Seduci-amo-ci?

Postato da on November 28, 2012 in nutrirsi consapevolmente | 2 commenti

Seduci-amo-ci?

”Quando mangi oppure bevi, diventa il sapore del cibo o della bevanda, e siine ricolma.”

Osho

 

Vi è mai capitato di ammaliare qualcuno con il cibo?  A me sì, anzi direi che se c’è una strategia di seduzione che più di altre metto in atto, è proprio quella legata al cibo. Trovo molto stuzzicante poter “giocare” con le pietanze… Innanzitutto chiariamoci sul fatto che la seduzione è un’arte che ha come fedele alleata la SENSUALITA’. Con il tempo, e grazie agli insegnamenti di un’Anima molto speciale per me, ho imparato che la sensualità non è strettamente legata ad una modalità di relazionarsi in coppia, atteggiamento non scontato tra l’altro, ma è un vero e proprio stile di vita a  cui ho personalmente deciso di educarmi. Quando parlo di sensualità mi riferisco a quella qualità energetica legata ai sensi, al piacere e, perché no, all’erotismo nell’accezione più ampia del termine. Ma quindi cosa c’entra tutto questo con il cibo? C’entra… e come! Per me preparare il cibo è un “viaggio” all’insegna dei sensi che inizia dall’acquisto del prodotto, passa per la sua preparazione e si esaurisce con la consumazione (se non mi sento già appagata prima!!!). Adoro recarmi nei mercatini storici nel centro della città, in quelle viuzze che sanno di intimo ed in cui i mille colori delle bancarelle di frutta e verdura saziano i miei occhi, tingendo di caldo anche la giornata più uggiosa. E vogliamo parlare di quelle deliziose botteghe che sembrano vivere lì da sempre, in cui la tradizione si tramanda di generazione in generazione e dove l’accoglienza incondizionata verso il cliente diventa un valore imprescindibile che cerca di eludere a tutti i costi l’impersonalità e l’indifferenza che si agiscono in tanti negozi moderni.  In quest’orgia di profumi, aromi e specialità, il nostro intuito culinario ci fornisce la direzione da prendere affinché possiamo iniziare a dare forma all’idea di piatto che vogliamo preparare. Ed infatti alla preparazione si arriva…Trovo assolutamente magico il momento della preparazione dei cibi, attimo alchemico in cui la “materia grezza” si trasforma in qualcosa di unico.

Durante questo spazio-tempo, che sembra fermarsi, mi nutro del rumore del coltello che affetta una cipolla, magari piango anche per effetto della cipolla…percepisco al tatto l’umidità, la freschezza, la ruvidità, la morbidezza…e sento lo sfrigolare dell’olio in pentola e appena immergo i cibi  in cottura, una scia di profumo invade il mio olfatto, grato di tanta generosità. E la trasformazione si compie, passo dopo passo, accompagnata dalla “cura” attenta e amorevole di una madre verso il proprio figlio.

A questo punto, se non ci troviamo proprio nella fretta del tram tram quotidiano, potremmo anche concederci un atto sensuale nella presentazione di ciò che abbiamo preparato, magari avendo cura del piatto e del bicchiere con cui lo accompagniamo. Di quale colore lo scelgo? Mi piace piano o fondo? E quale tovaglia ci abbino? Una candela ci starebbe bene? E un sottofondo di musica?…Ecco come il cibo stimola la nostra scelta e ci esorta a considerare l’”atmosfera” come luogo non soltanto fisico dove scegliamo di consumarlo. E già, la consumazione…Ma voi non vi siete già saziati? Va bè, se vi  è rimasta ancora “fame” allora potrete gustare ciò che avete preparato e sentire nella bocca ogni istante di nutrimento: caldo, salato, dolce, vellutato, croccante, acidulo, gelato…

Vi illudete ancora che la qualità di una pietanza sia legata alla semplice somma degli ingredienti  o alla preparazione tecnica di chi la prepara? E’ molto di più. E’ la nostra Creatura, figlia del nostro più profondo sentire che ci svela che la prima persona che dobbiamo imparare a sedurre SIAMO NOI…

 

Scena tratta dal film “Come l’acqua per il cioccolato”



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2 Commenti

  1. bellissimo questo articolo!!! ho recentemente seguito un corso di “cucina metaforica” e capisco molto bene questi concetti:-)))
    La frase sul rumore del coltello che affetta la cipolla sembra proprio uscita dalla bocca della mia insegnante, che a sua volta l’aveva presa dall’omonimo romanzo a seguito del quale ha poi creato la sua scuola:-)) e dove ho imparato la mia “indipendenza alimentare”:-))))
    Complimenti e molti auguri per la tua rubrica!!!

    • Carissima,
      grazie per l’entusiasmo che trasmetti. Sono lieta che il mio articolo abbia fatto risuonare delle corde speciali. Credo profondamente che il cibo e tutto ciò che gli gravita attorno, sia un potente mezzo per contattare il nostro sentire. Qualche tempo fa, durante la preparazione di una ricetta, stavo tritando del semplice prezzemolo con una mezzaluna. Solo dopo pochi minuti, continuando a reiterare quell’atto, mi sono accorta che quel movimento altalenante assieme al magnifico aroma del prezzemolo, mi stavano donando una sensazione quasi di beatitudine, come se fossi totalmente presente in ciò che stavo facendo. E, seppur tritare prezzemolo non sia un’azione annoverata ufficialmente tra quelle fondamentali della vita, ho avuto la netta sensazione di stare svolgendo esattamente ciò che volevo fare in quell’istante e ho sentito, a differenza di tanti momenti quotidiani, di arricchire il mio tempo nutrendolo di soddisfazione. Grazie per l’incoraggiamento e buona “indipendenza alimentare” 😉

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