DOLCI sorprese con l’HEALTH COACH.

Postato da on March 18, 2014 in la finestra. Storie di belle realtà | 0 commenti

DOLCI sorprese con l’HEALTH COACH.

“Rendersi conto di quanto il cibo sia importante, di quanto rappresenti il nostro strumento principale per essere in buona salute, di come si possano cambiare le proprie abitudini sul binario della consapevolezza: questo è il lavoro dell’HEALTH COACH.”

Valentina Dolci ha una voce squillante, carica di energia e anche se la sento al telefono, avverto l’entusiasmo che la pervade e l’allegria che la circonda.

“’Health Coach – spiega – è un esperto di nutrizione che fornisce un supporto e una guida utile a individuare i propri obiettivi di salute e benessere concentrandosi sullo stato personale e sugli eventuali blocchi che precludono il conseguimento dei propri obiettivi”

“Una passione nata come?” domando.

“ Da un cambio di vita causato dalla notizia di un raro tumore che ha colpito mio padre”.

Valentina parla con tranquillità e disponibilità estrema.

“Una sveglia che la vita ha suonato in modo clamoroso, ribaltando tutta la mia esistenza di figlia unica sempre vissuta in una situazione protetta, nella cosiddetta bambagia, senza però il sacro fuoco della passione.”.

“La prima reazione è stata la sensazione d’impotenza e di debolezza. Subito dopo la classica domanda: perché è successo?.”

“Ho cercato una risposta, ho seguito conferenze per comprendere le cause dei tumori, ho parlato con specialisti, ho letto e studiato e, man mano che raccoglievo informazioni,  che collegavo i punti, tutto mi portava verso il cibo, verso il legame imprescindibile che esiste tra il modo in cui ci alimentiamo e le malattie croniche”.

“ In quel periodo vivevo negli Stati Uniti. Mi ero presa un anno sabbatico, essendo un periodo personale di non chiarezza, privo di passioni e stimoli.”

“A New York, dopo una serie di “coincidenze”, mi sono imbattuta in una scuola di nutrizione olistica che considera gli alimenti, la mente e lo spirito”.

“Ho sentito un’attrazione fortissima per quel treno su cui avevo deciso di saltare. Un percorso che intraprendevo per me e che mi ha appassionato così tanto da farlo diventare il mio lavoro.”.

“La scuola non è sola didattica ma anche esperienza diretta delle varie fasi, da quella vegana, alla vegetariana, alla crudista, al fine di comprendere la migliore per se, sempre, mantenendo un collegamento con la mente e lo spirito. Ho imparato come scegliere il cibo con il contenuto nutritivo migliore ed eliminare quello tossico, come ascoltare il mio corpo e i segnali che mi manda, come purificare il mio organismo.”

Valentina racconta con semplicità e chiarezza.

“E’ come pelare una cipolla, destrutturando e togliendo credenze e abitudini, acquisendo la consapevolezza attraverso l’esperienza personale, per poi ricomporre il puzzle.”

“Ho iniziato a sentirne i grandi benefici e l’accelerazione che imprimeva al mio processo evolutivo fino  allora fermo e ho pensato di condividere con altri questa esperienza.”

“Immagino che non sia semplice spiegare il ruolo di Health Coach” affermo.

“Tante difficoltà perché tutti pensano a un nutrizionista o a un dietologo. Mi sono impegnata nella diffusione di ciò che facevo, quasi un porta a porta, parlando con tutti, spiegando, illustrando, buttando il cuore oltre l’ostacolo – come dice mio padre. Così ho incontrato il professor Toniolo, che dopo anni di ricerca in America, è tornato in Italia. Insieme abbiamo realizzato “Sapienza del corpo”, un esperimento, la creazione di una cultura alimentare, di un risveglio delle coscienze. E’ un workshop: una condivisione tra un gruppo di persone, un gruppo protetto, che  permette di guardarsi allo specchio attraverso gli altri.”

Oltre ai workshop ci sono i percorsi individuali, che con il tempo ho completato con la parte esperenziale, quella della cucina dove sono aiutata da una “tecnica”.

Così mentre Marika cucina, io insegno sugli ingredienti, sull’alimentazione; ampliando e arricchendo la tavolozza dei colori. Di ogni categoria alimentare ci sono un peggio e un meglio ed io cerco di spiegare il peggio in modo che ci si possa allontanare da esso.”

“Un esempio?” chiedo.

“La categoria degli alimenti animali”. “Possono essere importanti per il nostro corpo, avere una funzione antiinfiammatoria che non è sola del mondo vegetale, se derivano da animali che hanno mangiato bene,  che sono stati  cotti in un certo modo, ecc.

“Tutti possono accedere a questi corsi?”

“ In realtà non tutti sono pronti per un percorso di consapevolezza. C’è una valutazione iniziale per comprendere quali siano gli obiettivi della persona e le sue dinamiche. Iniziare vuol dire intraprendere un viaggio all’interno degli alimenti, riagganciare il rapporto con il proprio corpo, ascoltare  le percezioni che si hanno mangiando, tirare fuori i mezzi che ciascuno ha dentro di sé. Ci hanno educato a non ascoltare il nostro corpo, relegato a macchina da comandare e imbottire di farmaci nel caso non funzioni.”

“Chi è Valentina, oggi?”.

“Una persona completamente diversa da quella di quattro anni fa, che ha aperto un canale su se stessa, osservando con curiosità cosa accadeva, facendo cose mai pensate e che hanno aumentato la fiducia in se stessa; che continua a buttarsi, a fare,ogni giorno, una cosa che le fà paura per superarla. Restare immobile è ciò  che mi spaventa di più: ho bisogno di emozioni forti, di movimento”.

“Quindi Valentina è..”?

“E’ curiosa, avventurosa e soprattutto – ride ancora divertita- catalizzatrice di energia”.

Indubbiamente l’energia è l’aspetto dominante  insieme alla sua voglia di diffondere una cultura alimentare che permetta di utilizzare nel modo corretto ciò che abbiamo a disposizione e  che la disattenzione verso noi stessi, il non ascolto dei propri bisogni, ha completamente annullato.

Un processo di consapevolezza che porta all’utilizzo corretto degli alimenti e quindi a un reale nutrimento per noi.

Senza la consapevolezza non possiamo avere un ruolo attivo nella nostra vita e agire davvero liberamente.

Buona consapevolezza e buona salute a tutti!

 

 



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