La conoscenza integrata e la valorizzazione delle risorse umane (I parte)

Postato da on June 1, 2013 in l'angolo di Alf | 0 commenti

La conoscenza integrata e la valorizzazione delle risorse umane   (I parte)

Cari lettori,

chi gestisce aziende sa che il successo passa attraverso una conoscenza di fondo che è collegata con il benessere generale, dei singoli, delle relazioni e del rispetto che ciascuno aspira per sé all’interno dell’organizzazione.

Le persone motivate devono trovarsi bene nell’ambiente di lavoro.

In questo caso apportano idee, intuizioni, esperienze e sensibilità.

Diventano protagonisti di una economia basata non solo su quello che sono, ma anche su quello che sanno e su quello che fanno.

L’economia della conoscenza porta in azienda una maggiore cultura d’Impresa e dunque una diversa consistenza del capitale intellettuale e delle risorse integrate.

Infatti, maggiore è la conoscenza integrata, migliore è lo stato di salute aziendale, viceversa maggiore è il capitale di conoscenza migratorio, più vulnerabile ed esposta al rischio del turn over dei dipendenti risulta l’intera organizzazione.

In questa direzione i responsabili aziendali del patrimonio umano e della gestione di queste risorse devono razionalizzare  interventi innovativi tali che siano coerenti con l’esigenza di ricreare un clima di benessere e di ottimismo all’interno dei Contesti Organizzativi.

Dalle recenti esigenze di ristrutturazioni aziendali, in relazione alla competitività dei mercati globali, emergono due aspetti innovativi.

Il primo riguarda la flessibilità delle strutture interne aziendali, il secondo è collegato con quello che Goleman (Daniel Goleman, psicologo, studioso comportamentista) definisce il quoziente emotivo.

Molto brevemente passo in rassegna questi  due aspetti.

Quanto alla flessibilità aziendale, le trasformazioni avvenute e che avvengono, sono sintetizzate nella modifica della struttura gerarchica, verticistica e piramidale.

In realtà la gerarchia interna a piramide solitamente consta di ben 5/6 poli  di potere e controllo. ovvero: controllo produzione, direzione reparti, management amministrativi e di marketing, direzione generale, amministratore delegato, consiglio di amministrazione e finalmente la proprietà. Appare quanto mai  complesso e molto frazionato il sistema gestionale, tanto più quando tra reparti s’innescano lotte di potere o di concorrenza interna.

La struttura flessibile, al contrario, funziona per reparti autonomi e trasversalmente collegati per vasi comunicanti.

Si tratta di una struttura orizzontale, composta da reparti autonomi, collegati dal coordinamento che risponde direttamente alla proprietà.

In questo caso vi è un maggiore contatto con le risorse, una notevole capacità decisionale e una sensibile riduzione di costi

Quanto al secondo aspetto che s’inserisce nell’evoluzione e trasformazione delle strutture aziendali, vi  anticipo una formula sintetica cosi composta:

 

BEA = BEP + BER +/-Qi, dove

BEA è il benessere aziendale

BEP è il benessere delle persone

BER è il benessere delle relazioni

Qi     è il quoziente emotivo.

 

Questa modello empirico e di riferimento consta di un insieme di fattori e di importanti azioni strategiche che verranno analizzate nel dettaglio nel prossimo articolo e rappresenta una formula imprenditoriale completa e fruibile da tutte le Organizzazioni, di qualsiasi dimensione e categoria merceologica.

Alla prossima



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