Anche il paesaggio è “abitare”

Postato da on August 5, 2013 in a casa di Lori e Giò | 0 commenti

Anche il paesaggio è “abitare”

Quando parliamo di abitare quello che come prima immagine viene in mente è la casa, ma l’abitare comprende tutto ciò che ci circonda e quindi tutto il territorio che in qualche modo usiamo e occupiamo è abitare.

Spesso abitiamo il paesaggio in modo inconsapevole, ne osserviamo solo gli aspetti architettonici o naturalistici, ma esso è parte essenziale del nostro abitare, è connesso con le nostre radici, fa parte di noi come la nostra abitazione e come tale va salvaguardato, e quello che dovremmo fare è abitarlo in modo ecologico e consapevole.

Ognuno di noi percepisce il paesaggio che lo circonda secondo la sua personale visione, tutto ciò che vediamo lo percepiamo secondo il nostro personale punto di osservazione e quindi l’immagine che abbiamo di un luogo dipende dal punto di vista. Le forme e i volumi sono uguali per tutti ma variare il punto di osservazione o la direzione da cui si guarda è fondamentale, la personalità di chi guarda cambia la percezione del paesaggio. L’immagine di un lago o di una foresta è percepita in modi diversi a seconda che sia osservata da un bambino o da un adulto o ancora da un architetto da un naturalista.

“Il paesaggio è la forma dell’ambiente. Ciò in quanto ne rappresenta l’aspetto visibile”.(Barocchi R., Dizionario di urbanistica, Ed. F.Angeli Milano 1984).

Ma in che modo l’uomo ha abitato il paesaggio nel tempo? Nei secoli i luoghi dell’abitare venivano scelti in base a quelle che erano le principali esigenze sociali ed economiche, per cui venivano scelti luoghi che per la loro natura evidenziassero una precisa vocazione che risultasse idonea al controllo per la difesa militare, per il commercio, o per la pratica della pastorizia e della coltivazione del terreno.

Oggi la popolazione è aumentata a dismisura, le città sono sviluppate orizzontalmente in maniera enorme e dissennata e la stessa conformazione del territorio, in particolar modo in Italia, ha portato ad una urbanizzazione senza soluzione di continuità. La nostra piccola penisola risulta invasa dal cemento e dalle costruzioni.

Se proviamo di notte a cercare un punto di osservazione abbastanza in alto o ancora meglio se decolliamo per un viaggio notturno in aereo notiamo subito che ovunque splendono luci, luci che identificano case isolate o città ma sarà difficile trovare dei punti bui… Tutte quelle belle “lucine” identificano grandi città e quindi altissimi costi per l’illuminazione stradale, o spesso una casa isolata e anche lì alti costi per dotarla di servizi…. Se poi parliamo di inquinamento luminoso esso significa disturbo alle specie volatili e anche grandissimo spreco di energia per mandare in modo inutile la luce verso l’alto, ma anche perdersi il valore di una splendida notte stellata. Ma parleremo in seguito di tutto ciò che comporta l’inquinamento luminoso.

Stiamo abitando ovunque e purtroppo lo stiamo facendo con enormi costi sociali.

Ma come dicevamo il paesaggio è parte integrante della nostra vita e quindi è importante avere la consapevolezza che bisogna abitarlo e, quando necessario, progettarlo, in maniera consapevole, in particolar modo quando parliamo di spazi verdi a disposizione della comunità.

L’architettura del paesaggio, secondo un’accezione più recente del termine, è una branca dell’architettura che si occupa della progettazione di spazi verdi, quali parchi e giardini. La figura professionale che si occupa di questa materia è l’architetto paesaggista.

Una delle caratteristiche fondanti dell’architettura del paesaggio deve essere la sostenibilità.

Nessun progetto diventa vero paesaggio se non ha il supporto e la condivisione di chi lo vuole, lo realizza, lo usa e lo mantiene nel tempo. Tutto ciò che è progetto del paesaggio va realizzato attraverso l’approfondimento di aspetti e campi operativi diversi e talvolta molto lontani fra loro. Questi ambiti vanno dal consumo di suolo alla sua permeabilità, al microclima, dall’ innovazione creativa ai costi di realizzazione e di manutenzione, dalla scelta dei materiali e dalla identificazione delle specie botaniche più opportune al ciclo dell’acqua. Vi deve essere una giusta analisi dei bisogni e delle criticità attuali sino alla proiezione delle necessità future.

Non ultima la necessità sempre più fondamentale di risparmiare spazio sul territorio. Tra i progettisti si va sviluppando la ricerca di nuove proposte abitative che si collochino in modo intermedio tra l’abitazione di città e la casa singola isolata. Lo scopo è alleggerire i costi sociali e di consumo del terreno nelle città e di riappropriarsi della “campagna” in modo più ecologico, realizzando o ristrutturando borghi rurali. Semplici luoghi dove cercare di far coesistere il luogo dell’abitare con il luogo del lavoro. Spesso i progetti di Cohousing di cui abbiamo parlato in un articolo precedente vanno in questa direzione.

Siamo in un momento di cambiamento epocale e l’architettura come ogni altra arte segue e anticipa le necessità e i bisogni dell’uomo che come spesso ripetiamo, deve essere al centro del progetto.



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