Ti racconto il mio Sogno / Sogni / Il cuore oltre il sogno

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Piccolo Ade

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In un enorme piazza storica corro veloce come un ninja, quasi raso al terreno, corro come se cercassi qualcuno. Piano piano la piazza si riempie di tavoli da ristorante con tovaglie bianco crema; presso di questi e per il resto della piazza vi sono numerosi gruppi, per lo più di ragazze: hanno tutti un look dark e gotico o comunque volutamente cupo. Mi rendo conto che son tutte persone che nei mesi ed anni passati avevano destato con fascino il mio interesse come in un bambino; eppure i miei occhi neanche per un attimo si fermano su quei volti percependo di loro uno spessore interiore mancante, piuttosto continuo la mia corsa come un cane tra gli umani. D'un tratto cominciano tutti ad ostacolarmi mentre la piazza si trasforma via via in un ristorante dai colori chiari; mi bloccano con sedie e tavoli contro le pareti, o per lo meno ci provano, ma io nell'indifferenza rimango interiormente centrato sul mio invisibile obiettivo e con grande forza fisica e determinazione oltrepasso tutto e tutti, anche a costo di lanciarmi sotto i tavoli, pur sempre chiedendo permesso. I colori si schiariscono, la moda oscura svanisce, e percepisco che tutti iniziano a ballare: si balla più o meno a coppie facendo roteare un proprio braccio con quello dell'altro in una sorta di mulinelli ascendenti (simili a quelli che si fanno individualmente nel Sahaja Yoga per il risveglio della kundalini). Ecco che un ragazzo particolare, conosciuto poche settimane fa, fa di tutto per poter ballare con me, come fosse assolutamente necessario. [di lui so che si fa detestare facilmente, che non ha schemi ma solo apparentemente, che disegna e che viene da una famiglia di artisti da cui fuggì dopo le medie; tra il frivolo ed il superficiale ma anche pieno di passione. Non amante a suo dire dei look dark]. Durante il ballo compie molti gesti che ritengo inutili, tipici della gestualità italiana (di cui ieri sera ho visto un documentario americano); riesco a distaccarmene senza che se la prenda. Trovo un tavolo, l'unico ordinato ed apparecchiato; è per 4 e ci sono delle pizze pronte per esser consumate, tenute sotto dei tovaglioli come fosse usanza naturale; io lo guardo con estrema intensità, e ho il sentore di star aspettando qualcuno. Nel sogno stesso ho la sensazione che tutto mi spinga verso Lei.


Valerio Ivo Montanaro

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Benvenuto Piccolo Ade! Se fosse il mio sogno vedrei nelle persone con "look dark" delle parti di me abituate ad un'introversione che inizio a non sentire più nutriente ("spessore interiore mancante"). Il fatto che io sia in cerca di qualcuno lo intenderei come ricerca di una "profondità" più appagante/nutriente. Vedrei questa ricerca simboleggiata dalle pizze (ancora coperte e quindi da "scoprire") collegate con il numero quattro (che potrebbe essere inteso come enneatipo). Questo tipo di ricerca viene in qualche modo ostacolato dai miei vecchi "sè" che cercano di intralciarmi con sedie e tavoli e da un maschile abituato a compiere gesti "all'italiana". Se fosse il mio sogno direi che la ricerca dell'essenzialità non necessita di eccessive sottolineature esteriori che potrebbero rallentare il mio percorso. Un caro abbraccio! 😉


Piccolo Ade

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Fantastico. Grazie Vale 😉


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