Ti racconto il mio Sogno / Sogni / Il cane abbandonato

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Agnese

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Si tratta di un sogno formato da tre momenti distinti, ma sequenziali. Sono in macchina e mi sto recando a casa. In prossimità della mia abitazione trovo la strada chiusa: vi sono paletti che non mi permettono di proseguire. Chiedo ad un signore cosa sta succedendo e lui mi spiega che il comune ha deciso di rendere quel tratto della strada esclusivamente pedonale. Questo per permettere ai residenti di osservare le bellezze della natura circostante, che sembra non essere mai stata osservata e vissuta. Penso che forse mio marito non sa di questa situazione, altrimenti me l’avrebbe comunicata. Intanto scendo dalla macchina e osservo il verde della natura e la limpidezza di un piccolo ruscello, che vedo per la prima volta perché nascosto sotto un ponte. Sono rilassata e mi sento beata. Passo poi ad una seconda scena, nella quale sono in una stanza in cui vi sono panche rivolte verso un grande schermo, su cui sta per essere proiettato un film. Prendo posto. Vedo entrare due persone anziane e mi sposto subito sulla panca posteriore per lasciare loro il posto a sedere. Seduto alla mia sinistra c’è un signore che fa un commento, del tutto gratuito, sui piedi della signora: sono piedi sporchi e, pianta e tallone sono pieni di crepe e tagli incrostati di sangue. Questo commento mi provoca rabbia. Quei piedi mi parlano della storia di quella signora, del suo lavoro nei campi e della sua dignità e, senza sapere come, mi ritrovo a volerle bene. La panca inizia a ondeggiare e, sempre lo stesso signore mi rimprovera intimandomi di smettere di giocarellare. Gli dico che non sono io a muoverla. Noto che la panca su cui siamo seduti è, in realtà, una grossa altalena e, alla mia destra c’è un signore anziano e malato. Suo figlio gli è vicino e tenendogli la mano, lo culla dolcemente col movimento ondulatorio della panca. Nell’ultima scena sono all’aperto, fuori dalla sala di proiezione. Il signore che era seduto alla mia sinistra è ancora con me. Sono uscita perché ho saputo che è stato trovato un cane abbandonato e voglio vederlo. E' un cane adulto, non ha la forza di alzarsi, ha subito percosse e maltrattamenti e nei suoi guaiti sento chiaramente che pronuncia la parola “aiuto”. La mia commozione è fortissima, mi fa male il cuore. La docilità di questo cane è disarmante e il suo sguardo è penetrante. Lo prendo in braccio e lo stringo forte, piangendo per il dolore. Lo affido alle cure di una donna a me carissima, che so amare molto gli animali, e mi accerto che venga portato subito da un bravo veterinario  in grado di curarlo. La donna a cui l’ho affidato mi dice di stare tranquilla perché se ne occuperà lei.


Valerio Ivo Montanaro

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Ciao Agnese, se fosse il mio sogno penserei che nella prima parte il mio tessitore mi chiede di imparare a "stare" nelle cose, senza correre troppo (auto), imparando ad "andare a piedi" per poter sentire e godere pienamente della vita (simboleggiata dal verde dei giardini e dal ruscello) La seconda parte del sogno mi fa pensare di aver incontrato una mia parte maschile / patriarcale che si oppone al fatto che io possa imparare a "stare", tant'è che critica quella parte di me che invece ha un ottimo rapporto con la terra, la "contadina" che invece sa "stare" e sa "aspettare" i tempi della natura. Vedrei una grande risorsa nel fatto che inizio a voler bene a questa contadina ed alle potenzialità che mi porta. Il maschile ricompare poi come anziano e malato e se fosse il mio sogno penserei che è in procinto di morire per rinascere in senso più evoluto. Nell'ultima parte del sogno vedrei come le potenzialità del femminile che ho incontrato nella prima parte del sogno (contadina) iniziano a farsi sentire consentendomi di mettere in atto un processo di guarigione interiore che possa curare / accudire i miei reali bisogni simboleggiati dal cane. Un caro saluto e buona vita! :-)


Agnese

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Grazie infinite per i preziosi spunti di riflessione che mi offri!


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