Alexian Santino Spinelli, un grande musicista e letterato

Postato da on August 1, 2016 in a casa di Lori e Giò | 0 commenti

Alexian Santino Spinelli, un grande musicista e letterato

In questi giorni abbiamo avuto la fortuna di conoscere personalmente Alexian Santino Spinelli e di poter avere con lui un confronto e uno scambio di idee ricco e proficuo. Per chi ancora non lo conoscesse Santino Spinelli, in arte Alexian, è conoscitiussimo come  musicista, attraverso le sue musiche da anni porta nel mondo la cultura del suo popolo, il popolo Rom. Santino è un uomo di cultura e un letterato . Ha conseguito due lauree presso l’Università di Bologna ed è attualmente anche professore universitario con una una cattedra di Lingua e Cultura Romanì – Lingue e processi interculturali-, presso l’Università degli Studi di Chieti. Attraverso le sue infinite attività instancabilmente diffonde e fa conoscere nel mondo la bellissima, e ai più sconosciuta, cultura del popolo Rom.

L&G – Santino, vuoi raccontare brevemente la storia del tuo Popolo?

S – La popolazione romani è costituita da 5 grandi gruppi: Rom, Sinti, Kale Manouches e Romanichels. Ciascun gruppo racchiude un’infinità di comunità diverse fra loro e che rappresentano un mosaico multiforme. Tutti i gruppi e tutte le comunità hanno un origine comune: l’India del Nord. Attraverso Persia, l’Armenia arrivarono nell’Impero Bizantino e da qui si diressero in tutta Europa e in tutto il mondo. La lingua parlata è quella romani che ha tanti dialetti diversi. Gli antenati della popolazione romani furono deportati dall’India dopo le campagne militari di Momud di Gazni, un imperatore persiano, che tra il 1001 e il 1027 attaccò i territori indiani deportando un numero impressionante di persone.

L&G – Secondo il dire comune il popolo Rom sarebbe un popolo nomade, che ci puoi dire a tal proposito?

S – Gli antenati dei Rom in India vivevano nelle case, la mobilità è sempre stata coatta e la conseguenza di repressioni e di persecuzioni, altro che nomadismo. Le comunità romanès sono sempre rimaste dove hanno trovato buona accoglienza. Oggi il nomadismo giustifica la segregazione razziale di comunità rom nei campi nomadi. È un crimine contro l’umanità! Non è un caso che i mafiosi, le associazioni di pseudo volontariato e i politici corrotti ne hanno approfittato come Mafia Capitale ha dimostrato.

L&G – Ci spieghi allora quali sono state e quali sono le caratteristiche principali delle vostre abitazioni?

S – Certamente la persecuzione ha prodotto un tipo di habitat semplice, veloce e in orizzontale: carretto, carro, carrozzone, roulotte, camper e la tenda.

L&G – Si, questi sono sistemi abitativi propri delle popolazioni nomadi ai quali il popolo Romanì si è dovuto adattare ma giorni fa ci accennavi a caratteristiche dell’alloggio a cui siete particolarmente affezionati e citavi la presenza dell’arco nelle case, ci vuoi dire perchè e cosa rappresenta per voi? E ci sono altre caratteristiche che vi sono particolarmente care? E vengono riproposte attualmente nelle vostre abitazioni?

S – I Rom non sono nomadi per cultura, ma si sono dovuti adattare ad una mobilità coatta a causa di persecuzioni e discriminazioni. I Rom hanno un senso dello spazio e del tempo diverso rispetto ai Cage (i non Rom). I Rom necessitano di spazio in orizzontale poiché il concetto di famiglia è molto ampio. La casa è sempre pronta a ricevere gente. Lo spazio nella casa viene ricavato dal l’abbattimento dei muri divisori e spesso al loro posto troviamo degli archi che mettono in comunicazione le stanze creando e dilatando lo spazio soprattutto, per gli spazi diurni e pubblici. Quelli privati e notturni restano divisi e  ben divisi quelli maschili da quelli femminili. I tavoli sono sempre molto grandi, spesso vengono fatti costruire su misura, sia perché le famiglie sono numerose sia per ricevere ospiti. L’ospitalità è sacra nella cultura romanì.

