#0 2014-05-31 08:36:25

Non ricordo bene come giungo a questa scena, so soltanto che mi trovo in un grande spazio, tipo magazzino vuoto e scappo (o forse mi difendo) da qualcosa, di sicuro sono in una situazione di tafferuglio. Sono come in un videogioco, uno di quelli in cui bisogna aspettare che si ricarichino le energie per poter proseguire e fare mosse: la porta del magazzino ridà sull'acqua e sotto la superficie nuota un ragazzo che - capisco - era il mio nemico ed era la persona che mi causava agitazione. Lui è sott'acqua e da lì sotto mi spara dei proiettili che però non superano la superficie dell'acqua, perchè abbiamo entrambi finito le mosse a nostra disposizione nel gioco, quindi lui non può farmi niente. Io ne voglio approfittare per scappare, ma in realtà non posso farlo, perchè anche quella è considerata un'azione attiva del gioco e la mancanza di energie non me lo consente. Sia io che lui siamo in questa specie di limbo temporale, allora approfitto di quella stasi per parlare con lui e capire perchè ce l'ha con me. Noto che nell'aspetto siamo molto simili, solo che lui ha un trucco nero intorno agli occhi che cola sulle guance in un effetto voluto, che desse drammaticità al suo volto. Gli chiedo chi è, perchè ce l'ha con me; gli dico che mi sembra di averlo già visto. Lui mi guarda con astio, ma sembra più il broncio di un bambino indispettito e mi spiega, risvegliando in me il ricordo della scena: << ci siamo incontrati una volta quando eravamo più piccoli, e tu non mi hai salvato >>.

#1242 2014-06-01 14:16:28

Se fosse...tra me e un maschile che mi insegue c'è una situazione di parità...entrambi stremati dalla mancanza di forza..l'acqua e l'elemento emozionale parano i colpi di questo maschile giovane aggressivo che tuttavia sembra essere un aspetto vulnerabile che reclama ascolto perchè si è sentito abbandonato dal se cosciente.