“Abitare” la crisi

Postato da on March 21, 2013 in a casa di Lori e Giò | 4 commenti

“Abitare” la crisi

 

Sentiamo sempre più spesso utilizzare il termine “crisi” quando si  parla di situazioni caratterizzate da qualche difficoltà, la crisi sembra essere un qualcosa di disastroso e inevitabile davanti al quale ci troviamo a non avere difese. Ciò su cui basavamo la nostra stabilità viene messo a repentaglio e quel che sentiamo è un senso di smarrimento e confusione.

D‘altra parte la crisi ha la capacità di metterci in contatto con i nostri limiti, ci comunica che non possiamo continuare sulla stessa strada senza apportare modifiche a noi  stessi o al contesto entro cui ci muoviamo, è un segnale del fatto che occorre rinnovarsi,  ci forza a trovare delle soluzioni più adatte a soddisfare  necessità e bisogni che non possiamo continuare a ignorare, permettendoci di riattribuire il corretto valore alle cose… ci porta a trasformare il limite in risorsa.

Anche la crisi economica che in questo momento storico stiamo vivendo ci costringe  a prestare una nuova attenzione a come spendiamo i nostri soldi, a fare una lista delle necessità e delle priorità, e questo ovviamente riguarda anche la nostra casa… quel che ci serve è imparare a stare con quello che c’è.

Ciò riguarda naturalmente non solo la sfera personale ma tutto quello che fa parte della nostra vita quotidiana, non ultimo l’abitare  e l’industria che gravita nel suo indotto.

In Italia le città hanno avuto un’espansione di tipo orizzontale, occupando tutto il territorio con le nuove costruzioni, lasciando ampi spazi del già costruito spesso alla mercé del degrado fisico e sociale, e si è consumata una sorta di inquinamento del territorio a discapito delle risorse naturali e con un notevole dispendio di risorse energetiche: le nostre città consumano troppo  e costano  troppo. Abbiamo  continuato a costruire e occupare spazi sino a che la crisi economica ci ha messo di fronte alla necessità di non poter più continuare su quella strada.

La principale ripercussione in campo economico si è avuta sulla  notevole discesa del mercato immobiliare sia  per quanto riguarda le  compravendite delle abitazioni usate che della  costruzione di nuovi edifici. Sono diminuite notevolmente le richieste di nuove costruzioni sia da parte dei privati che degli enti pubblici e se si osservano i grafici della redditività economica dell’industria della costruzione tradizionale si noterà che il trend è decisamente in discesa. È chiaro che anche in questo campo la crisi ci mette di fronte alla necessità di trovare nuove risposte e cercare nuove opportunità.

Negli Usa il vasto campo dell’industria edilizia non ha manifestato deficit in quanto già da qualche anno al suo interno si è venuto a creare lo spazio per una ampia quota di mercato aperta all’ingegneria ambientale che è subito stata occupata dagli imprenditori più innovativi che hanno saputo scorgere le nuove opportunità e raccogliere le nuove sfide; inoltre ben il 62% del mercato ha riguardato la riqualificazione dell’esistente. Il nuovo business si basa sul risparmio e sull’efficienza, il mercato si è riconfigurato intorno al ciclo del recupero e del riuso. Esiste una grande domanda di riqualificazione, per lo più micro-riqualificazione, e il grosso dello scambio economico  si sviluppa su micro–ristrutturazioni e sul recupero energetico.

Come negli Usa anche qui da noi stiamo ripartendo dal basso, cercando di non vivere la scarsità di risorse come un limite ma come una opportunità da cui sviluppare nuove idee e opportunità da cui ripartire. In Italia l’industria delle costruzioni è sempre stata un settore trainante di tutta l’economia ed è quindi reale la prospettiva che la ripresa nasca da tutto ciò. In periodo di crisi sta nascendo un mondo intorno alla riqualificazione e il mercato delle nuove energie è in crescita costante. Le nuove necessità sono quelle di recuperare il patrimonio edilizio esistente per riportarlo ad una giusta qualità abitativa e allo stesso tempo ottenere abitazioni a “costo energetico zero” evitando di incrementare l’uso del suolo, perché il risparmio energetico di cui tanto si è parlato è ora diventato un bisogno fondamentale.

Ripartiamo da noi, dalle nostre case, dalle nostre necessità, riutilizziamo quello che abbiamo, prendendocene cura come una grande risorsa, facciamo in modo che la crisi anche in questo campo possa rappresentare un volano per una nuova consapevolezza dell’abitare.

Le parole d’ordine sono  integrazione, recupero, trasformazione e rigenerazione.

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4 Commenti

  1. bellissimo, grandi spunti di crescita.

    • Grazie Mauro

  2. Ho sempre pensato anche io che la grande opportunità della crisi sia la trasformazione in qualcosa di meglio. Il recupero di una dimensione più umana, intima e legata ai ritmi naturali è un obiettivo che sento realmente perseguibile da chi avrà la sensibilità e l’intelligenza di coglierlo, con risultati che inevitabilmente si riverseranno sul sociale.

    • brava, Barbara! trasformare questo momento nell’opportunità di avere una migliore qualità della vita è possibile e fattibile. già cambia qualcosa radicalmente se modifichiamo il nostro modo di vedere! un abbraccione

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