedo. Vedo che è nuova e mi rendo conto che non è mia ma è della professoressa. La sto per rimettere a posto quando lei mi dice di non preoccuparmi, posso consultarlo se voglio. A questo punto vedo che la professoressa sta leggendo una specie di quaderno con degli appunti che mi riguardano. Si volge verso di me e dice :”Ti hanno dato veramente poca importanza! Se fossi in te chiamerei il professore che si occupa della materia che stai studiando e lo ‘riprenderei’ costringendolo a seguirti come si deve.” Io replico che non sono un corsista universitario e che seguo quell’argomento per puro interesse personale.

#616 2013-06-19 12:06:14

se fosse il mio ... penserei che la professoressa è quella parte di me che sovrintende all'ordine e al giudizio. un sè valutativo che spesse volte scredita me perchè potrei di più a volte gli altri per non avermi riconosciuto i talenti. è un sé puntuale, esigente, ambizioso, che reclama la mia realizzazione e che fa pressione per questo. all'opposto c'è quella parte di me che fa le cose solo per piacere. penserei che sentirle entrambe mi da la possibilità di stare al centro, vivendo ciò che amo senza ansia di risultati ma aperto a possibili sviluppi

#617 2013-06-19 13:26:04

Grazie di cuore Zuleika