Bimbi a tavola: consigli per un’educazione consapevole verso il cibo

Postato da on May 4, 2015 in nutrirsi consapevolmente | 0 commenti

Bimbi a tavola: consigli per un’educazione consapevole verso il cibo

Carissimi lettori,

l’argomento che ho scelto come tema del presente articolo non è esauribile in poche righe ma richiederebbe un approfondimento ed un confronto ulteriori. Questo spazio potrà essere, se vorrete, un piccolo input a scambiarci riflessioni ed esperienze su come noi adulti educhiamo i più piccoli nella complessa relazione con il cibo. Nessuno può dire diversamente rispetto all’evidenza che è responsabilità dell’adulto (genitore, educatore, insegnante, parente ecc.) la trasmissione di certe impostazioni alimentari ai bambini. Per “impostazioni alimentari” intendo non solo le abitudini prettamente nutrizionali (cosa diamo da mangiare ai nostri figli) ma anche le regole che governano il momento del pasto, i comportamenti che mettiamo in atto, la cultura del cibo e l’imprinting che impostiamo. Sappiamo bene che il “mangiare” è un’azione che avviene da subito dopo la nascita, non fosse altro che serve per la sopravvivenza… e ci accompagna sino alla morte. Non andrebbe quindi mai sottovalutata questa azione quotidiana e basti pensare che molti dei disagi fisici e psichici che si vivono durante il percorso di crescita di una persona, sono legati proprio alla relazione con il cibo. Per questo ovvio motivo spero non risulti mai ridondante il parlarne, poiché il cibo è vita e relazione e condiziona ampiamente la nostra quotidianità.

Innanzitutto quando parliamo di “educare al cibo” , così come ogni altro oggetto di educazione, esso va contestualizzato all’età della persona. Ciò che mettiamo in atto con un neonato non sarà la medesima azione che faremo con un bimbo di 5 anni o con un adolescente e così via. La parola chiave che deve accompagnare il percorso è l’ascolto, la presenza costante, riferita all’altro ed a noi stessi. Quante volte le mamme vanno in ansia perché i figli ogni tanto si rifiutano di mangiare? Per quanto tempo la grassezza di un bambino ha significato essere in salute? Quanto il senso di vuoto percepito dall’adulto che nutre si compensa con il “sordo” riempire del bimbo? Quanto le donne tengono legate l’altro con il cibo?

Di seguito vi elenco qualche suggerimento da mettere in pratica:

1)      Siate il più possibile in ascolto e cercate di interpretare e differenziare i bisogni del neonato (non sempre piange perché ha fame);

2)      Imparate a tollerare i tempi di attesa necessari per comprendere il reale bisogno del bambino (evitate imposizioni come per esempio orari standard per la poppata);

3)      Nella fase dello svezzamento assecondate il bisogno di esplorazione del bambino facendogli prendere contatto con il cibo (se lo vuole toccare non ne fate un dramma!);

4)      Mettete nel piatto una piccola quantità di cibo alla volta. Questo gli permetterà di non scoraggiarsi sentendosi frustrato con grandi quantità di cibo;

5)      Variate con i sapori (se preparate sempre gli stessi piatti i bambini si abitueranno esclusivamente a quei sapori e si impigriranno verso la novità);

6)      Date al pasto il giusto peso: evitate di fare una tragedia per un rifiuto del bambino. Cercate di evitare di essere tiranni o vittime. Se il bambino non mangia da subito un certo cibo proponeteglielo nelle volte successive pensando anche ad una forma diversa. Il cibo non deve mai diventare una forma di ricatto!;

7)      Evitate il proibizionismo a tavola avendo la certezza che il cibo che diventerà tabù sarà quello più desiderato!;

8)      Curate la forma ed il colore dei cibi (anche l’occhio vuole la sua parte…);

9)      Quando è possibile, fate partecipare i bambini alla realizzazione dei pasti ed alla preparazione della tavola (per esempio dedicate un momento nel week end o durante le ferie);

10)  Favorite la Presenza durante il pasto evitando distrazioni come la TV; diversamente favorite la comunicazione in famiglia, parlate del cibo, stimolate il contatto con i sensi, fate gustare;

11)  Insegnate i vegetali ai bambini portandoli in campagna;

12)  Approfondite la conoscenza dei processi di raccolta/lavorazione dei cibi per far prendere consapevolezza dei percorsi, tempi e fatiche;

13)   Ed infine, il consiglio più importante: DATE L’ESEMPIO! La vostra credibilità potenzierà qualsiasi atteggiamento vogliate trasmettere (nel bene e nel male..)

Buona Vita!

 

 



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