“Gusto o Salute”?

Postato da on December 18, 2012 in nutrirsi consapevolmente | 2 commenti

“Gusto o Salute”?

L’articolo che mi appresto a scrivere è per me particolarmente importante e sentito perché pone la riflessione sulla possibilità di sperimentare un “matrimonio” tra il bisogno di soddisfare il gusto e la necessità di mangiare sano. In altri termini è realistico conciliare che un piatto sia sano dal punto di vista nutrizionale ed al tempo stesso gustoso?

Ebbene credo proprio di sì. E’ però importante comprendere fino in fondo ciò che riteniamo sano e ciò che percepiamo come gustoso. Che direzione diamo a questi aspetti, come li intendiamo? Mi soffermo sulla concezione di “sano”. Preciso che non sono una nutrizionista e quindi non mi addentrerò in ambiti per i quali non ho un titolo di studio ma vi parlo con il sentire della mia esperienza personale che mi ha visto fare i conti con numerose diete, una diversa dall’altra, e con svariati professionisti: nutrizionisti, dietologi, dietisti… A questo si aggiunge una lista di libri numericamente corposa che, nei contenuti, vive nel paradosso: ph acido e alcalino, i legumi salvavita che però “gonfiano”, lo zucchero che prima ti ammazza e poi ti salva la vita, i poteri curativi della carne (ma non faceva male mangiare troppa carne?), il cioccolato quasi “dimagrante”, 8 giorni nutrendosi di solo pompelmo…BASTAAAAAAA!

Ma vi pare che dobbiamo essere alla mercé sempre e solo degli stimoli esterni e delle nuove ricerche scientifiche che prima annunciano una cosa e dopo due giorni l’esatto contrario? Io non conosco verità scientifiche però una cosa la sto comprendendo ultimamente: IO VOGLIO DECIDERE PER ME ed il mio sentire insieme alla mia esperienza, mi suggeriscono che è possibile nutrirsi senza rinunciare né all’aspetto sano del cibo né al gusto perché, ricordiamoci, che entrambi sono dei nostri bisogni. Provate a sperimentarvi nel mangiare un piatto estremamente equilibrato dal punto di vista nutrizionale  che però non risponde al vostro bisogno di gusto in quel momento: ne potrete anche ingurgitare chili ma dentro di voi qualcosa rimarrà insoddisfatto. Oppure provate a mangiare un qualcosa che sembrerebbe gustoso (per esempio un cremoso gelato) ma che non risponde al vostro bisogno di gustosità del momento: avrete preso calorie per nulla! Allora il punto dov’è?  E’ nel ricominciare a FIDARSI di se stessi. Certo che ci sono delle indicazioni di massima per scegliere cibi sani: verdura, frutta, cereali integrali, pochi zuccheri e pochi alcoolici, ma questo non è sufficiente. E’ necessario poter ricontattare le nostre SENSAZIONI, quelle vere, riapprendere il senso di fame e sazietà e distinguerlo da quello di voglia, essere lucidi nel sentire ciò che accade, quali sono le emozioni che mi accompagnano in quell’atto così primordiale: mangio anche se non ho fame perché è giusto così? Mangio perché così gratifico chi ha cucinato per me? Non mangio così mi ribello a qualcuno? Mangio perché qualcuno ha deciso anche per me che è l’ora di mangiare? Ci siamo scordati che il nostro corpo si autoregola perché lui sa. Ma la mente troppe volte lo ha boicottato con la presunzione che i suoi pensieri fossero più veritieri delle sensazioni. Come vedete il mangiare è solo l’ultimo degli atti a cui noi poniamo l’attenzione, è quasi una reazione, a volte, a situazioni emotive ben più esigenti. Nell’atto del mangiare spesso riproponiamo dinamiche errate e poco sane che riguardano prima di tutto le nostre dinamiche di vita e rendiamo veleno ciò di cui ci dovremmo nutrire.

Non ho “la ricetta” perfetta però sono sulla buona strada e ve la voglio raccontare in questo viaggio insieme. L’intuito mi suggerisce che il piacere ci può dare la direzione che agiremo attraverso un nostro alleato prezioso: LA CREATIVITA’. Ma questa è un’altra storia…

Buona Vita!

 



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2 Commenti

  1. Accanto alla CREATIVITA’, aggiungerei anche un pizzico di DISCIPLINA alla lista degli ingredienti che compongono la ricetta misteriosa del sano gusto.
    Se guardo il grafico della mia attitudine al problem solving (c’è forse un limite alla stravaganza delle statistiche?!) mi accorgo che i picchi, quelli in cui ho impresso con successo una radicale sterzata al corso della mia vita, corrispondono a momenti in cui ero a dieta (nel senso più ampio del termine), in cui decidevo per me! Grazie per quest’altro spunto di riflessione, davvero il cibo si presta a tantissime analogie…

    • Carissima e attenta lettrice,
      mi trovo molto in sintonia sull’aspetto della disciplina inteso, se ho capito bene, come una sorta di determinazione e coerenza nei confronti di noi stessi, una lucidità nel sentire in altri termini che ha senso solo se poniamo un’intenzione pura e sincera. D’altro canto trovo sia un’ottima integrazione quella tra la disciplina e la creatività poichè portano in seno, rispettivamente, l’aspetto maschile e quello femminile che c’è in ognuno di noi.
      Buon nutrimento!

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