“India da gustare”

Postato da on January 17, 2013 in nutrirsi consapevolmente | 0 commenti

“India da gustare”

“Non tormentatevi per il cibo. Prendetene una giusta quantità (né troppo, né troppo poco), senza avidità né repulsione, come un mezzo che la Madre vi ha dato per sostentare il corpo, nel giusto spirito, offrendolo al Divino in voi; allora non sarà fonte di tamas 1”.

Sri Aurobindo e Mère

 

 

Thali, chapati, dhosa, paneer, roti, dhal, naan, pappadam…potrei continuare all’infinito! Ma avete capito di cosa stiamo parlando? E già, oggi assaggiamo un po’ di India! Venite con me…

Sono appena tornata da un viaggio nelle terre del Mahatma Gandhi ed è stata un’intensa esperienza le cui vibrazioni, credo, sentirò per un bel po’ di tempo (perlomeno me lo auguro vivamente!). Sotto l’aspetto strettamente culinario l’India offre una vasta gamma di preparazioni ed in particolare per coloro che come me, hanno scelto il vegetarianesimo, è possibile gustare molti piatti tipici a base di legumi e verdure. In India il mangiare è una costante per i nostri sensi, non perché gli indiani siano particolarmente golosi ma perché l’abitudine al “non fermarsi mai e al ciclo continuo” (solo in poche ore della notte forse è possibile trovare strade vuote da persone e/o animali!) riguarda un po’  anche il cibo. Infatti dalla mattina presto fino alla tardissima serata, le strade sono aromatizzate dalle centinaia di spezie e cotture utilizzate nelle street food. Profumi di fritti, dolci e salati, si mischiano ai clacson che continuamente suonano. Tutto ciò potrebbe sembrare caotico ma in realtà non lo è poiché nella complessità di questo contesto si avverte armonia, una sorta di equilibrio trovato nella confusione.

Essenziali e nette sono, oltre le personalità degli autoctoni, anche le pietanze a tavola. Nell’eterogeneo thali, piatto tipico della Regione del Tamil Nadu, è sintetizzata una considerevole varietà di gusti e consistenze. Nel vassoio d’acciaio, il cui fondo è ricoperto da una foglia di banano, vengono presentate dalle sette alle dieci ciotoline ognuna contenente una specialità: dhal  di lenticchie urad, vari tipi di masala, “acrobazie” di curry di verdure, i biriyani,  il payasam o il jalebi come dolci tipici,  vari tipi di pani non lievitati (naan, roti, chapati…) e del riso bianco. Dal punto di vista nutrizionale non manca nulla, anzi direi che l’abbondanza si percepisce tangibilmente. I nostri delicati stomaci saranno inizialmente ammaliati dai sapori esotici e determinati dei piatti indiani ma ben presto, probabilmente,  saranno costretti a riavvicinarsi ai più pacati, seppur gustosi, sapori mediterranei…

Gli indiani, radicati per cultura, esprimono la loro dimestichezza al contatto esplicito, anche nel rapporto con il cibo: mangiare con le mani è una pratica usuale e devo dire, per un’occidentale come me, è vista con un po’ di invidia essendomi mancato il coraggio di afferrare in questo modo  il cibo offertomi.

Gli indigeni del posto alternano coerentemente grinta e radicamento, rabbia e sorriso, moltitudine e semplicità, caratteristiche, d’altronde, che si ritrovano nei piatti, semplici, ricchi, hot…una sorta di “ossimoro” dei sensi! D’altro canto non è una novità che l’India sia un Paese colmo di contraddizioni ma anche nella contraddizione ci può essere autenticità e coerenza: è una questione di scegliere come e dove “stare”.

Così come le pietanze contenute nelle ciotoline del thali esprimono una sazietà di colori, così anche  le tinte sgargianti dei sari delle donne formano una tavolozza ricca e stupefacente: rosso, verde, arancione…

Credo, cari lettori, che dalla mia descrizione emerga in modo quasi imbarazzante l’Energia di questo Paese, nelle persone, nelle strade, nei vestiti e certamente, nel cibo!

Benedico la possibilità di incontrare nuovi popoli, soprattutto se così distanti da me, perchè in questo modo il “viaggio” e gli incontri, mi nutrono della possibilità di sentire e vedere da un’altra prospettiva, ampliando la mia ristretta visione delle cose e dando spazio a nuove opportunità.

Buon Viaggio, interiore ed esteriore!

 



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Note:

  1. tamasico: principio di inerzia, oscurità ed ignoranza; uno dei tre guna (tamas, rajas e sattva) o modalità di base della Natura

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