Il tappeto orientale, una carezza per i nostri passi

Postato da on December 4, 2014 in a casa di Lori e Giò | 0 commenti

Il tappeto orientale, una carezza per i nostri passi

I tappeti da sempre fanno parte dell’arredamento delle nostre case e a molti di noi succede di essere catturati dalla loro magia. Sono oggetti di arredo che possono suscitare la stessa emozione di un’opera d’arte ed a volte lo sono.

Oggigiorno si trovano tappeti moderni che soddisfano ampiamente le nostre necessità di arricchire il pavimento delle nostre abitazioni, ma il primo pensiero che ci viene immaginando un tappeto ci porta certamente in Oriente, da dove, nel corso dei secoli, ci sono arrivati con i loro affascinanti colori e impregnati della storia e della maestria di quelle lontane popolazioni.
Non abbiamo la pretesa di narrarvi la storia del tappeto orientale, esistono intere biblioteche che trattano l’argomento, e quindi vi daremo solo qualche accenno a titolo di curiosità.
Antichissime popolazioni indiane trasmisero probabilmente agli Assiri le conoscenze per la tessitura dei tappeti, e tribù nomadi dell’Asia furono le prime ad utilizzarli in sostituzione delle pelli che ricoprivano originariamente le pareti e il suolo delle tende. Il tappeto faceva quindi parte della vita quotidiana di antiche civiltà, come testimoniato le immagini rinvenute su vasi etruschi e greci che raffigurano personaggi intenti a tessere. Omero, già nel IX secolo A.C. parla di tappeti. Durante gli scavi archeologici dell’antica Tebe fu trovato un frammento di tessitura che risalirebbe al IV secolo A.C. Ma dati i materiali facilmente deperibili con cui venivano tessuti, poco di tutto ciò è arrivato fino ai nostri tempi. I più importanti ritrovamenti risalgono al 1905, quando in una moschea di Konya, nell’Anatolia centrale, furono rinvenuti frammenti risalenti alla seconda metà del secolo XIII. Ma il più antico esemplare di tappeto, datato intorno al V secolo A.C., è stato ritrovato alla fine degli anni ’40 al confine tra la Siberia e la Mongolia, in un tumulo appartenuto ad un capo sciita, ed è riuscito a restare integro solo perché era racchiuso nel ghiaccio.
Per quanto è dato sapere, il grande sviluppo della lavorazione del tappeto avvenne nell’antica Persia dal quinto secolo A.C., ed il culmine della tecnica di lavorazione si raggiunse poi nel 225-600 D.C., ma per arrivare a quello che è stato definito il secolo d’oro del “Tappeto Persiano”, dobbiamo attendere fino al XVI secolo, quando il concetto stesso di tappeto è divenuto inscindibile dall’aggettivo “persiano”. Pensate che anche i Crociati, nei loro viaggi, ne rimasero affascinati, tanto da riportarne in Europa numerosi esemplari.
La qualità di un tappeto orientale è dovuta molti fattori: dalla quantità dei nodi che vengono effettuati nella tessitura, più è alto il loro numero, maggiore è il tempo che le tessitrici impiegano per realizzarli; dai materiali, seta o lana, che a sua volta può essere di pecora, di capra o di cammello; dal tipo e spessore del filo, dai coloranti utilizzati, e certo sapete già se avete letto alcuni dei nostri articoli, qual’è il nostro pensiero sulla indispensabilità di quelli naturali. Quindi se volessimo se volessimo parlare di tappeti orientali in modo approfondito ne verrebbe fuori un vero e proprio trattato.  Sappiamo anche che il mercato è oggi invaso da una quantità enorme di tappeti così detti orientali, ma tessuti in paesi dove il costo del lavoro è molto basso, e quindi con un prezzo finale molto accessibile, ma è abbastanza chiaro che in questo caso non troveremo mai un prodotto che sia espressione dell’arte e della religiosità di antiche culture.
Durante una visita in una importantissima fabbrica di tappeti ad Avanos in Turchia, appositamente certificata e garantita dal Governo, abbiamo appreso che  lì ogni oggetto viene realizzato da una sola donna, appositamente istruita e qualificata in specifiche scuole, e che un tappeto, a seconda della dimensione, per essere ultimato richiede  molto tempo, anche più di un anno di lavoro al telaio. Ogni ragazza che tesse lo fa per un massimo di 6 ore al giorno, perché l’impegno è l’attenzione devono essere costanti e la precisione assoluta così da evitare ogni  errore che potrebbe invalidare tutto il lavoro di tessitura.
Il tappeto orientale si caratterizza per il disegno. Ricordiamo che nei paesi in cui i tappeti vengono realizzati si pratica essenzialmente la religione musulmana che non consente ai fedeli di raffigurare gli essere viventi, e quindi troveremo in prevalenza eleganti arabeschi e motivi geometrici (che abitualmente caratterizzano i tappeti di popolazioni nomadi). Tessere un tappeto è una forma di meditazione e di preghiera, e come tutte le forme d’arte stabilisce un contatto sottile con il divino, infatti nei disegni troviamo i simboli tipici dell’estremo Oriente che rappresentano la vita, il tempo, l’esistenza e l’eternità. Nel tappeto islamico si trova quindi la perfetta integrazione tra forma, ornamento e funzione.
E quindi torniamo a noi e alla nostra abitazione. E’ innegabile che un bel tappeto è bello in ogni luogo della casa. Mettere un tappeto sul nostro pavimento influenza le emozioni che l’ambiente comunica, ci dà piacere e può farci percepire il significato profondo che porta in sé. E’ quindi difficile, se non impossibile, consigliarne l’uno o l’altro senza essere nel luogo, senza sentire le emozioni che porta alle persone che abitano la casa dove verrà steso. Un buon consiglio che possiamo darvi è quello di portarne più di uno nella vostra abitazione e lasciarli lì per qualche giorno…farli vivere con voi e ascoltare quel che vi portano. Ascoltatevi, accogliete le sensazioni che provate guardando i colori, i disegni… lasciate che comunichino con voi. Potrebbe benissimo succedere che quello che nel negozio vi è sembrato adatto o in sintonia con i vostri desideri non lo sia affatto e magari invece succeda il contrario, che sentiate più affine ciò che consideravate una seconda scelta. Sarete allora in grado di sentire se lo stile del tappeto è in sintonia, in armonia con voi e la vostra casa, perché vi sembrerà proprio di ricevere una carezza per i vostri passi.



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