Il Vuoto…lo spazio che diventa risorsa (approfondimenti)

Postato da on June 16, 2013 in nutrirsi consapevolmente | 4 commenti

Il Vuoto…lo spazio che diventa risorsa (approfondimenti)

Devo essere sincera, la stesura di questo articolo mi ha messo un po’ in difficoltà ma non per i contenuti quanto per una sorta di ansia da prestazione ed eccessivo (credo) senso di responsabilità nel dare “risposte” profondamente autentiche su un argomento che, sempre di più, si conferma come nodo esistenziale per molti, non di meno per me.

Non posso dare soluzioni perché ritengo non ce ne siano, quantomeno preconfezionate, però posso continuare a “procedere in divenire” insieme a voi e, come un’ Indiana Jones, esplorare la vita con curiosità…mi butto!

Nel precedente articolo ho accennato al senso di vuoto e al bisogno generalizzato nella società odierna di eludere e colmare questa sensazione. Dalle risposte del questionario sono emersi diversi aspetti di disagio collegati alla sensazione di vuoto e si è palesata la tentazione comune di riempire questo spazio per attutirne il fastidio.

Quello che sto imparando è che, invece, per offrire al senso di vuoto l’opportunità di trasformarsi in risorsa, è necessario semplicemente (e coraggiosamente) accoglierlo. Ebbene sì, quella percezione di mancanza, che porta con sé frustrazione, insoddisfazione, rabbia e tanto altro, va accolta affinchè possa suggerirci delle risposte su di noi, sulla nostra Vera Natura. Ma l’accoglienza vera richiede uno sforzo in più: la PRESENZA.

Come suggerisce Almaas nel suo libro “La pratica della presenza” sarà necessario essere «sempre presenti, consapevoli di qualsiasi cosa emerga, senza manipolarla, senza far nulla, fatta eccezione per la nostra curiosità naturale, da incentivare affinchè la cosa si disveli, rivelando di che si tratta». Almaas fornisce un altro suggerimento sottolineando che non basta essere consapevoli ma è necessario essere anche presenti, «presenti a quello di cui siete consapevoli, il che significa che non solo lo notate ma siete anche in contatto con esso, lo toccate, lo sentite, ne avvertite la qualità e la struttura. Non lo guardate soltanto dall’esterno, ne siete consapevoli dall’interno e da ogni direzione, da tutti i luoghi […] La presenza conferisce un senso di immediatezza, di pienezza, di partecipazione all’esperienza». Dove sorge il disagio?…Sorge quando noi, per qualche timore legato a ciò che sentiamo perché magari temiamo possa scalfire l’immagine di ciò che reputiamo essere, manipoliamo l’esperienza del sentire, ci opponiamo a qualsiasi cosa crediamo minacciosa o discutibile e voilà …LA RESISTENZA. Come mi hanno giustamente insegnato “onore e rispetto“  anche nei confronti della resistenza. Ciò che in questa sede voglio comunicare è che non mi riferisco alla regola per cui non bisogna mai opporsi alle circostanze esterne ma piuttosto all’applicare la non resistenza dentro di sé, nel proprio campo di consapevolezza dell’esperienza. «Per capire come trattare una forza esterna, ci vuole una comprensione completa e sottile del proprio campo esperenziale e di come conviverci armoniosamente» 1. In questo modo anche ciò che può essere percepito come disagio, può trasformarsi in risorsa, in ricchezza. Anche il Vuoto.

Compitino…

Dedicate 10-15 minuti al giorno ad essere presenti nella vostra esperienza. Coglietene i pensieri, le emozioni, le sensazioni, le interferenze e le resistenze. Fate ciò con vero interesse a ciò che può accadere dentro di voi. Scrivete quanto avete sentito in questa esperienza. Questo vi servirà, intanto, a sentire e distinguere i momenti di accettazione da quelli di resistenza.

ps: nessuno ha mai detto che il percorso interiore non fosse impegnativo, ma quanto lo è andare contro corrente rispetto alla propria Vera Natura? Pensateci 😉

Buon lavoro!

 

 

 

 

 



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Note:

  1. A.H. Almaas, La pratica della presenza, Astrolabio, Roma, 2006

4 Commenti

  1. Questo tema è impegnativo perché è importante e profondo. Penso anche che tu lo stia trattando in modo non superficiale e non “pubblicitario” (del tipo ho la soluzione dei vistri problemi, venite a comprarvela). Ciò è molto apprezzato da parte mia.

    Ho tentato più volte di fare il compitino del primo articolo, ma mi sono accorta che per rispondere a quelle domande dovevo andare a rivangare sensazioni passate, che non provo più da tempo o che provo solo per momenti brevi che non necessitano di “compensazione” o “fuga”.
    Ne deduco di essere già passata a una fase successiva al disagio o almeno al disagio più forte (ovvio che a volte “ci si ricade”). Leggendo questo articolo riesco a comprendere razionalmente quali siano i passaggi fatti negli anni, con coinvolgimento e con l’aiuto di persone che sapevano quel che facevano.
    Ultimamente mi accorgo che sono spesso in cerca di qualche momento di “vuoto” nelle mie giornate perché lo trovo molto rigenerante. Ancora l’Attivista interiore fa la sua parte, insieme ad altri sè, cercando di convincermi che “isolarsi è un male” ma il vuoto sta diventando una presenza per me necessaria a star bene.
    Per chiarire meglio come percepisco il “vuoto” uso alcune delle tue precedenti domande:
    – Cosa intendi per senso di vuoto?
    Attualmente alla parola vuoto associo le parole: libertà, spontaneità, respirare, silenzio (silenzio mentale: niente pensieri, niente parole, uso del corpo per “essere facendo” e per comunicare “senza filtro”)
    – Quali emozioni percepisci rispetto ad esso?
    Profondo senso di pace, rilassamento sia fisico che interiore, senso di sacralità
    – Su quale parte del corpo lo collochi?
    Petto più leggero, respiro più ampio, diaframma libero di muoversi, pancia rilassata

    Grazie per lo spazio di condivisione che ci offri. Ciao.

    • Grazie Claro! Mi fa piacere leggere il tuo “passaggio”, effettivamente il senso degli articoli vuole essere questo ed è importante che tu ci dia la tua positiva testimonianza. Un abbraccio.

  2. Cara Marcella, preziosa compagna di viaggio interiore ed esteriore….grazie per i tuoi articoli “nutrienti” sono curiosa di approfondire LA PRESENZA, ESSERE PRESENTE e il leitmotiv della mia vita a partire da novembre dopo la partecipazione al seminario tenuto dalla geniale intuizione di Zuleika “Autorealizzazione e Potere Personale”, mi riprometto di leggere il libro a cui fai riferimento nella nota e nell’articolo e poi sarà un piacere condividere con te la teoria e l’esperienza. Un abbraccio Flavia.

    • Grazie mille per il calore…è un argomento importante sul quale credo ritornerò, ma non nel prossimo articolo 😉 Sarei felice di approfondire se lo vorrai. Un abbraccio e grazie.

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