L&G – E cosa pensi del fatto che ora nelle nostre città molti di voi sono costretti a vivere in grandi condomini?

S – Ovviamente non tutti i Rom possono permettersi di vivere in case ampie e spaziose come sarebbe ideale e rispondente ad esigenze familiari e culturali. Anche nei condomini i Rom cercano di ricavare spazio attraverso gli archi seguendo la logica già citata e rispettando il più possibile gli spazi pubblici e quelli privati, quelli femminili e quelli maschili.

L&G – Purtroppo la stampa non perde occasione per sottolineare una vostra non integrazione con i vicini, ed allora ti chiediamo cosa suggeriresti per presentare il tuo popolo in maniera diversa? Quale azione si potrebbe intraprendere per aprire un vero dialogo, per sottolineare che una diversità, che è solo di facciata, e creare opportunità di crescita, conoscenza e di miglioramento per tutti?

S – Quel che dice la stampa non corrisponde al vero. La stampa mente e fa propaganda fin troppo spesso mistificando la realtà. L’integrazione c’è sempre stata fin dal 1400, ovvero fin dall’arrivo dei Rom in Italia. Ma le cronache un tempo, come i giornali oggi, preferiscono evidenziare solo le situazioni estreme e proporle come esempi esplicativi. I Rom non hanno nessun problema di convivenza con chi li rispetta. La realtà è che dopo oltre 6 secoli di presenza in Italia, i Rom italiani, in particolare, sono largamente sconosciuti da un punto di vista storico, linguistico, culturale e antropologico. Occorre che la politica favorisca conoscenza ed incontro per andare verso una serena società interculturale. Ci sono i presupposti?

L&G – Grazie, Santino, staremmo volentieri a parlare con te ancora per molto tempo perchè i tuoi racconti svelano verità non conosciute e destano in noi un grande interesse. Cosa vuoi dire ai nostri lettori per concludere?

S – Di leggere il mattone di 600 pagine che ho scritto ,( “Rom, questi sconosciuti”, Mimesis Edizioni, Milano, 2016 ), per scoprire finalmente un mondo e una cultura che appartiene a tutti e che rischia di scomparire in una società democratica, dopo aver resistito alle repressioni sotto imperi, monarchie dittature. Ogni popolo e ogni cultura rappresentano un patrimonio per l’intera umanità.

Questa è una grande verità. Ringraziamo di cuore Santino per la sua apertura e la  disponibilità e continueremo a seguirlo con infinita attenzione.

 

Bibliografia;

Letteratura:

Conosciamoci, incontro con la tradizione dei Rom Abruzzesi, Editrice Italica, Pescara 1994

Collezione Interface, Centro di Ricerche zingare dell’Università di Parigi, Consiglio D’Europa 2002

la Lunga strada dei Rom, Sinti, Kalé, Manouches e Romanichals, Meltemi editore, Roma 2003

Carovana Romanì (Partiture per Fisarmonica sola), Ut orpheus, Bologna, 2010

Carovana Romanì (Partiture per Ensamble), Ut orpheus, Bologna, 2010

Carovana Romanì (Partiture per Orchestra),Ut orpheus, Bologna, 2010

Rom, Genti Libere, con prefazione di Moni Ovadia ,Dalai Editore, Milano, 2012

Rom, questi sconosciuti, con prefazione di Moni Ovadia, Mimesis Edizioni, Milano, 2016

Poesia:

Gilì Romanì (Canto Rom), Edizioni Lacio Drom, Roma 1988

Romanipé (Identità romanì), Solfanelli Edizioni, Chieti 1993

O Romano Gi! (l’Anima Rom), Edizioni Romanì, Roma 2011

In più esiste una ampia produzione discografica  di Alexian Santino Spinelli facilmente reperibile.

 

 

 



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