La casa e la disabilità

Postato da on May 19, 2016 in a casa di Lori e Giò | 0 commenti

La casa e la disabilità

Non è semplice parlare di un argomento tanto vasto che implica anche forti impatti emozionali. Molto banalmente poi crediamo che questi siano i tipici argomenti di cui non si può parlare con cognizione di causa se non ci si trova a doverli affrontare in maniera diretta.

Certo noi tecnici applichiamo le norme in quanto, negli ultimi anni fortunatamente, si è alzato il livello della sensibilità sociale verso chi porta degli handicap, e la legislazione si è ampliata notevolmente cercando di dare direttive che potessero in qualche modo semplificare la vita chi è colpito da disabilità (legge 13 del 1989 e successivo regolamento di attuazione).
A puntare il dito su questo argomento e a chiarirci le idee è intervenuta la vita stessa in quanto sono scivolata e mi sono rotta una caviglia. Niente di grave ma giusto ciò che basta a dare inizio a tutta una serie di riflessioni personali e pratiche.
Riflessioni personali perché sappiamo che ciò che riguarda il corpo non è altro che il riflesso di ciò che riguarda la nostra interiorità. Il corpo è una cartina al tornasole, ci dà segnali e ci racconta verità. Il corpo non mente mai.
Il disagio e la malattia possono essere grandi opportunità di crescita personale. Opportunità per comprendere cosa ci stiamo dicendo, comprendere come stiamo sia a livello fisico che interiore. E quindi che fare? Prendere atto di ciò che succede cercando di gestire emozioni che comprensibilmente in certi momenti possono prendere il sopravvento, come rabbia, inquietudine, senso di impotenza. Accettare il fatto di dover dipendere da altri, anche se persone care, in molte delle necessità e, per me cosa non semplice, saper accettare l’aiuto anche nelle cose semplici di tutti i giorni.
Guardare la possibilità di poter essere un peso, per fortuna in questo caso temporaneo, per chi mi è vicino. Quindi affidarsi e abbassare tanto il livello del controllo.
Prendere atto che se la vita ci mette di fronte a tutto ciò è sicuramente perché non si è stati in grado di cogliere indicazioni in tanti segnali nel passato. In sintesi cogliere e leggere sempre la risorsa in ciò che accade, anche in situazioni di sofferenza.
Passiamo agli aspetti pratici.
Noi abbiamo una casa che amiamo moltissimo e ci rappresenta tanto, ed è una casa singola che si sviluppa su due livelli. A piano terra c’è la zona giorno e al piano superiore le camere da letto. Quindi la mia principale e immediata difficoltà è stata quella delle scale. Difficoltà risolta immediatamente salendo gradino per gradino sedendomi per terra e tirandomi su con le braccia. Due volte al giorno è una cosa possibile, per un breve periodo, ma fa riflettere che certo questa non può essere una soluzione a lungo termine per chi porta una disabilità permanente.
I primi giorni non potevo poggiare il piede a terra e quindi non era possibile usare le stampelle per cui lo stratagemma è stato quello di girare per casa usando le sedie con le ruote dello studio. Anche qui ci siamo trovati a dover valutare gli spazi, spostare mobili e rivalutare le dimensioni delle porte d’ingresso delle stanze. E così, come dicevo inizialmente, si può venire a conoscenza delle normative, pensare anche di applicarle, ma è toccando con mano la disabilità, sia pure in modo temporaneo che ci si può avvicinare a comprendere le difficoltà di chi la disabilità la vive tutti i giorni della propria vita.
Quindi quando si progetta un edificio, si deve tenere in conto la possibilità che vi abiti una persona con una disabilità motoria e pertanto tutto deve essere predisposto per il rispetto dei tre requisiti di legge e cioè accessibilità, visitabilità ed adattabilità.
Ciò significa che si deve poter entrare nel portone, che si deve poter accedere a tutti i piani e che la cosa deve essere predisposta per poter ospitare una persona su una carrozzella. Quindi corridoi e porte devono rispettare determinati standard dimensionali, e tutti i sistemi impiantistici devono essere posizionati ad altezze precise, e il bagno deve essere progettato per poter contenere i sanità speciali.
Il secondo requisito, la visitabità obbliga ad installare un ascensore e quindi deve essere rispettato solo negli edifici con più di tre piani, per cui nelle case singole si valuta il da farsi al momento del bisogno, oppure si può pensare qualche predisposizione in fase di progettazione.
Noi abbiamo più volte consigliato di predisporre un piccolo vano dove poter installare,quando fosse necessario appositi elevatori, come piccoli ascensori, che sono alimentati dalla normale corrente di casa. Non richiedono tanto spazio, cm120 x 120 meno di un piccolo ripostiglio. Ma quando ciò non è possibile si può comunque installare un servoscala, un piccolo ripiano o poltroncina che scorre su un binario fissato lungo un lato della scala.



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