Il Tango nel cuore. Intervista al Maestro Carlos Ochoa

Postato da on September 16, 2014 in l'editoriale di Zuleika Fusco | 0 commenti

Il Tango nel cuore. Intervista al Maestro Carlos Ochoa

Un uomo di oggi, un viaggiatore, ma innamorato della sua terra, l’Argentina. Eppure con i valori e la galanteria che poteva avere un Italiano di cento anni fa. Una vita consacrata al tango, non solo come ballo, ma come cultura e galateo, come mezzo per conoscersi approfonditamente, per attraversare con coraggio e fiducia anche gli avvenimenti storici difficilissimi del suo Paese. Carlos Ochoa, un uomo essenziale, spavaldo e timido nel contempo, che gioca e ironizza sul personaggio che è,  mi chiede con faccia seria di non evidenziare il suo ricchissimo curriculum, di non incensarlo. E dopo qualche battuta che ci fa sorridere, comincio col porgli la prima domanda

Secondo te, Carlos, che festeggi oltre quaranta anni di vita nel tango, in cosa consiste la sua magia?

(vedo le sue pupille spostarsi e ripercorrere mentalmente tutto il suo passato)

Secondo me, ballando tango dall’infanzia e per una vita, la magia del tango consiste essenzialmente nella magia dell’abbraccio, che diventa il mezzo per stabilire una relazione in cui i due ballerini non si parlano, ma si sentono profondamente, affidandosi l’una all’altro per stabilire una sintonia bella per chi la vive danzando, ma anche per chi guarda dall’esterno la coppia. La donna infatti chiude gli occhi e lascia che l’uomo la accompagni sulla pista, dando prova di fiducia, ricettività,  sensibilità. Ed è proprio questa fiducia che fa crescere l’uomo, facendogli scegliere di assumere un impegno che lo gratifica e gli accarezza l’anima.  L’uomo dal suo canto si incarica  della responsabilità di proteggere in pista il femminile, di mostrarlo nella sua bellezza, sapendo fare un passo indietro rispetto all’ego, perché nel tango il maschile lavora nell’ombra per evidenziare il valore della donna e non per esibirsi.

Cosa lo distingue da altri balli di coppia, cosa lo rende così irresistibile e universale?

Direi che la prima caratteristica che mi viene in mente è che, a differenza di altri balli, il tango non è solo danzare, ma è una cultura, uno stile di vita. Per questo seduce tante persone nel mondo , le coinvolge, cambia il loro modo di socializzare e di vivere relazioni.  Il tango prevede infatti un galateo che ispira il comportamento, un modo di vestirsi, di parlare, di rispettare i rapporti che intercorrono tra i tangueros. Per esempio non è conveniente ballare con tutti nello stesso modo, ma si può ballare con tutti. Io ballo in maniera diversa con mia figlia, con un’allieva, mia madre, un’amica o la mia compagna, la moglie di un amico, come d’altro canto è corretto nella vita. Ed è importante proprio saper stare nelle differenze e valorizzarle. La musica del tango, così varia e diversa, è un modo proprio di raccontare e interpretare tanti tipi diversi di relazione. Per questo è importante ricordare che questa danza non è nata come forma di esibizione da palcoscenico, ma per le persone comuni, come forma di divertimento, di condivisione

(ne parla con fervore, con autentica passione, attingendo ad un patrimonio interiore, fatto di valori radicati e antichi)

L’immaginario collettivo associa al tango una serie di luoghi comuni. Raccontaci tu, che ne sei veritiero testimone… Com’è vissuto il tango in Argentina?

(sorride con aria fiera)

Intanto dobbiamo dire che, a differenza di ciò che racconta l’immaginario collettivo, in argentina non ballano tutti. Questo ballo era la passione di un gruppo di persone che socialmente familiarizzavano e si divertivano così. Parliamo di gente comune, che viveva un  quotidiano semplice e che si rilassava soprattutto stando insieme. Il tango era l’occasione per riunirsi infatti, per scambiare una charla o chiacchiera, come dite in Italia. Per noi infatti tango vuol dire coesione, amici e famiglia. Andavamo a ballare tutti insieme, da nonna a nipote

( e conoscendolo, la mia ultima domanda è un po’ provocatoria…)

Per te, quali sono le caratteristiche principali che deve avere un maestro di tango?

sai, in effeti, per noi tangueros di tradizione, non esiste il titolo di Maestro di tango. Nella storia esistono infatti i milongueros, uomini d’esperienza che frequentano la milonga, luogo in cui si balla, che trasmettevano ai giovani lo stile e i segreti di questa danza, ma soprattutto i suoi valori e la cultura. Oppure imparavamo dai nostri familiari. Per noi Argentini, quindi, Maestro è colui che viene riconosciuto dal contesto di appartenenza come qualcuno che è in grado di tramandare e di trasmettere il tango, in virtù della sua esperienza . Le sue fondamentali caratteristiche? sa godere del tango con passione e sa curare la relazione con il suo contesto che lo riconosce e lo rispetta….

 



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